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Di
stupefacenti sarebbero, secondo i sapienti, avvelenati i
selvaggi. Infatti, la droga guadagna spazio, mentre sulla droga
guadagna il capitale. Ma la droga allucinogena, quella per
intenderci che libera dall’allucinazione della “vita”, con
l’abbassare la soglia che filtra cioè economizza le
percezioni, attacca direttamente l’economia che impoverisce
ciascuno inchiodandolo alla scheda perforata delle percezioni
programmate per lui dalle gerarchie del sapere, e, con il
consentirgli finalmente di vedere
ciò che non aveva mai visto prima, lo dischioda dal “reale”,
gli restituisce la verità che gli pertiene. Non può essere,
tale verità, che atroce: umiliante e terrifica. Ma definitiva,
indimenticabile. Lo strappo non è reversibile, si lamentano i
sapienti. Terrorizza, sgomenta, inselvatichisce. Ciò che
terrorizza, ciò che sgomenta e ciò che, nei migliori dei casi,
inselvatichisce non è, al contrario, che la visione della loro
“verità”, di colpo denudata.»
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