LA CLASSE
giudizio del soggetto sull'esistenza della classe
trasformazioni della classe
sua composizione tecnica e sua composizione politica
analisi della soggettività di classe che oggi si esprime
giudizio su quali soggetti esprimono forme di conflitto e su quali tendenzialmente possono esprimerle
opinione sulle possibile configurazione di soggetti trainanti e ricompositivi (se sì, quali)
come cambia o deve cambiare l'attività politica rispetto alle trasformazioni nelle forme di produzione e nella composizione di classe
eventuali ipotesi di scommesse politiche su soggetti e ambiti in una dimensione di contrapposizione al capitale.
Negli anni '60 e '70 si è chiuso un ciclo che è stato quello della ricostruzione del dopo-guerra in Europa, ed è stato il ciclo sostenuto dall'operaio-massa; in Italia, ma anche in Francia, in Germania, in Gran Bretagna, c'è stata la ripresa economica, c'era da ricostruire e da rilanciare un'industria. Gli anni '70 hanno chiuso quest'epoca e questa fase e il capitalismo si è apprestato al salto successivo, che è stato quello dell'internazionalizzazione dei flussi di capitale. Gli anni '80 ne sono stati la preparazione, negli anni '90 abbiamo visto la caduta del muro di Berlino, la fine della guerra fredda, l'internazionalizzazione delle dinamiche politiche, l'emergere di questo nuovo polo europeo che si struttura.
Io non credo, tutto sommato, che ci siano nuove figure emergenti, c'è una dislocazione differente: l'Occidente, il cuore della metropoli imperialista, diventa sempre di più il cervello, con il terziario, il capitale finanziario, i servizi, e la produzione viene dislocata nelle aree più confacenti allo sfruttamento capitalistico. D'altra parte assistiamo ad una ripresa forte dei flussi migratori, per cui le crisi in un paese in via di sviluppo spingono masse sempre maggiori di persone a muoversi: in Asia, all'interno della Cina, ci sono flussi di centinaia di migliaia di persone che si spostano dalla campagna verso le metropoli e poi (cosa che comunque andrebbe approfondita) dai paesi più poveri verso quelli più ricchi. Questo può essere un veicolo positivo di comunicazione sociale che, diffondendo il modello di produzione capitalistico, diffonde anche l'opposizione di classe e la presa di coscienza del proletariato. Io non penso che ci siano figure nuove da cercare, non credo più che ci siano figure centrali attorno alle quali si possa ricomporre la classe: penso semmai che le dinamiche del capitale spingono verso una ricomposizione della classe, solo che non sarà più una ricomposizione a livello nazionale ma sarà forzatamente a livello internazionale; attorno a quali figure francamente non lo so. Sicuramente il capitale, diffondendo il proprio modello di produzione e approfondendo i livelli di sfruttamento, spinge verso una tendenziale proletarizzazione anche figure che una volta magari erano più assimilabili al ceto medio, per cui tecnici, impiegati, soggetti che, pur facendo parte della metropoli imperialista, comunque subiscono condizioni di sfruttamento che saranno sempre maggiori e sempre più gravi. Non me la sento di dire intorno a quali dinamiche si potrebbe dare una ricomposizione di classe nel prossimo futuro. Certamente io credo che il capitale stesso per le sue dinamiche procederà di crisi in crisi, per cui, come dicevo prima, l'affacciarsi sulla scena mondiale di nuove potenze, come la Cina, l'India, per altri versi il Brasile, scombussolerà vecchi rapporti ormai consolidati: questo spingerà alle crisi, per cui a una maggiore mobilità del proletariato a livello internazionale e globale, a crisi sempre più violente, per cui guerre più o meno locali oppure più o meno generali. Questo può essere un terreno sul quale l'agire delle avanguardie funziona da stimolo per una presa di coscienza della classe. Non credo più, come negli anni '70, in figure carismatiche attorno alle quali si ricompone la classe: semmai si ricomporrà attorno a dinamiche sociali. Da questo punto di vista, per esempio, i flussi migratori possono essere un enorme veicolo di proletarizzazione e di comunicazione a livello internazionale, ma ciò non vuol dire che l'immigrato diventerà la figura centrale.
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