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Mar
6
Sab
Modena – Presidio davanti al carcere @ Casa Circondariale
Mar 6@15:00

È passato un anno da quell’8 marzo 2020 in cui, mentre le strade si svuotavano a causa delle prescrizioni governative che imponevano a tutti il “Restate a casa!”, all’interno delle galere in Italia, e in tantissimi Paesi del mondo, le persone detenute hanno urlato la loro rabbia e paura. Tante le rivolte e le forme di protesta.

La risposta dello Stato è stata brutale: 14 i detenuti morti ad oggi accertati. Tredici di loro dentro i corridoi dei penitenziari di Modena, Alessandria, Verona, Ascoli, Parma, Bologna, Rieti; un altro morirà successivamente dopo il ricovero nell’ospedale di Rieti.

Torture a suon di pestaggi e umiliazioni. E poi le denunce, i processi avviati nei confronti delle persone detenute: a Bologna, Modena, Frosinone, Milano Opera, Milano San Vittore, Roma Rebibbia, Foggia, Pavia.

Eppure è solo grazie a quelle rivolte che ci si è dovuti ricordare delle condizioni di chi in quei posti vive la sua quotidianità.

Posti in cui la pandemia ha solo peggiorato una situazione già precedentemente al collasso. Luoghi fatiscenti, sovraffollati e con un sistema sanitario assolutamente inefficiente.

Lo Stato, con le sue propaggini, come unica risposta ha reso le carceri dei veri e propri fortini, chiusi a tutto e tutti, tranne alle guardie e a quelli che ci lavorano e che veicolano all’interno il contagio. Prova ne sono i numerosi casi positivi nelle sezioni di 41bis a regime di totale isolamento.

Sono stati tolti i colloqui con i propri affetti e quelli con gli avvocati, sospesa qualsiasi attività, incluse quelle lavorative e scolastiche, mentre i prigionieri continuano a essere stipati dentro le celle.

In questo lungo anno la voce di chi vive sulla propria pelle tutte queste vessazioni e la condizione di persona sacrificabile non ha mai smesso di farsi sentire. Testimonianze, proteste e un esposto fatto da cinque coraggiosi detenuti hanno fatto emergere quanto realmente accaduto durante e dopo le rivolte a Modena e in altre galere e così non venisse infangata la memoria dei 14 reclusi morti. Morti velocemente liquidate con un vago “Per lo più dovute ad assunzioni di farmaci”, parole del ministro Bonafede .

Al di là di quello che strillano le trombe del potere sappiamo bene di chi sono le responsabilità di queste 14 morti.

A un anno dalla strage commessa nelle carceri vogliamo portare tutta la nostra solidarietà a chi si è ribellato e a chi ha scelto di esporsi parlando pubblicamente di divise sporche di sangue, di manganelli e di spari.

Lo Stato difende se stesso, le sue strutture, i suoi funzionari e burocrati. Li vorrebbe rendere impuniti e inattaccabili.
A noi la scelta di non dargli tregua.

Stragista è lo Stato!

6 MARZO ORE 15 – CARCERE DI MODENA

Torniamo a portare tutta la nostra solidarietà ai detenuti rinchiusi nel
carcere dove 9 persone, un anno fa, sono state uccise durante le rivolte
e i trasferimenti verso altre galere.

Mar
8
Lun
Roma – Presidio al Ministero della Giustizia @ Ministero di Grazia e Giustizia
Mar 8@11:00

È passato un anno da quell’8 marzo 2020 in cui, mentre le strade si svuotavano a causa delle prescrizioni governative che imponevano a tutti il “Restate a casa!”, all’interno delle galere in Italia, e in tantissimi Paesi del mondo, le persone detenute hanno urlato la loro rabbia e paura. Tante le rivolte e le forme di protesta.

La risposta dello Stato è stata brutale: 14 i detenuti morti ad oggi accertati. Tredici di loro dentro i corridoi dei penitenziari di Modena, Alessandria, Verona, Ascoli, Parma, Bologna, Rieti; un altro morirà successivamente dopo il ricovero nell’ospedale di Rieti.

Torture a suon di pestaggi e umiliazioni. E poi le denunce, i processi avviati nei confronti delle persone detenute: a Bologna, Modena, Frosinone, Milano Opera, Milano San Vittore, Roma Rebibbia, Foggia, Pavia.

Eppure è solo grazie a quelle rivolte che ci si è dovuti ricordare delle condizioni di chi in quei posti vive la sua quotidianità.

Posti in cui la pandemia ha solo peggiorato una situazione già precedentemente al collasso. Luoghi fatiscenti, sovraffollati e con un sistema sanitario assolutamente inefficiente.

Lo Stato, con le sue propaggini, come unica risposta ha reso le carceri dei veri e propri fortini, chiusi a tutto e tutti, tranne alle guardie e a quelli che ci lavorano e che veicolano all’interno il contagio. Prova ne sono i numerosi casi positivi nelle sezioni di 41bis a regime di totale isolamento.

