41- Una nota interessante è stata fatta da J.L.Mc Laughlin, puntualizzando che il peyote è stato usato per scopi terapeutici nel trattamento di casi di avvelenamento da Datura[(1973) Lloydia 36(1):1-8] Egli incluse questa nota in una lista di altre applicazioni in uso presso i popoli nativi - ritenute inefficaci- Sarebbe interessante anche solo tentare di accertare quali interazioni farmacologiche esistono. per quel che ci risulta, questa è un'area che non è ancora stata studiata.

Da una curiosa nota a margine, fatta da La Barre (1975):pag. 26- nota 16:"…mentre i Tarahumara credono che toccare una Datura possa causare la morte o la pazzia, questa proibizione non si applica allo sciamano Tarahumara, il quale può perfino sradicare la pianta grazie al maggior potere che gli concede il peyote. il testo prevede che il piccolo cactus sia usato "terapeuticamente" o "spiritualmente", anziché mangiato, in questo caso.


42- Dopo aver notato che il Peyote non è mai usato abitualmente dagli Indiani, egli giunse alla conclusione che "il danno maggiore causato dal peyote è il suo uso come rimedio farmaceutico dagli Indiani, che lo considerano una pianta sacra con magiche proprietà curative. A causa della sua poco saggia somministrazione ai bambini e agli invalidi, con grande probabilità è stato dannoso, perfino fatale".


 43- Questa disinformazione si è sfortunatamente perpetuata sino ad oggi. In un brano di Ross Maxwell- per altri versi veramente molto bello- che trattava Big Brend (Guidebook 7 - Istituto di Geologia Economica- Università del Texas- Austin 1968 - 4°ristampa - egli afferma." …il peyote (bottoni di mescal o radice del Diavolo) veniva usato da alcuni Indiani per le sue qualità narcotiche o delirogene. Gli effetti per chi lo prende sono probabilmente comparabili a quelli dell'oppio."


44- E' così assurdo che porta alla mente l'affermazione fatta nel film propagandistico - prodotto dal Governo U.S.A.-"Sinister Harvest (Messe sinistra)" per cui "perfino da morti" i tossicomani di eroina portano un profitto agli spacciatori, che infatti dissotterrano i loro teschi per diluire (estrarre dalle ossa?) la droga che avevano loro precedentemente venduto e rimetterla in circolazione, incrementando i loro profitti. [!!!! …azz! n.d.T.]

45- In un esperimento condotto da professionisti (ne riparleremo) fu notato che alcuni partecipanti, cui era stata somministrata mescalina, (la maggior parte erano persone che lavoravano nell'ambiente medico o appartenenti al clero di diverse confessioni religiose) trovarono impossibile riuscire ad eccitarsi sessualmente (erezione per i maschi), anche a seguito di deliberate sollecitazioni manuali. Essi la definirono "anafrodisiaca".


46- Quelli che sono direttamente coinvolti in prima persona in uno studio del problema "a mente aperta ", piuttosto che quelli che si avvalgono di informazioni di 2° mano - "per sentito dire"- oppure operano con una struttura mentale già predisposta a trovare qualcosa di sbagliato nelle piante .


47- Qualcuno mi ha detto , molto seriamente, che legalizzare le droghe o anche solo decriminalizzarle, sarebbe un errore terribile, perché farebbe perdere un sacco di posti di lavoro a tanta gente.


48- Come sempre, questo non li ha distrutti ma li ha portati ad agire in grande segretezza. Molte loro tradizioni mediche sono comunque andate perdute, come molti di loro, più anziani , sono morti, non potendo superare il periodo in cui non sono stati in grado di accedere alla conoscenza. Negli ultimi anni, fortunatamente, tutto ciò non accade pià, perché i Popoli Nativi che possedevano questa Medicina hanno lavorato intensamente per ricostruire quello che fino poco tempo prima veniva loro sottratto e distrutto.


48- Curiosamente, in maniera analoga ai moderni sforzi della FDA contro il GHB, oltre agli attacchi diretti personalmente contro i peyotisti, Johnson diede il via ad una veemente campagna di disinformazione scrivendo articoli sui giornali e lettere indirizzate sia a pubblici ufficiali delle amministrazioni statali che a personalità Federali (a loro volta influenzanti ulteriori Agenti per gli Affari Indiani a fare lo stesso grazie all'esempio dato), per aizzare l'opinione pubblica (e la legge) contro l'uso della Pianta. Tentò inoltre di intimidire e e perseguitare i legittimi fornitori di peyote , con lo spauracchio di possibili azioni legali a loro carico. Nonostante la sua totale ignoranza riguardo gli effetti del cactus e i numerosi rapporti di di ricercatori professionisti (esperti) che contraddicevano ogni sua affermazione, i suoi sforzi non si limitarono ad attaccare il peyote in quanto "droga " degli Indiani.

