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INTERVISTA AD ALISA DEL RE - 26 LUGLIO 2000

Ma la cosa che mi manca di più e che io considero più importante, insisto, è questa intelligenza collettiva che avevamo messo in funzione negli anni '70 e che adesso non ritrovo più, ho tentato di ricostruirla, anche per le cose che sto facendo adesso, ma con molta fatica: io ho creato gruppi di ricerca a livello internazionale con persone bravissime, intelligentissime, ma non c'è più lo stesso clima. L'intelligenza che c'era negli anni '70, questa forza proprio di pensiero costruita insieme nella pratica, io non l'ho più ritrovata ed è una cosa di cui sento molto la mancanza. Questo senza togliere, insisto, il debito che ho nei confronti di Luciano Ferrari Bravo, di Guido, di Magnaghi, di tutti, perché effettivamente credo di aver conosciuto personaggi straordinari ed estremamente bravi, Romano Alquati ad esempio, resto sempre nell'ambito dell'Istituto ma era un'intelligenza che era sorta a livello nazionale più che locale e che funzionava così, quindi le persone in sé diventavano non dico interscambiabili ma quasi, anche se a ogni persona ovviamente va riferita una forma e una capacità particolare di insegnamento e di espressione.


Invece nell'attualità quali sono le figure o gli autori che consideri più utili nella lettura e nell'analisi della realtà e delle sue trasformazioni?

Adesso io più che persone trovo dei buoni libri. Diciamo, perché si parla sempre bene dei morti, ma è vero che Luciano Ferrari Bravo per me e per molti qui a Padova era molto importante come qualcuno capace di ascoltare, di apprezzare e nello stesso tempo indirizzare forme di pensiero in fieri. Ma al di là di questo ho veramente l'impressione che siano importanti molti del filone di pensiero a cui in qualche maniera appartengo, anche se ognuno si ritaglia la propria individualità, come a Parigi Yann Moulier che ha scritto questo libro stupendo sulla schiavitù, lo stesso Maurizio Lazzarato, che è stato uno dei miei studenti, adesso sta diventando un intellettuale completo e bravo e questa sua riscoperta di Tarde per esempio mi sembra importante; per non parlare di Christian Marazzi e delle cose che scrive, ma anche di Bifo, anche persone che mi sono un po' lontane come formazione. Però trovo che in questo filone ci siano veramente molte persone che stanno ancora producendo delle cose interessanti. Però, devo dire che per i miei interessi più immediati e più concreti in questo momento mi sento tra quelle persone che hanno bisogno di trovare nella realtà e nella ricerca delle risposte che non riesco più a trovare nei libri, per cui la mia esigenza adesso è di lavorare con le persone per esempio con cui lavoro a livello internazionale per cercare sul campo delle risposte che non è che riesca ad avere da soggetti a cui potrei rivolgermi. E ciò non è per superbia, è perché credo che molte risposte adesso non ci siano, bisogna proprio cercarsele ed è necessario che sia un momento di riflessione attiva a cui tutti dobbiamo un po' partecipare, ma velocemente, perché grandi discorsi e grandi teorie mi pare proprio che non vengano fuori e non vengano poi elaborate. Per carità, io mi sono ritagliata anche uno spazio più preciso e delimitato, è vero che mi occupo di un punto di vista di genere e quindi è anche un percorso teorico che è un po' da costruire e che sto tentando di costruire con persone molto competenti, capaci e brave a livello internazionale, dunque forse non ho l'occhio su tutto, anche se cerco di tenermi al corrente. Per cui non è per non dare nomi, ne dovrei dare troppi adesso come adesso, ma con questa esigenza che ho che bisogna proprio mettersi le scarpe e camminare, andare a vedere un po' le cose come stanno per riuscire a capire non solo cosa sta succedendo ma come presentarsi di fronte al cambiamento, che è un cambiamento così rapido oltretutto che secondo me supera persino molte analisi anche belle e critiche. Ad esempio su questa storia dell'impero di Toni io non sono proprio convinta che sia una cosa up-to-date, l'impero nel momento in cui Toni lo scriveva era già finito: Clinton non riesce a far funzionare Camp David, questo mi pare abbastanza evidente, questa storia del gendarme americano nel mondo forse sarà stato vero in un momento, ma adesso? Non era comunque la prospettiva, si tratterà di vedere cosa fa la Cina, cosa sta facendo il Giappone con la Corea. Allora, ho come l'impressione che per capire effettivamente i cambiamenti in questo momento bisogna andarli a vedere più che scrivere le teorie che sono rapidamente non dico obsolete ma che non danno significative tendenze, almeno per quelle poche che io conosco e per le cose che leggo.

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