Sono stati tolti i colloqui con i propri affetti e quelli con gli avvocati, sospesa qualsiasi attività, incluse quelle lavorative e scolastiche, mentre i prigionieri continuano a essere stipati dentro le celle.

In questo lungo anno la voce di chi vive sulla propria pelle tutte queste vessazioni e la condizione di persona sacrificabile non ha mai smesso di farsi sentire. Testimonianze, proteste e un esposto fatto da cinque coraggiosi detenuti hanno fatto emergere quanto realmente accaduto durante e dopo le rivolte a Modena e in altre galere e così non venisse infangata la memoria dei 14 reclusi morti. Morti velocemente liquidate con un vago “Per lo più dovute ad assunzioni di farmaci”, parole del ministro Bonafede .

Al di là di quello che strillano le trombe del potere sappiamo bene di chi sono le responsabilità di queste 14 morti.

A un anno dalla strage commessa nelle carceri vogliamo portare tutta la nostra solidarietà a chi si è ribellato e a chi ha scelto di esporsi parlando pubblicamente di divise sporche di sangue, di manganelli e di spari.

Lo Stato difende se stesso, le sue strutture, i suoi funzionari e burocrati. Li vorrebbe rendere impuniti e inattaccabili.
A noi la scelta di non dargli tregua.

Stragista è lo Stato!

 8 MARZO ORE 11 – MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, VIA ARENULA, ROMA

Nel marzo 2020 lo Stato ha compiuto una mattanza in decine di carceri di tutta Italia. Le decisioni per attuarla sono state prese dell’alto, dal Ministero di Giustizia. È lì che vogliamo far arrivare la nostra rabbia, raggiungendo quel luogo da ogni città per far ritornare al mittente le sue responsabilità.

Giu
7
Lun
Presidio a Modena per non dimenticare la strage del Sant’Anna @ Tribunale di Modena
Giu 7@11:00

CI SONO MORTI CHE PER LO STATO PESANO COME PIUME

Da poco più di un anno dalla strage del carcere di Sant’Anna il tribunale di Modena sarà chiamato a decidere sulla interruzione delle indagini inerenti le cause di morte di ben otto sulle nove vittime di quella terribile giornata.
L’archiviazione è stata richiesta alla procura, proprio nel marzo appena trascorso, nonostante numerose incongruenze tra gli elementi di interrogazione.

Quando vuole, la Giustizia italiana si rivela alquanto celere nonché senza vergogna nel permettersi di dichiarare che ad essa, nonché agli addetti penitenziari che la rappresentano, “non si può addebitare alcuna responsabilità …
Come già per i continui casi di suicidio nelle carceri, ora persino rispetto ad una strage di tale portata, l’unica cosa che possono, evidentemente, gli organi di Giustizia statale, è l’arroganrsi di svincolarsi dalla realtà del proprio coinvolgimento sulle sorti di chi reprime.
Pare valga più la conservazione di una pena inflitta che la sopravvivenza di un detenuto.

LUNEDì 7 GIUGNO ALLE H. 11, PRESIDIO CONTRO L’ARCHIVIAZIONE
in Corso Canalgrande presso il Tribunale di Modena

Comitato di Verità e Giustizia per i Morti del Sant’Anna

Giu
11
Ven
Presidio a Trieste: le stragi le fa lo Stato
Giu 11@18:00
Ott
2
Sab
Presidio sotto il carcere di Udine @ Casa Circondariale
Ott 2@15:00–17:00
Presidio sotto il carcere di Udine @ Casa Circondariale

VIA SPALATO DOPO UN ANNO E MEZZO…

Dopo un anno e mezzo di confinamento, coprifuoco, violenze di Stato, vaccinazioni coatte e indotte da propaganda, minacce e discriminazioni realizzate… dopo un anno e mezzo durante il quale il tecno-controllo sociale si è perfezionato spietatamente, ora che anche le nostre città assomigliano sempre più a galere a cielo aperto, con le loro sezioni differenziate in base al censo… il carcere
rimane il paradigma della società penale, la massima deterrenza, la pietra angolare di tutto l’edificio. Anche dopo i massacri di Santa Maria Capua Vetere, sul proprio fondamento penale lo Stato
non discuterà mai.

Perciò ritorniamo in via Spalato per riprendere il contatto e il dialogo con i detenuti, per capire qual è la loro condizione di vita in questi ultimi mesi, per capire in che condizione si trova l’area sanitaria, il cui degrado cronico è stato pubblicamente denunciato dai detenuti stessi. Ritorniamo per ricordare Ziad, il giovane morto in via Spalato il 15 marzo 2020 a causa della malasanità e della psichiatrizzazione forzata praticata in quel carcere.

