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INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI - 5 LUGLIO 2000
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Sono imprese appunto immateriali e producono dei beni che non costano sotto il profilo della produzione materiale, costano dal punto di vista della dimensione immateriale, cioè del servizio; invece una General Motors ha le sue belle fabbriche, la proprietà non è solo intellettuale ma è proprio fisica. La forza però anche l'indeterminatezza è quella che poi causa i crolli borsistici perché qui non si vedono ancora i profitti di queste imprese dot.com, però ci sono anche la difficoltà di valutare la forza economica con i vecchi criteri usati dagli analisti per le imprese che hanno un capitale tangibile, immobilizzato. A me serve questa analisi non tanto per vedere chi vince e chi non vince, perché credo che non sia questo il vero punto; il fatto è che l'assenza di capitale immobilizzato è in un certo senso l'assenza di un corpo fisico dentro il quale poi l'impresa dot.com, l'impresa nuova della new economy si sedimenta, si fa studiare, si fa vivisezionare, si fa valutare: la nuova economia il corpo non ce l'ha lei, lo produce entrando nei nostri corpi. Si prenda il caso di questo problema della natura monopolistica della new economy: questa significa che tu sei in una posizione di costringere la gente ad assuefarsi, a far suo il sistema operativo di Microsoft, perché lui ha avuto il tempo sufficiente per tirare fuori i concorrenti e quindi passare e diventare il sistema che usano tutti. Questa è la teoria dei rendimenti crescenti, io l'ho scritto in un articolo su Il Manifesto in cui facevo l'esempio della Ramington, la produttrice di macchine da scrivere che, per ragioni che avevano poco a che fare con il miglioramento tecnologico, aveva disposto le lettere della tastiera in modo tale da rallentare la velocità, perché allora, se si scriveva troppo velocemente, si accavallavano le lettere. Però, proprio la Ramington, a partire da quella tastiera e da una posizione dalla quale ha imposto agli altri produttori le macchine da scrivere con quella tastiera, ha fatto sì che oggi miliardi di persone usino quella tastiera: essa è una cagata, oggi potresti cambiare, ma chi è che lo fa? Per perdersi tutto il mercato? Non è ergonomica, tu potresti scrivere molto più svelto, ma ormai la tastiera è quella, come Windows è il sistema operativo. Questo vuol dire che la colonizzazione non parte da un corpo che si dilegua, ma da un comando, da una proprietà, da un monopolio che entra nei nostri corpi: perché oggi noi la tastiera della Ramington la usiamo ed è naturale, noi abbiamo naturalizzato l'uso. Noi oggi il corpo lo viviamo appunto nella sua versione negativa, nel momento in cui agiamo partendo da quelli che sono i nostri bisogni: se ho un bisogno di scrivere oggi io lo soddisfo usando una certa modalità di scrittura a macchina che è quella lì, punto e basta; il problema è di trovare una modalità che permetta di sottrarre il corpo a questi body-snatchers, a questi invasori, a quello che è il nuovo comando dell'economia postfordista, immateriale, del general intellect messo al lavoro. Il general intellect deve dunque sottrarre il corpo, è per questo che dicevo che il problema è sviluppare il pensiero della differenza in modo tale che non si corporeizzi.
Ho letto un bellissimo articolo di Lia Cigarini sul rapporto tra le donne e il lavoro, in cui alla fine dice che ci sarà una lotta sul posto di lavoro tra uomini e donne, perché le donne vedono il lavoro in un certo modo e gli uomini lo vedono in un altro: è una lotta che è orizzontale ma non si verticalizza proprio perché è di nuovo un passare dalla differenza al corpo che è portatore della differenza, però il corpo portatore della differenza può solo lottare con altri corpi e quindi restare su questo piano orizzontale. Dunque, trovare il modo di decorporeizzare significa rendersi conto che la moltitudine è ciò che sa sottrarsi a questa invasione e colonizzazione da parte del capitalismo del general intellect. E' chiaro che questo è un passaggio difficile, però ci deve vedere impegnati a lavorare: c'è comunque già in Marx questa interessantissima questione. Nel '900 nel marxismo si è parlato e dibattuto molto del problema della trasformazione dei valori in prezzi, la destra ha sempre usato la contraddizione di Marx come contraddizione logica per dire che è una stupidaggine, che non regge questa nuova teoria, dimenticando che era una critica dell'economia politica, non era una nuova teoria alla stessa stregua dell'economia marginalista, della teoria classica. In Marx c'è già chiaro e tondo il problema dell'impossibilità di ammortizzare il capitale fisico, il capitale fisso, costante, nel senso che il lavoro vivo crea valore di scambio ma non crea quel valore che tu devi mettere sotto forma di prezzo per poter accumulare quella somma di denaro tale da poter ammortizzare quello che hai investito in macchinari, che è il lavoro morto, il lavoro passato, il lavoro contenuto. Di questa contraddizione Marx è perfettamente consapevole, in "Teorie sul plusvalore" ci sono diverse pagine dove fa vedere che uno non riesce ad ammortizzare neanche un coltellino sulla base della teoria del valore-lavoro, perché il lavoro vivo crea solo nuovo valore, non crea nuovo valore tale da poter sostituire il vecchio valore, quello già immobilizzato nei macchinari.
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