La seconda esperienza con Salvia è stata drammatica, e non trovo altro termine per descriverla
Dato che la prima esperienza era stata quasi stupenda non ne avrei mai immaginato un simile doloroso sviluppo
Improvvisamente l’infinito, forse l’eterno, enigmaticamente e come un paradosso:
Angoscioso terrore di avere terminato per sempre il rapporto ordinario con la vita ,quotidiana, con la realtà di ogni giorno. Un addio fattosi improvviso alla vita. Un senso di impotenza, l’impossibilità di porvi
rimedio, per poter tornare indietro. Momentanea (benché assurda) perdita di memoria del fattore scatenante questa paura; in pratica, momentanea perdita di memoria riguardo l’aver assunto Salvia.
Sembrava che le luci della stanza fossero accese normalmente, mentre in realtà ciò che rischiarava l’ambiente era solo la luce di una candela.
L’ambiente attorno a me (un salotto confortevole di una bella casa di montagna con tipico arredamento freak - post anni ‘70, tutto colorato) si è improvvisamente trasformato in un ambiente scuro e opprimente
come se tutto fosse stato di lana o , per meglio esprimermi, fosse stato di moquette: pavimento, pareti, divano, arazzo sul muro fatti di un tessuto caldo, cucito punto dopo punto.
Io ero seduta davanti al tavolo e ho provato a girarmi verso sinistra per togliermi dagli occhi quell’immagine; sentivo delle punture in tutto il corpo, il dolore diffuso era forte.
Ebbene, in quel senso di perdita dell’anima in quella strana e “definitiva” dimensione - che solo dopo ho avuto la capacità di definire “morte”, sono tornata alla mia infanzia.
Vedevo la sala da pranzo, quella con il vecchio e caro lampadario arancione tondo come un disco volante - la voce di mia nonna innervosita che mi rimproverava per aver preso Salvia- la sua voce era forte, era
arrabbiatissima, sentivo il suo rimprovero, la sua voce forte e nitida nelle orecchie: “Perché hai preso questa roba? Non bisogna! non si fa!”
il ricordo dei suoi capelli neri che cadevano sulle spalle ... - fotografico ! -
E una voce muta che mi ripeteva che non sarei mai più tornata indietro nella vita di tutti i giorni, come una condanna, una sentenza . “ Vedi , Marcella, adesso e per sempre
sarai così, vivrai in questa dimensione...di’ addio a ciò che conoscevi prima! Non c’è spazio neanche per rassegnarti”
Tormento ... paura....
“Vedi, questo è l’infinito, questa è l’eternità”.. Improvvisa l’immagine della credenza di legno della vecchia sala da pranzo dove giocavo da bambina.
Sulle porte di legno erano inserite, coperte da uh vetro, diverse immagini di piante, sottotitolate con il loro originario nome latino ..... e il mio caro cuginetto scalzo, con la faccia sempre sporca che mi sorride ..... fata Primavera e il vigile con
le orecchie da asino - - - ma questa, come si suol dire ... è un’altra storia.
Poi , per fortuna, il mio compagno ha capito che stavo soffrendo come un cane e , nel momento in cui mi ha abbracciato l’effetto di Salvia lentamente si è dissolto -
Uff... che fatica.
E’ stato come atterrare di nuovo in questo stramaledetto pianeta, che con tutti i suoi disastri, casini, orrendi avvenimenti è comunque - a questo punto- bellissimo così, per quello che è.
(mezza estate 2001)