Come poi invece il movimento abbia avuto questo andamento carsico, cioè prima apparente, poi nascosto, poi qualche volta salta fuori, io questo non lo so bene. Io so che ha avuto sicuramente (a livello anche europeo, non solo italiano) una espressione di massa su obiettivi specifici: noi abbiamo avuto il movimento femminista sull'aborto, qualcosa sul divorzio, ma sostanzialmente su aborto, contraccezione, consultori famigliari, su questo abbiamo avuto grandi movimenti dappertutto; il resto, che è legato molto di più a comportamenti e a vissuti anche individuali, pagati con il sangue e con scelte non sempre facili, ha avuto degli allargamenti a livello di massa, ma di tipo comportamentale più che di richiesta o forme organizzative evidenti. Perché noi pensiamo sempre al movimento femminista quando portava 100.000 persone in piazza, ma ci dimentichiamo di vedere che negli anni '80, per esempio, quando il movimento femminista pareva non ci fosse, in Italia sono sorte credo circa 300 Case delle Donne, sono sorti centri anti-violenza fatti da donne con una contrattazione con le istituzioni locali molto produttiva, a Torino ci sono poi tante di quelle cose, si pensi al Buon Pastore a Roma, abbiamo persino una Casa delle Donne qui a Padova (il che sembra quasi incredibile), abbiamo dunque avuto forme di espressione di donne; parlo solo di donne, non la partecipazione delle donne a iniziative (cosa di cui si può anche parlare), si pensi alle forme di espressione solo di donne per esempio nei confronti della guerra, le Donne in Nero. Noi ci dimentichiamo che queste cose fanno parte di un percorso in cui anche soggettivamente molte persone che erano nelle piazze negli anni '70 poi si ritrovano vestite di nero nelle piazze negli anni '90, o per esempio a gestire un centro di documentazione delle donne a Bologna negli anni '80. Quindi, secondo me, più che sempre quel movimento immodificabile (questo sarebbe una sciocchezza madornale), c'è piuttosto un piantar radici di una consapevolezza di genere nella società che è sempre più evidente, che è data da vari fattori, non solo dal femminismo come l'abbiamo visto espresso negli anni '70, ma dal fatto che, per esempio in Italia, le donne cominciano sempre di più a essere presenti nei commerci sociali, quindi a lavorare, cioè a guadagnarsi da vivere, che è una cosa che le pone in posizione più autonoma rispetto al resto della società e anche alla sua struttura; al fatto che le donne, essendo arrivate più tardi sul mercato del lavoro, ne assumono le strutture più atipiche. Infatti, si pensi a una cosa che forse bisognerebbe analizzare un po' di più e su cui riflettevo l'altro giorno: dove abbiamo aziende con orari atipici (aziende di servizi e queste cose qui) noi abbiamo un sacco di donne, dove abbiamo forme atipiche o nuove di produttività diffusa, microimprenditorialità ecc. abbiamo un sacco di donne, non dico che è la maggioranza, però comunque c'è un trend in cui le donne sono sempre più presenti, per non parlare poi del discorso dell'acculturazione in generale, le storie dei diplomi sono su tutti i giornali e dunque non le ripeto.
Quali sono stati i tuoi cosiddetti numi tutelari, ossia autori, figure o persone che hanno avuto una particolare importanza in tutto il tuo percorso?
Sicuramente ne dimentico un sacco, però vediamo. Il primo è senz'altro stato Marx. Poi credo che "Operai e capitale" di Tronti per me sia stato molto importante. Poi non proprio gli scritti di Toni all'inizio, perché non capivo niente di quello che scriveva, lo giuro, adesso forse mi pare che scriva un po' meglio ma allora non capivo niente, scriveva anche cose che non mi interessavano molto; però, invece la vicinanza di Toni, la sua capacità di convincere che dovevamo comportarci come se la rivoluzione fosse in atto, per me è stata veramente molto importante. E' un modo di vivere gli avvenimenti come se stessero già realizzandosi che serve anche a determinarli in fondo: in politica credo che si importante l'ottimismo della volontà per essere più chiari e forse un po' più banali. Quindi, certo anche le cose che scriveva, ma insomma la capacità e l'entusiasmo politico di Toni sono quelli che mi hanno determinata molto, e anche questa folle lucidità che ha nell'inventarsi una realtà che adesso chiameremmo virtuale ma che è una realtà dettata dalla volontà: le cose non sono quelle che esistono perché il buon senso ci direbbe che esistono, ma sono quelle che noi desideriamo; allora, secondo me è questa la cosa straordinaria che ti porta a fare politica, perché se no forse non la faresti proprio. E questo mi manca. Certo, ci sono state un sacco di altre persone che hanno detto per me cose importantissime, che ne hanno scritto e che sono ancora molto importanti.
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