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> Trasformazioni capitalistiche e forma-Stato
(pag. 1)

> Identità singola e collettiva
(pag. 8)

> Possibile centralità di un soggetto di classe
(pag. 8)

> Soggettività di classe
(pag. 9)

INTERVISTA A FERRUCCIO DENDENA - 13 MARZO 2000


In questo scenario, secondo te, il concetto di identità, singola e collettiva, quanto è importante e su che cosa si basa?

Questa è la domanda fondamentale, perché il problema dell'identità o è subordinato a processi di oggettivazione, e quindi l'identità te la costruiscono dall'esterno e tu la riconosci, la fai tua e ti schieri, oppure rompi questi processi di oggettivazione, di costruzione dell'identità dall'esterno, e la costruisci tu; ma questo deve avvenire nella materialità dei percorsi, perché sennò fai il grillo parlante, l'intellettuale apparentemente indipendente. O ciò lo si gioca su percorsi concreti, sperimentali, di laboratorio sociale e nello stesso tempo politico, oppure l'identità ti viene costruita, e questo viene fatto con una preoccupazione maniacale che va dal lavoro all'ultimo minuto di tempo libero prima di andare a letto a dormire, e poi magari anche la notte. Adesso non voglio essere così tragico, ma il tentativo comunque è di copertura complessiva dell'intera giornata di vita sociale con lo stesso meccanismo e con le stesse regole, quindi con una capacità di trovare risposte, sue varianti, invenzioni nuove, sistematicamente e continuativamente, per produrre identità; parlo di identità desiderata, voluta, accettata, dunque con un grado di consapevolezza alto e con la strumentazione critica azzerata. Addirittura, secondo me, una delle paure più grosse che verrà diffusa è quella di diventare, con il proprio agire, veri e propri nemici del progresso umano, cioè che quella che si va a costituire per chi rompe le regole sia un'identità di nemicità del benessere e del progresso dell'umanità; molto di più di quello che avveniva nel passato "in difesa della democrazia e di chi la vuole sovvertire, vuol tornare alla barbarie": questi erano discorsi più politici. Oggi ci troviamo invece di fronte al fatto che arrestare o contrapporsi a questi processi ormai ritenuti oggettivi costituisce davvero nemicità nei confronti degli interessi dell'umanità, quindi dei valori di fondo che stanno alla base della nostra specie. Non è così facile, però è una cosa su cui si giocheranno le carte.


Negli ultimi anni Sergio Bologna ha visto nel cosiddetto lavoratore autonomo di seconda generazione il nuovo soggetto centrale di un potenziale processo ricompositivo, Negri ha parlato di general intellect e lavoratore immateriale, recentemente Bifo Berardi, sull'onda di Seattle, ha, nella stessa ottica, tirato fuori l'espressione cognitariato. Negli anni '60 l'operaio-massa fu individuato come punta avanzata e soggetto centrale nei processi di lotta e ricomposizione di classe: ma, allora, le analisi tendenziali e le intuizioni teoriche interagivano, in una processualità aperta e virtuosa, con la collocazione di tale soggetto nella produzione capitalistica e con la materialità del conflitto e della soggettività di classe. Non ti sembra che oggi sia stato invertito l'ordine? Ovvero, non ti sembra che alcuni abbiano più supposto che individuato un soggetto, definendolo centrale e cercando poi di giustificare tale analisi parlando di conflitti anche laddove in realtà non ci sono? Inoltre, secondo te, nell'attualità, esiste o può tendenzialmente esistere all'interno della classe un soggetto centrale e potenzialmente ricompositivo? Se sì, qual è o quale potrebbe essere?

Questi compagni (che non sono stupidi, sono molto intelligenti) fanno un discorso che bisognerebbe verificare. La patente di soggetto centrale è addirittura di natura politica: quindi, centrale nei meccanismi economici e di sviluppo capitalistico, e centrale dal punto di vista politico come soggetto più consapevole, o che può acquisire maggiore consapevolezza e dunque svolgere anche un ruolo importante di traino. Questa patente attribuita da parte del pensiero intellettuale lascia un po' il tempo che trova: comunque va bene ed è legittimo sostenerlo, affermarlo e teorizzarlo, però bisogna vedere nella pratica. Se questa cosa non si verifica nella pratica, domani mattina io penso che mi alzerò sostenendo che i filippini delle imprese di pulizie saranno determinanti perché sicuramente riusciranno a rubare tutti i segreti dalle case dei ricchi per governare il mondo.

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