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notiziario puntata 9, 28 novembre 2013

notiziario puntata 9, 28 novembre 2013

NOTIZIARIO 9, PUNTATA DEL 28 NOVEMBRE 2013
-SPECIALE VIOLENZA SULLE DONNE-

Questo notiziario lo vogliamo dedicare alla situazione delle donne che subiscono violenza, come ci ha ricordato il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Vogliamo innazitutto ricordare la recente legge sul femminicidio, che sotto la scusante della difesa della donna, sempre vittima, sempre debole, ha permesso di fatto l’approvazione di un ennesimo pacchetto sicurezza, che ha aumentato la militarizzazione delle strade delle città ma in particolare dei siti di interesse strategico, come il cantiere di Chiomonte in Val Susa, dove si sa molte donne hanno subito violenza. Certo, dai manganelli e dai lacrimogeni, come tanti altri No Tav.

Le parate istituzionali sono state tante e tranquille, per questo 25 novembre, diversamente invece il trattamento riservato a quelle donne che hanno deciso di scendere in strada autonomamente, come le Cagne Sciolte a Roma, che hanno protestato contro la presenza in Vaticano di Putin e quindi in solidarietà alle Pussy Riots ancora rinchiuse nelle carceri russe, e che lunedì sono state caricate da quegli stessi manganelli che a loro avviso dovrebbero difenderci, e aumentare la nostra sicurezza.

Ma insomma, di cosa stiamo parlando, alla fine ? Quale violenza, e di chi ?

Forse parliamo della violenza dell’ex comandante della polizia penitenziaria di Perugia, Raffaele Argirò denunciato poche settimane fa da una ex detenuta per violenza sessuale aggravata e concussione nei confronti dell’ex detenuta ?

Oppure, parliamo della violenza dell’Assistente Capo dell’ufficio Immigrazione della Questura di Bologna, Claudio D’Orazi, che costrinse 4 donne nordafricane ad avere rapporti sessuali con lui, intimidendo altrimenti la chiusura delle lore pratiche per avere il permesso di soggiorno ?

O forse, parliamo del caso di Roberto Romagnoli, poliziotto civile in servizio all’ufficio tecnico della questura di Bologna, che venne condannato un anno fa per favoreggiamento della prostituzione avendo curato un sito web di incontri con prostitute ?

Ma se vogliamo uscire dalla regione, forse, potremmo ricordare la storia dell’Ispettore Capo di Polizia Vittorio Adesso, che nel 2009 tentò di stuprare la nigeriana Joy mentre era rinchiusa nel Cie, che denunciò la violenza subita. Vittorio Adesso, direttore del CIE di via Corelli a Milano, è stato assolto. Joy e la sua compagna che testimoniò con lei, invece, dovranno subire un processo per calunnia.

Insomma, di quale violenza, di quale legalità, di quale giustizia stiamo parlando ?
Di quella dello Stato che assolve sempre i suoi difensori, e fa parate con foulard rossi, scortate da quelle stesse divise e quei manganelli che troppo spesso si macchiano di sangue ? Circa il 60 % dei femminicidi in Italia sono stati eseguiti da uomini appartenenti alle forze dell’ordine : carabinieri, polizia, vigilanti e secondini.

Come ci ricorda una testimonianza dall’Argentina, dove tra il 2009 e il 2012 ci sono stati nove omicidi di donne nel carcere di Ezeiza, a Buenos Aires. Testimonia una donna reclusa : “Ti fanno togliere tutto. Ti senti umiliata come donna perchè al costato c’è un agente maschio che sai che ti sta guardando. Ti fanno girare su te stessa, mostrare le mani, i piedi, mentre sei completamente nuda. Ti fanno sfilare avanti e indietro…Ti fanno abbassare i pantaloni e le mutande. Lo devi fare per qualsiasi cosa, per andare dal medico, alla scuola, ai processi…Usano le lance per bagnarti di acqua, ti afferrano le braccia e ti trascinano, come se stessero spazzando il suolo, poi ti colpiscono con pugni e calci…gettano acqua anche nelle celle così stai tutto il tempo bagnata; lo fanno gli agenti maschi mentre le secondine rimangono a guardare.”

Concludiamo riportando l’appello che ci è giunto dalla sezione Nuovi giunti femminile del carcere della Vallette di Torino, dove 22 detenute invitano ad unirsi alla loro protesta, il 4 dicembre alle h 16 faranno una battittura, per denunciare la loro detenzione dal degrado. Ci ricordano che se una persona lotta da sola, resta solo un sogno, quando si lotta assieme la realtà cambia.

Che le istituzioni ci raccontino quello che vogliono della loro giornata contro la violenza sulle donne, noi sappiamo che a perpetrarla non sono solo mele marce e mariti impazziti, ma tutto un sistema che militarizza e violenta territori, che rinchiude e getta la chiave, che non fa che parlare di chiesa, fedeltà e maternità : la violenza sulle donne non è senza volto, ma ci sono come per ogni cosa persone e ruoli di chi ne è agente primario, ed è solo una delle violenze che questo stato di cose non può che perpetrare, se non si cambia radicalmente il modo di relazionarsi tra persone.

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