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INTERVISTA A ROMOLO GOBBI - 14 DICEMBRE 2000


C'è poi il discorso sulla sociologia. Panzieri a Torino, all'Einaudi, è la sociologia, e i De Palma, i Lolli, questi che frequentavano l'università, che si occupavano di sociologia, anche loro vengono irretiti da questa novità. L'Italia scopre la sociologia, la cultura italiana, perennemente in ritardo, scopre la sociologia. E naturalmente compito ancora più arduo è far accettare al partito e alle organizzazioni sindacali la sociologia come strumento di conoscenza della classe, cosa pazzesca: la scienza borghese che pensa di essere superiore alle capacità euristiche del partito, dei propri militanti, dell'intellettuale collettivo! "Ma quali questionari, andiamo a chiedere ai compagni"; e poiché questi si erano ficcati in un buco, i compagni dicevano: "Noi siamo isolati, siamo perseguitati, questi non si muoveranno mai, perché sono tutti 'barotti', sono tutti contadini, hanno il frigorifero e la macchina e quindi non sciopereranno mai, questo è il dato". Invece, noi continuiamo in questa cosa; poi, visto che uno dei quattro è finito nelle BR e via dicendo, quella cosa lì ha poi una logica di vita estremistica. Potere Operaio di Torino di Emilio Soave, il Gatto Selvaggio di Romolo Gobbi e queste cose qua, come potevano andare a finire? L'esperienza di Classe Operaia ci obbliga a un percorso assurdo, perché si spacciava per un'esperienza militante ed era uno strumento improponibile, impraticabile nella comunicazione con gli operai, testi illeggibili, discorso intellettualistico, i Quaderni Rossi già erano una bella perla in questo senso. Non capisco perché voi vi interessiate tanto di questa cosa, è un'assurdità, un parto ritardato di trenta o quarant'anni rispetto agli altri, un aborto, che però ha prodotto la deformazione di questo sindacato italiano che è quello che è, una delle forze dominanti di questa società: parliamoci chiaro, il sindacato conta in Italia, eccome, ed ha contato di più perché questa esperienza è andata in porto, il salario come variabile indipendente, i delegati, questa cosa qui ha avuto un impatto pazzesco sulla società italiana. Ciò incontrando anche una classe imprenditoriale incompetente, il cui principale rappresentante è il demente torinese Agnelli, che è uno dei massimi esponenti. Cioè, una classe imprenditoriale che dice: "Facciamo l'accordo e appoggiamo le sinistre perché queste possono fare quello che le destre non possono fare". E' una frase testuale, Agnelli l'ha detta a proposito del governo di centro-sinistra, ma lui già lo pensava quando nel '75 firmava l'accordo con i sindacati. Se le cose vanno così cosa succede? Durano per un po' di tempo, passato il quale i tuoi si ribellano e hai i 40.000, e gli altri alle prime elezioni dopo che si sono comportati come le destre perdono il governo. Questo è il risultato che ha ottenuto questo imbecille, questa tartaruga rugosa.
Per rendervi conto anche della mia evoluzione successiva, non solo io vedo con occhio distaccato l'esperienza particolare, io non voglio mobilitare aggettivi altisonanti, in realtà ho ereditato da mia madre un forte senso autocritico e un gusto per l'ironia e per l'autoironia. In generale siamo in una fase quasi di deindustrializzazione, perché con l'introduzione dell'automazione automaticamente la classe operaia viene ridimensionata, e siamo al punto in cui ci troviamo oggi. In realtà, l'Italia vive una controtendenza dovuta alla sua arretratezza, per cui si espande la classe operaia e negli altri punti si sta già riducendo. Quindi, il sogno operaista era tanto più sogno perché era un sogno provinciale, italico, abbastanza nordico, tutto sommato i grattacieli nel deserto del Sud non l'hanno certo trasformato in un paese industriale. Questo era il dato ed è la contraddizione stessa del marxismo che in fondo predica un futuro di egemonia politica, un termine a lui estraneo, diciamo di dominio e di conquista politica del potere da parte della classe operaia quando la sua analisi porta comunque nella direzione opposta, è lui stesso che lo afferma quando dice che il capitale è portato per sua natura a risparmiare forza-lavoro: quindi, la classe operaia è anche destinata ad aumentare, solo che poi a un certo punto dovrà diminuire. La condanna del marxismo è tutta lì, tutte le altre contraddizioni sono minime rispetto a questa contraddizione di fondo: bisognerà che lo sviluppo capitalistico raggiunga il massimo, ma quando l'ha raggiunto la classe operaia è una minoranza e non può più reggere lo Stato comunista, quell'idea lì. Dunque, non solo io mi rendo conto di questo, ma mi rendo conto che a livello mondiale ormai si muovono forze che addirittura sovrastano questa microdimensione, che è una dimensione che riguarda un quarto dell'umanità, adesso un quinto, in un breve periodo di tempo sarà un sesto per diventare poi un decimo dell'umanità nell'arco di 30-40 anni.

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