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Ott
2
Sab
Presidio sotto il carcere di Udine @ Casa Circondariale
Ott 2@15:00–17:00
Presidio sotto il carcere di Udine @ Casa Circondariale

VIA SPALATO DOPO UN ANNO E MEZZO…

Dopo un anno e mezzo di confinamento, coprifuoco, violenze di Stato, vaccinazioni coatte e indotte da propaganda, minacce e discriminazioni realizzate… dopo un anno e mezzo durante il quale il tecno-controllo sociale si è perfezionato spietatamente, ora che anche le nostre città assomigliano sempre più a galere a cielo aperto, con le loro sezioni differenziate in base al censo… il carcere
rimane il paradigma della società penale, la massima deterrenza, la pietra angolare di tutto l’edificio. Anche dopo i massacri di Santa Maria Capua Vetere, sul proprio fondamento penale lo Stato
non discuterà mai.

Perciò ritorniamo in via Spalato per riprendere il contatto e il dialogo con i detenuti, per capire qual è la loro condizione di vita in questi ultimi mesi, per capire in che condizione si trova l’area sanitaria, il cui degrado cronico è stato pubblicamente denunciato dai detenuti stessi. Ritorniamo per ricordare Ziad, il giovane morto in via Spalato il 15 marzo 2020 a causa della malasanità e della psichiatrizzazione forzata praticata in quel carcere.

Per continuare la lotta e sostenere che si ribella a tutto ciò!
SABATO 2 OTTOBRE 2021
dalle h 15.00 alle 17.00
via Ragusa angolo via Zara (laterale di via Cividale) – UDINE

Presidio solidale con i detenuti di via Spalato

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione FVG

Ott
9
Sab
Torino: presidio al CPR di Corso Brunelleschi @ Centro di Permanenza per i Rimpatri
Ott 9@16:00

I Centri di Permanenza per il Rimpatrio sono prigioni in cui vengono recluse le persone senza i giusti documenti: il loro scopo è quello di isolare e rimpatriare chi viene rinchiuso lì dentro. Queste strutture sono uno degli elementi delle politiche di controllo della popolazione migrante in mano allo Stato. Da anni però c’è chi lotta contro questi Centri, da dentro e da fuori quelle mura. L’operazione Scintilla del febbraio del 2019, legata allo sgombero dell’Asilo occupato a Torino, va a colpire compagne e compagni che hanno lottato contro il sistema di detenzione amministrativa per persone senza documenti. Il 7 Ottobre inizierà il processo e per questo ci sarà un PRESIDIO a partire dalle ore 10:30 al Tribunale in via Giovanni Falcone, per portare solidarietà a chi ha deciso di combattere contro ogni gabbia. Ma soprattutto le persone recluse hanno dimostrato che questi lager si possono chiudere con il fuoco delle rivolte, come è accaduto il 10 settembre quando, a seguito di una rivolta dentro il Cpr di Corso Brunelleschi, una delle aree del centro è stata resa completamente inagibile.

PRESIDIO
sotto le mura del CPR

Sabato 9 Ottobre
alle ore 16
in Corso Brunelleschi
angolo via Monginevro Torino

sempre solidali e complici di chi lotta per la libertà

Ott
24
Dom
Torino: presidio in solidarietà alle prigioniere-i delle Vallette @ Casa Circondariale Lorusso e Cutugno
Ott 24@16:00

Nel carcere Lorusso e Cotugno i detenuti sono stipati in spazi ristretti e fatiscenti invasi di blatte, topi e muffe. Le emergenze sanitarie vengono trascurate e non è raro che reclusi muoiano o le loro condizioni di salute si aggravino per mancate cure.

Molte sono state le proteste dei detenuti e delle detenute durante questo anno.

Torniamo fuori dal carcere per portare loro solidarietà e sostenere le loro lotte.

Milano – Il CPR: un posto da chiudere @ C.S.O.A. COX 18
Ott 24@18:00
Nov
7
Dom
Livorno: basta morire di contenzione @ Ex-caserma occupata
Nov 7@10:00
Mar
20
Dom
Saluzzo (CN): presidio sotto le mura del carcere @ Casa di Reclusione di Saluzzo "Rodolfo Morandi"
Mar 20@15:00
Mar
26
Sab
Ivrea (TO): presidio sotto le mura del carcere @ Casa Circondariale di Ivrea
Mar 26@15:00
Set
24
Sab
Sempre al fianco di chi lotta @ L’Arrotino
Set 24@20:00