Nel 1909, un periodo in cui esisteva un intenso e diffuso interesse farmacologico e venivano portate avanti sofisticate ricerche di laboratorio da parte di famose compagnie farmaceutiche (la mescalina era stata identificata quale composto attivo soltanto poco più di un decennio prima), Johnson- un individuo senza nessuna preparazione medica e neppure alcuna familiarità con i reali effetti del peyote, scrisse una lettera ai fratelli Wormser, distributori del cactus a Laredo , che già precedentemente aveva cercato di dissuadere, grazie a pressioni, dal continuare a rifornire gli Indiani; "

Devo riconoscere …dalla vostra lettera… che certi drogati vi devono aver scritto…per dire che desiderano ricevere il peyote…per ricavarne alcune loro medicine tradizionali. Il peyote non ha nessuna qualità medica, in nessun modo…All'infuori di alcuni messicani ignoranti che vivono lungo il confine, non vi è nessuna richiesta per questo articolo, se non da parte degli Indiani che lo vogliono in quanto droga. E' normale (ovvio) pertanto, che ogni drogato affermante di voler produrre una medicina (tradizionale) stia cercando di imbrogliare, non volendo questo articolo che per poterne fare un traffico illecito."

I Wormser e altri commercianti , non solo iniziarono a rifiutare le forniture, ma spedirono a Johnson le copie delle lettere in cui si richiedeva il peyote che erano loro pervenute.. Quando questa proibizione iniziò a divenire materia di inchiesta, ai Wormser che richiedevano dei chiarimenti in proposito, venne risposto, tramite il Commissario legale degli Affari Indiani, che la legge dietro cui si faceva scudo Johnson trattava esclusivamente dei prodotti tossici e narcotici venduti agli Indiani e non poteva essere applicata alle loro transazioni con i Bianchi. Quando Johnson ricevette una copia di questa lettera, egli scrisse di rimando al suo rappresentante legale a Laredo:

Non esiste nessun altro mercato , se non per questi …tra i Bianchi e tutta questa storia sulle richieste di forniture di cui parlano i fratelli Wormser non è altro che un imbroglio. I Wormser mi avevano promesso di dare un taglio alle loro transazioni, e se dovessi rendermi conto che lo hanno fatto, allora riaprirei tutti i precedenti possibili casi contro di loro e li porterei davanti ai gran Juries , in diversi Stati del Paese. Sono stufo di tutti questi affari "da inscimmiati" da parte dei Wormser. Sembra che non tengano in alcun conto le loro stesse parole e promesse".

In un rapporto del B.I.A. (Ufficio Affari Indiani- N.d.T.), nel novembre 1909, riguardante questo caso , egli scriveva.

"I fratelli Wormser hanno bluffato, e hanno ancora il peyote. Posso già dire, in ogni modo, che alla fine andranno a rompersi la testa contro qualche cosa…da qualche parte."

Nei primi giorni del gennaio 1909 la commissione legale presieduta da A.G.Valentine (nonostante più tardi inviasse Johnson nel Wisconsin. per prendere qualsiasi provvedimento egli ritenesse necessario contro i peyotisti di lassù) aveva informato il rappresentante del Wisconsin, John J. Ersch, che vi era qualche dubbio se mai esistesse una legge, federale o degli Stati, che poteva impedire la vendita di peyote agli Indiani.

La conoscenza di tutto ciò non fermò ne dissuase e nemmeno rallentò Johnson in alcun modo; egli fece un gran numero di proposte per combattere il commercio del cactus, tra cui l'imposizione di una tassa proibitiva a carico delle piante messicane e la "equiparazione del peyote all'hashish e alla marijuana" per poter arrivare più facilmente alla sua messa al bando. Si accollò inoltre la personale direzione di 9 Sovrintendenti per altrettante Riserve, in modo da localizzare e controllare le forniture e nell'aprile 1909 fece pressioni sulla Wells Fargo Express di Houston affinchè si rifiutasse di trasportare peyote, informandoli che quel trasporto "poteva dare adito a condanne legali". Durante lo stesso mese acquistò, per poterle distruggere, l'intera fornitura di peyote da 7 compagnie commerciali- come abbiamo già accennato altrove.

Il suo rapporto parla dell'acquisizione e della distruzione col fuoco di 176440 bottoni di peyote.


49-Un interessante tentativo compiuto con la speranza palese di causare un danno all'uso del peyote (e con la pretenziosità di segnalare agli scienziati, ritenuti incapaci di valutarne appieno i - supposti- problematici effetti) fu la stesura di un questionario che rivelava implicitamente una palese testimonianza della devota fede anti-peyote del suo compilatore. Il sovrintendente Charles E. Shell, l'uomo che per primo indottrinò W.E. "Pussyfoot" Johnson sul MALE rappresentato dal peyote, non solo fece emergere - grazie al suo questionario - che l'uso del cactus non causava abitudine, che esso non aveva mai ucciso una persona sana e che i suoi seguaci erano "né più né meno progrediti e comparabili agli altri Indiani", ma egli stesso ingerì una gran quantità di peyote, sotto controllo medico, per poter determinare di prima mano i suoi effetti.

Egli indicò inoltre che il cactus veniva usato "religiosamente" e che sotto l'influenza della pianta aveva sperimentato "pensieri di onore, integrità e amore fraterno" . Notò anche che "…sembrava impossibile poter avere pensieri meschini…Credo che qualsiasi persona, sotto l'effetto di questa droga, non possa essere indotta a commettere alcun crimine…(da Stewart , 1978, cit. p.142).


50- Vi furono almeno 3 precedenti tentativi di sopprimere la fede nel peyote, destinati a fallire: una legge del 1897 (29 Stat.,506), un articolo nella Food and Drug Act del 1906 e il Regolamento del Department of Agricolture's Regulatory Announcement n°13, pubbl. nel 1915. Vi fu un altro tentativo di proibirne- senza successo- l'uso e il trasporto nel commercio interstatale, nel 1916.