Secondo te quali erano e quali sono le differenze più significative tra il movimento femminista italiano e quello americano, anche rispetto al discorso dei percorsi di emancipazione e di liberazione e al discorso dell'identità della donna, quindi da una parte la teoria della differenza e dall'altra parte il discorso di Donna Haraway con il "Manifesto Cyborg"?
Mentre una volta del movimento femminista italiano sapevo molto, di quello di adesso so molto poco, leggo qualcosa qua e là però non è che sappia molto, a parte rapporti con qualche vecchia o giovane compagna. Questo discorso della differenza lo trovo assurdo e l'ho sempre combattuto, secondo me è insostenibile, perché la differenza non esiste nel capitalismo, in esso esistono le gerarchie: quindi, non esiste la differenza, tu non rivendichi il tuo sfruttamento, non rivendichi la tua emarginazione. Ecco, c'è questo celebrare la differenza: magari c'è un livello in cui posso culturalmente, a livello fantastico, usare questi termini in senso positivo, cioè c'è un angolo della mia mente che accetta, usando le parole, i termini molto metaforici, altrimenti politicamente no, perché ci sono delle gerarchie. Celebriamo la differenza tra bianchi e neri? Quelli là li ammazzano, gli sparano a vista, gli fermano la macchina di notte: celebriamo queste differenze? O il fatto che se andiamo sul posto di lavoro c'è la discriminazione? Che senso ha politicamente parlare di differenza? Parli di gerarchia, di rapporti di potere, è questo con cui ti confronti. Il movimento femminista non è nato come un movimento di diversità: questo non vuol dire che le donne lottino per essere uguali agli uomini, non è che io accetti l'idea dell'uguaglianza e queste cose qua; ma non è che perché rifiuti il modello di eguaglianza inteso in un certo modo allora accetti la diversità, perché il discorso viene fatto in modo che ignora un fatto di potere.
E poi invece c'è tutto questo discorso postmoderno, allora lì passo al Donna Haraway: io ho un rifiuto enorme per Donna Haraway, e credo che lei mistifichi su moltissimo, su tante cose. Tanto per cominciare, lei fa il discorso che oggi non c'è più niente che unifichi le donne, quindi la coscienza femminista è una coscienza contro e non è mai una coscienza in positivo, questo è il discorso che fanno tante postmoderne: perché cos'è che ti unifica? Non l'utero perché non ti puoi unificare sull'utero che è una cosa biologica: sta di fatto che mi apre pazzesco spacciare solo per biologica tutta l'attività riproduttiva, al di là delle condizioni in cui si pone, dentro il capitale, dentro il socialismo, dentro una società rivoluzionaria, dire che l'attività umana è semplicemente biologica, che quindi non c'è una dimensione storico-sociale. Ma loro fanno proprio il discorso che oggi non c'è più unità, perché? Perché non ci si può unificare intorno al biologico, non ci si può unificare intorno al lavoro perché oggi ormai le donne sono disgregate e quindi il lavoro non rappresenta più, non è che sono tutte casalinghe ecc.; quindi, rivendichi questo soggetto frammentario e ti poni come coscienza contro. Questo secondo me è un discorso completamente fallimentare e falso. E' falso perché prima di tutto il biologico è un'interpretazione errata, quello che loro chiamano lavoro biologico non è biologico. A parte questo, il discorso fondamentale è che hanno dato per scontato che siccome a livello internazionale un raggio molto piccolo di donne è riuscito a liberarsi dal lavoro domestico, a fare la carriera, le attività interessanti ecc., quindi non esiste più uno sfruttamento specificatamente femminile, del lavoro femminile, da parte del capitalismo internazionale: questo non è vero. La mia critica parte dal fatto che oggi esiste ancora una divisione internazionale e sessuale del lavoro che colpisce in modo specifico le donne, quindi questo rappresenta una base di aggregazione.
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