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA

I compagni anarchici Vincenzo e Dayvid sono stati entrambi condannati per il reato di devastazione e saccheggio: il primo in seguito ai fatti
di Genova 2001, durante il G8, che avevano portato alla condanna di 10 compagni e compagne, il secondo invece per gli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011.
Sia Vince che Dayvid avevano tuttavia deciso di rendersi irreperibili e di sottrarsi all’arresto, preferendo la via della latitanza alle patrie galere. La loro corsa si è purtroppo conclusa con l’arresto: Vince è stato fermato dopo sette anni dalla polizia francese in Bretagna, mentre Dayvid è stato arrestato il 29 giugno scorso ad Atene. In entrambi i casi la cattura è stata resa possibile dalla collaborazione tra le diverse polizie europee nel contesto del MAE, il mandato d’arresto  europeo.
In seguito all’arresto Dayvid è stato rimpatriato l’8 settembre e si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia. Vince invece, a più di vent’anni da Genova 2001, dopo una lunga latitanza, e a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia, è nuovamente a forte rischio “estradizione”. Nell’autunno 2020 la Corte di Anger aveva deciso di non consegnarlo all’Italia, per l’accusa di “Devastazione e Saccheggio”, ma lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna alla giustizia italiana, nonostante le incompatibilità tra il particolare e controverso reato di “Devastazione e Saccheggio” e il codice penale francese. La decisione definitiva spetta adesso alla Corte di Cassazione di Parigi convocata per il prossimo 11 ottobre, ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti.
Proponiamo quindi una cena benefit per sostenere Vince e Dayvid e riferire brevemente alcuni aggiornamenti sulla loro situazione.

 

cena benefit par david “Ciga”
SABATO 24 SETTEMBRE
ore 20 cena Benefit e a seguire aggiornamenti e chiacchierate
presso L’Arrotino, in via Primo Maggio 24c, Malavedo, Lecco

Set
25
Dom
15 ottobre 2011: 11 anni dopo @ Casa Circondariale
Set 25@11:00

11 anni dopo quel 15 ottobre 2011

Cosa è stata quella giornata? Cosa ha significato per chi l’ha attraversata?
Ne abbiamo parlato tante volte e vogliamo ancora farlo: per non dimenticare.
Così come molti e molte di noi non hanno mai dimenticato Genova 2001 perché, anche allora, eravamo nel giusto. Si portava per le strade una chiave di lettura anticipatrice di ciò che oggi stiamo vivendo: devastazioni ambientali e guerre per l’appropriazione di risorse e per l’occupazione dei punti nevralgici e strategici alle mire geopolitiche degli Stati e delle potenti multinazionali; la conseguente fuga di intere popolazioni da terre devastate e le condizioni di sfruttamento imposte loro dalle politiche degli Stati in cui approdano, sempre che le loro vite non siano risucchiate dalla liquidità dei muri che sono costretti ad attraversare in condizioni estreme; l’immiserimento delle condizioni di vita dei più.
Ci sono dei giorni in cui la rassegnazione cede il posto alla gioiosità di una rabbia collettiva finalmente espressa, in cui luoghi, simboli e responsabilità non sono più avvertiti come lontani e intoccabili. In cui non c’è più separazione tra desiderio e azione.

Questo è stato per molte e molti di noi quel 15 ottobre.

Dopo 11 anni Daiyvid, ricercato dalle autorità italiane poiché condannato per quella giornata del reato di devastazione e saccheggio, è stato arrestato ad Atene lo scorso mese di luglio. Il 19 agosto il tribunale greco ha deciso a favore dell’applicazione del mandato di arresto europeo (MAE), ordinandone il rimpatrio.
Dall’8 settembre si trova rinchiuso dentro il carcere di Civitavecchia.

Un altro nome che si aggiunge alla lista dei “fuggitivi” agguantati per questo infausto reato in giro per l’Europa.
Come Vincenzo che è nuovamente a forte rischio “estradizione”, a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia e a più di venti dalle manifestazioni contro il G8 di Genova 2001 per cui è ricercato.
Lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna, nonostante le evidenti incompatibilità tra questo particolare articolo di reato e il codice penale francese. Il prossimo 11 ottobre, la Corte di Cassazione di Parigi deciderà sulla sua estradizione ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti se non azzerati.

Due storie, quella di Daiyvid e Vincenzo che intrecciano giustizialismo all’italiana e garantismo all’europea; se il primo ha armato la repressione verso i manifestanti che a Genova e a Roma protestavano contro il nuovo Ordine globale, il secondo disarma ora le difese per garantire una “serena” collaborazione tra Stati in materia di “estradizione”. Si conferma, infatti, come il MAE – introdotto nel 2004 – tenda nella prassi a spianare la strada verso un sistema di riconsegne rapide e frettolose tra paesi alleati, aggirando ciò che resta delle precedenti tutele in materia.

Se lo Stato non dimentica è bene che sappia che anche noi non lo facciamo. Ieri come oggi, la nostra solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione non vacilla ma anzi si rafforza.

Portiamo domenica 25 settembre la nostra vicinanza fuori dalle mura del carcere di Civitavecchia alle ore 11 e facciamola sentire forte e chiara a Daiyvid.

Cassa di solidarietà La Lima

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