Tu dici giustamente che c'era una profonda differenza tra Materiali Marxisti e Potere Operaio; però, quelli che facevano Materiali Marxisti non erano in buona parte le stesse persone che erano nell'Esecutivo di Potere Operaio?
No, perché l'Esecutivo era molto più dominato da Scalzone, Piperno, i romani. Io nell'Esecutivo di Potere Operaio ci sono stato il primo anno, poi con fortuna non meritata a un convegno di Bologna mi ricordo che con Magnaghi ci siamo praticamente giocati a pari o dispari la presenza, "io ci sono stato un anno, ora tocca a te", e Calogero poi stabilì che Alberto si dovesse fare tre anni di galera per quella ragione lì, se c'ero io probabilmente me li sarei fatti io. Dunque, non è che ci fosse questa corsa al potere! Comunque, negli anni successivi credo che i vertici di Potere Operaio fossero una cosa sostanzialmente diversa; questa cosa di Padova faceva tra l'altro riferimento a Toni e basta, gli altri dirigenti di Potere Operaio tipo Scalzone non avevano voce in capitolo. Loro facevano altre cose, tra l'altro Piperno aveva avuto all'inizio, quando si trasferì a Roma, tutta un'attività anche sulle facoltà scientifiche, sull'attività dei tecnici. Una delle pubblicazioni che ha avuto maggiore successo era quella che uscì prima di Potere Operaio, si chiamava Linea di massa, con una testatina che ancora fu un'opera di Mario Mariotti, era fatta con delle letterine in rilievo: di quella cosa lì se ne tiravano centomila copie. Mi ricordo che questo ci lasciò senza fiato perché un conto era tirare di Classe Operaia forse addirittura diecimila copie (probabilmente esagero, erano di meno), comunque erano tantissime ma perché si andava alle fabbriche a darle, mentre Linea di massa improvvisamente tirò centomila copie. Ci furono il quaderno di Sergio sul CUB Pirelli e quello di Piperno su tecnici e classe operaia. Io in quel periodo lì facevo da esecutore, cioè mi occupavo più dell'aspetto della tipografia, insomma di queste cose qua. Comunque, quelle erano cose grosse. Poi i bisogni organizzativi a un certo punto devono essere diventati veramente pesanti, superiori alle nostre capacità.
Prima di Potere Operaio c'era stata La Classe, giornale in cui tra l'altro veniva affrontato proprio questo discorso sui tecnici e sulla scienza.
La Classe uscì per tre mesi, nell'estate del '69, la faceva Scalzone a Torino.
Sulla formazione e sul territorio.
L'impostazione di Tronti era molto produttiva negli anni '60, indubbiamente c'era questo corto circuito tra una rilettura di Marx molto selettiva e la situazione che andavamo a vedere che corrispondeva, non c'era dubbio che fosse uno strumento di conoscenza molto ricco. Io poi lavorando sul campo più o meno del territorio, cioè quello che poi è il tema di Magnaghi in qualche modo (per forza, abbiamo fatto un po' lo stesso mestiere), mi sono messo a insegnare geografia alla facoltà di Lettere perché mi sembrava più interessante che non urbanistica ad Architettura, perché si potevano dire delle cose non legate alla pianificazione e alle strategie imprenditoriali, analizzare senza implicazioni di progetto. Poi questa intenzione è stata appunto un po' sommersa dalle vicende di Potere Operaio o di altro. Adesso quello su cui sto cercando di lavorare è proprio rintracciare dei fili, ovviamente non si può più ripartire da una lettura di Marx o di testi classici, ma rifondare in qualche modo questa scienza del territorio ora mi sembra un'esigenza interessante, se fossimo partiti prima saremmo per esempio stati in condizioni di bloccare sul nascere questa ideologia ambientalista che secondo me è uno dei danni più grossi che ci siano nella cultura italiana, almeno in questi settori, negli ultimi vent'anni, e di cui Alberto in qualche modo è responsabile ed è su questo che ho da ridire con lui, e ce lo diciamo ovviamente. L'ideologia ambientalista è nata su un vuoto assoluto, nessuno in quel momento era in grado di collegarsi a un certo dibattito nelle scienze naturali, che poi si scopre che esisteva invece, però esisteva a livelli della biologia evolutiva, dei darwinisti contro gli ultradarwinisti, dei paleonotologi contro i genetisti; si scopre a ritroso che c'erano le basi per una discussione e un'impostazione molto più approfondita che non fu fatta perché non ce ne siamo accorti, perché questo ambientalismo è cresciuto rapidamente e immediatamente come ideologia tra l'altro.
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