E questi mi sembrano dei mostri antidiluviani, mentre invece questi professori di università, avvocaticchi o non so cosa, insomma gente che abita qui, mi sembrano quasi più sensati. Se da un lato c'è stato un processo di proletarizzazione anche di tutte queste professioni, per cui tra loro e gli operai sicuramente c'è ancora una differenza di reddito ma non per tutti, la differenza di status è proprio quasi zero, e il fatto che questi ceti forse per loro interesse personale ma comunque si sentano obbligati a partecipare alla costruzione di una vita migliore nel territorio in cui vivono a me sembra molto importante; poi lo dico anche perché abito qui, ma Larcella per esempio è quartiere operaio e i comitati ci sono anche lì. I comitati sono stati un elemento per esempio di spostamento dell'asse elettorale nelle ultime elezioni: siccome la lista "Insieme per Padova" (quella che ha vinto) aveva promesso loro che avrebbero tolto tutte le antenne, i comitati hanno votato la nuova sindaca Destro (che è di destra, di Forza Italia), e Zanonato, che era il sindaco DS, ha perso per cinquecento voti, tanto per capire che anche dal punto di vista dei rapporti istituzionali queste cose poi alla fine contano, pochino ma contano.
Negli ultimi anni si è sviluppato un grosso dibattito attorno al nodo della classe: se di classe si possa ancora parlare, come si è venuta trasformando (prima ad esempio hai accennato ad un processo di proletarizzazione di lungo corso), se all'interno di questa classe (o di un qualcosa che non ha più questo nome) possano esistere dei soggetti tendenzialmente centrali (ad esempio Bifo ha recentemente tirato fuori il neologismo cognitariato). Tu come analizzi complessivamente questa macrodimensione?
Il discorso è quello della composizione di classe: questo, da un punto di vista strettamente marxista, credo che debba essere in qualche maniera rivisto, come deve essere rivisto tutto il discorso sulla produzione di merci e tutto il discorso sulla creazione di valore, è tutta una cosa probabilmente da ricostruire. Però, se per classe intendiamo quella partecipazione, fisica suppongo, alla produzione di merci, qualsiasi siano le merci prodotte, e quindi dentro questa produzione possiamo metterci tutte le trasformazioni del fare lavoro di questi tempi, diciamo che il concetto di classe ne risulta enormemente allargato. Se per Tronti la classe era il motore mobile perché comunque era legata a strutturazioni produttive di un certo tipo, ovviamente ridotte rispetto al resto della società, quindi diventava l'elemento che poteva poi costituire l'interesse generale della società, la cui soddisfazione delle domande diventava la soddisfazione dell'interesse generale della società, oggi è quasi una cosa contraria: se la produzione di merci (qualsiasi tipo di merci, persino la merce comunicazione, quindi quella più immateriale se si vuole) investe tutta la struttura relazionale della società, la classe allora si identifica quasi con i cittadini se si vuole, o anzi peggio i cittadini più gli extracomunitari più i clandestini, cioè con tutti gli individui capaci di intendere e di volere e anche magari gli altri. Ciò nel senso che se è vero che qualsiasi comportamento sociale e relazionale è ormai diventato un comportamento produttivo, allora la definizione di classe dovrebbe essere estremamente larga, e probabilmente lo è, non lo so; dunque, è indubbio che, di per sé, se è così larga non può che essere centrale. E' vero che allora di fronte si troverebbe solo il capitale finanziario, cioè l'immaterialità assoluta. Su questa cosa apro una parentesi: a Marghera ci sono posti incredibili dove si balla, in piena zona industriale metalmeccanica, cioè in ex fabbriche, come qui nella periferia di Padova, dove prima c'erano le fabbriche e adesso si fabbrica un'altra merce, si fabbrica il divertimento, si fabbrica il tempo libero, si fabbrica la soddisfazione ovviamente del tempo libero, del divertimento e di queste cose qui. Però, c'è la fabbrica, la cosa allucinante è che il passaggio ancora è talmente rapido che non si sono modificati i contenitori delle due cose, e si produce sempre una merce. Allora io mi domandavo: i gestori di questi locali (mezze scuole da ballo, mezze balere), gli insegnanti di ballo, cosa sono? gli operai di oggi? Non lo so, forse fanno parte della classe operaia però con delle caratteristiche straordinarie, loro si acculturano continuamente per poter produrre questa merce, stanno attenti alle mode. E' questa la nuova classe operaia? E' questa la classe? Che coscienza di classe abbia il gestore di una scuola di ballo in piena zona industriale a Marghera questo francamente non lo so, però deve essere così. C'è addirittura un passaggio nello spazio fisico così contiguo che qualcosa sta succedendo, lo vedi, e questa è una merce estremamente immateriale, che però fa circolare equivalenti generali in maniera straordinaria perché niente è gratis di queste cose qui, c'è gente che ci vive, è una merce che si compra e si vende. Quello che è straordinario è poi questa contiguità fisica.
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