Questo in un certo momento è stato anche utile per demolire questa struttura ridicola che era la facoltà di Architettura di Firenze; rivisto in generale è stata però una sottovalutazione di tutto il tema della formazione, non ce ne importava niente, mancava l'idea di una ricostruzione critica anche a partire da Marx o da altro. Forse non eravamo così scemi come i marxisti-leninisti, Servire il Popolo, queste frange estreme del verbalismo fine a se stesso, almeno quelli che poi sono diventati Potere Operaio qualche atteggiamento un po' meno ideologico forse ce l'avevano; però, non è certamente stato fatto nulla per introdurre una mentalità critica. Quello che prevaleva era l'accettazione acritica della linea e dell'ultimo slogan che serviva per mobilitare più persone possibili; gli slogan erano sui servizi, sui diritti (le cose trasferite poi in ambito studentesco diventavano abbastanza ridicole), e non c'era nessuna particolare attenzione per una formazione critica, anzi forse c'era proprio il contrario, cioè la partecipazione acritica a un movimento che certo era divertente in quanto tale. La prima riunione di fondazione di Potere Operaio me la ricordo bene, fu naturalmente a Firenze al Centro Francovich, fu ai primi di agosto del '69, faceva un caldo micidiale e allora si finì per andare nella villa di un architetto che incontrammo quel giorno, siamo stati intorno ad una piscina con i piedi nell'acqua.
Rispetto ai Quaderni Rossi e a Classe Operaia, analizzandone limiti e ricchezze, quali sono state le componenti che si sono aggregate e anche contrapposte?
Io ero uno dei più giovani, non è che capissi tutto. Però, forse avevo una posizione abbastanza privilegiata perché non ero né a Torino, né a Milano, né a Roma, avevo dei buoni rapporti con le tre sedi un po' più impegnative. Per esempio, c'era sempre un po' una tensione tra Roma e Torino, c'era l'idea che da Roma volessero in qualche modo utilizzare questa esperienza per poi reincanalarla dentro il Movimento Operaio, dentro il PCI poi essenzialmente. In fondo a Roma c'erano alcuni del PCI e altri invece no, tutt'altro, la maggior parte semmai eravamo usciti dal PSI ma quasi nessuno aveva avuto esperienze nel Partito Comunista. Lì la figura chiave di questo eventuale complotto era Aris Accornero: credo che ormai sia il segreto di Pulcinella il fatto che Aris scriveva su tutti i numeri di Classe Operaia, lui in quel momento credo che fosse il consigliere personale di Novella, il segretario della CGIL e contemporaneamente scriveva su Classe Operaia perché amicissimo di Rita Di Leo e di Mari Tronti. Ogni volta firmava con uno pseudonimo, poi non compariva ovviamente alle riunioni. C'era dunque questa figura misteriosa del romano, io sapevo che era lui, l'avevo incontrato anche qualche volta. Aris è persona squisita, io lo ammiravo molto, tra l'altro i suoi articoli erano sicuramente più di ambito sindacale, in quel momento c'era la grande storia dei contratti e lui magari ci dava degli articoli che avevano anche sicuramente un retrogusto sindacale. Ad esempio, mi ricordo un articolo su "Tessili e chimici una sola battaglia" comparso in uno dei primi numeri di Classe Operaia, in cui c'era un ragionamento forse un po' interno al sindacato sul fatto che le due categorie, siccome ormai il tessile era una sezione del settore chimico, potevano costruire una strategia comune. A noi interessava il risvolto pratico, di mobilitazione, di discussione che nasceva da questo; probabilmente c'era anche altro, nel dibattito ai vertici sindacali questo magari voleva dire chissà quale rapporto tra sindacato dei chimici e quello dei tessili, cosa che a noi non ce ne fregava proprio niente. Comunque, nelle discussioni di Classe Operaia c'era quest'ombra romana che presupponeva anche un possibile recupero dentro il PCI; però, io non ci ho mai creduto, le ho sempre prese un po' come delle paranoie, soprattutto Romolo Gobbi aveva questa idea fissa, Romano un po' meno mi sembra, non è che gliene fregasse molto fino a un certo punto. L'esperienza è durata abbastanza poco, in fondo si è autoconclusa senza bisogno di scissioni o altro, chi ha voluto ha continuato; poi dopo Classe Operaia ci sono stati alcuni incontri a Roma in cui ci andavo anch'io qualche volta, anche Lapo Berti. C'è stata questa rivista Contropiano che per un certo momento ha in parte riunito alcune persone, c'erano Toni, Cacciari, Asor Rosa, un po' il gruppo tradizionale.
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