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Lettera collettiva dal carcere di Opera

Lettera collettiva dal carcere di Opera

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Carissimi amici e compagni,

siamo un gruppo di detenuti 4° piano 1° padiglione che vogliamo raccontare cosa è successo a Salazar (un bravissimo ragazzo filippino che non poteva nuocere ad una mosca) e che quando c’è stata la manifestazione di Antigone lui, per questo, aveva bruciato il materasso. Questo dopo che chiedeva, da 4 giorni di andare in isolamento, perché ha tre bambini piccolissimi, e non gli danno il lavoro.

Così, dopo l’intervento degli agenti è stato picchiato dal 4° piano fino al 2° piano, un agente gli ha sferrato un pugno, ma Salazar si è abbassato, essendo piccolissimo (pesa 40 kg), all’agente si è girato il ginocchio ed è caduto, battendo la fronte sui gradini delle scale.

Questi aguzzini non hanno perso tempo a fare pubblicare sul giornale su una pagina intera che ‘un agente è stato aggredito selvaggiamente da un detenuto’, invece di dire che (il detenuto) è stato picchiato da decine e decine di agenti, perché loro vogliono sempre passare per vittime, invece di dare il lavoro ad un uomo con tre bambini piccoli (uomo mite e sempre sorridente) che noi sappiamo come sono i filippini quando lavorano – anima e corpo.
Questa è la verità di quello che è successo e non di quello che hanno scritto i giornalisti in concomitanza con quello che la direzione vuole coprire per giustificare eventuali pestaggi.

UN ABBRACCIO DA TUTTI NOI DETENUTI 1°PADIGLIONE 4°PIANO IN SOLIDARIETA’ CON SALAZAR VITTIMA

DI QUESTO SPORCO E INFAME SISTEMA. GRAZIE DI TUTTO CIAO!

(fine luglio 2016)

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