I VOLSCI


Periodicità: mensile fino al dicembre 1978, poi irregolare
Formato: tabloid
Roma febbraio 1978
Durata: in corso di pubblicazione
Tiratura: 5.000 copie
Diffusione Italia centrale


La rivista pubblica il primo numero nel febbraio 1978 quando ancora sono profonde le tracce lasciate dal movimento del 1977.
Difatti è caratterizzata oltre che da una pesante e radicale critica nei confronti dei mezzi di informazione istituzionali, anche da una seria critica nei confronti di alcune tendenze che hanno attraversato questo movimento.
Al centro di una grossa campagna di criminalizzazione da parte di tutti gli organi istituzionali e soprattutto da parte del Pci, via dei Volsci, inteso come movimento romano protagonista anch'esso dei fenomeni che hanno caratterizzato il '77, viene fatto centro di alcune misure repressive che portano in pochi mesi alla chiusura della sede di «via dei Volsci», alla denuncia per banda armata per 94 compagni, di cospirazione politica per un totale di 183, fino alla richiesta del confino per una trentina di militanti dei «Comitati Autonomi Operai».
E' proprio a seguito di questa campagna di criminalizzazione dove viene più volte menzionato il nome di via dei Volsci che viene scelto come testata della rivista proprio «I Volsci».
«Il crescente dispotismo nel controllo delle informazioni» dunque e «la crisi sempre più intollerabile dell'irrealismo teorico del separatismo sociale, del gregarismo politico, del linguaggio codificato delle organizzazioni di estrema sinistra», sarà il centro del dibattito almeno in questo primo numero.
«I Volsci» caratterizzerà il suo intervento in un duro attacco nei confronti del Pci ritenuto il maggiore responsabile e promotore di questa grossa campagna di criminalizzazione. Verso la fine del 1978 la rivista partecipa al grosso dibattito che coinvolge tutta l'area dell'autonomia. Questo dibattito era centrato sul problema di operare un salto di qualità organizzativo all'interno del movimento.
Le analisi fatte da riviste come «Primo Maggio» e «Controinformazione», che introducevano elementi di valutazione teorica sull'autonomia operaia, sui suoi comportamenti e sulla ristrutturazione del capitale, venivano ritenute insufficienti se di pari passo non si avviava concretamente il processo organizzativo.Da qui la proposta di creare un «Movimento dell'Autonomia Operaia» capace di tradurre in termini organizzativi tutte le forme di spontaneismo antagonista presenti sul territorio.
Oltre che a trattare argomenti riguardanti le lotte operaie e questioni sindacali soprattutto di alcune grosse fabbriche (Fiat, Alfa Romeo ecc.), «I Volsci» trovandosi in una realtà sociale - quella romana - tipicamente terziaria, occupa gran parte del suo intervento proprio in questo settore. Si parla di sfruttamento della donna dentro e fuori la fabbrica (lavoro precario, agricolo, domestico), di lavoro nero, di disoccupati, di scuola, di servizi come gli ospedali e il settore sanitario in genere, SIP , Enel, ferrovieri, ecc. La rivista, inoltre, si occupa con molta attenzione di carcere, repressione e controllo sociale.