Per continuare la lotta e sostenere che si ribella a tutto ciò!
SABATO 2 OTTOBRE 2021
dalle h 15.00 alle 17.00
via Ragusa angolo via Zara (laterale di via Cividale) – UDINE

Presidio solidale con i detenuti di via Spalato

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione FVG

Set
24
Sab
Sempre al fianco di chi lotta @ L’Arrotino
Set 24@20:00

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA

I compagni anarchici Vincenzo e Dayvid sono stati entrambi condannati per il reato di devastazione e saccheggio: il primo in seguito ai fatti
di Genova 2001, durante il G8, che avevano portato alla condanna di 10 compagni e compagne, il secondo invece per gli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011.
Sia Vince che Dayvid avevano tuttavia deciso di rendersi irreperibili e di sottrarsi all’arresto, preferendo la via della latitanza alle patrie galere. La loro corsa si è purtroppo conclusa con l’arresto: Vince è stato fermato dopo sette anni dalla polizia francese in Bretagna, mentre Dayvid è stato arrestato il 29 giugno scorso ad Atene. In entrambi i casi la cattura è stata resa possibile dalla collaborazione tra le diverse polizie europee nel contesto del MAE, il mandato d’arresto  europeo.
In seguito all’arresto Dayvid è stato rimpatriato l’8 settembre e si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia. Vince invece, a più di vent’anni da Genova 2001, dopo una lunga latitanza, e a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia, è nuovamente a forte rischio “estradizione”. Nell’autunno 2020 la Corte di Anger aveva deciso di non consegnarlo all’Italia, per l’accusa di “Devastazione e Saccheggio”, ma lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna alla giustizia italiana, nonostante le incompatibilità tra il particolare e controverso reato di “Devastazione e Saccheggio” e il codice penale francese. La decisione definitiva spetta adesso alla Corte di Cassazione di Parigi convocata per il prossimo 11 ottobre, ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti.
Proponiamo quindi una cena benefit per sostenere Vince e Dayvid e riferire brevemente alcuni aggiornamenti sulla loro situazione.

 

cena benefit par david “Ciga”
SABATO 24 SETTEMBRE
ore 20 cena Benefit e a seguire aggiornamenti e chiacchierate
presso L’Arrotino, in via Primo Maggio 24c, Malavedo, Lecco

Set
25
Dom
15 ottobre 2011: 11 anni dopo @ Casa Circondariale
Set 25@11:00

11 anni dopo quel 15 ottobre 2011

Cosa è stata quella giornata? Cosa ha significato per chi l’ha attraversata?
Ne abbiamo parlato tante volte e vogliamo ancora farlo: per non dimenticare.
Così come molti e molte di noi non hanno mai dimenticato Genova 2001 perché, anche allora, eravamo nel giusto. Si portava per le strade una chiave di lettura anticipatrice di ciò che oggi stiamo vivendo: devastazioni ambientali e guerre per l’appropriazione di risorse e per l’occupazione dei punti nevralgici e strategici alle mire geopolitiche degli Stati e delle potenti multinazionali; la conseguente fuga di intere popolazioni da terre devastate e le condizioni di sfruttamento imposte loro dalle politiche degli Stati in cui approdano, sempre che le loro vite non siano risucchiate dalla liquidità dei muri che sono costretti ad attraversare in condizioni estreme; l’immiserimento delle condizioni di vita dei più.
Ci sono dei giorni in cui la rassegnazione cede il posto alla gioiosità di una rabbia collettiva finalmente espressa, in cui luoghi, simboli e responsabilità non sono più avvertiti come lontani e intoccabili. In cui non c’è più separazione tra desiderio e azione.

Questo è stato per molte e molti di noi quel 15 ottobre.

Dopo 11 anni Daiyvid, ricercato dalle autorità italiane poiché condannato per quella giornata del reato di devastazione e saccheggio, è stato arrestato ad Atene lo scorso mese di luglio. Il 19 agosto il tribunale greco ha deciso a favore dell’applicazione del mandato di arresto europeo (MAE), ordinandone il rimpatrio.
Dall’8 settembre si trova rinchiuso dentro il carcere di Civitavecchia.

Un altro nome che si aggiunge alla lista dei “fuggitivi” agguantati per questo infausto reato in giro per l’Europa.
Come Vincenzo che è nuovamente a forte rischio “estradizione”, a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia e a più di venti dalle manifestazioni contro il G8 di Genova 2001 per cui è ricercato.
Lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna, nonostante le evidenti incompatibilità tra questo particolare articolo di reato e il codice penale francese. Il prossimo 11 ottobre, la Corte di Cassazione di Parigi deciderà sulla sua estradizione ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti se non azzerati.

Due storie, quella di Daiyvid e Vincenzo che intrecciano giustizialismo all’italiana e garantismo all’europea; se il primo ha armato la repressione verso i manifestanti che a Genova e a Roma protestavano contro il nuovo Ordine globale, il secondo disarma ora le difese per garantire una “serena” collaborazione tra Stati in materia di “estradizione”. Si conferma, infatti, come il MAE – introdotto nel 2004 – tenda nella prassi a spianare la strada verso un sistema di riconsegne rapide e frettolose tra paesi alleati, aggirando ciò che resta delle precedenti tutele in materia.

Se lo Stato non dimentica è bene che sappia che anche noi non lo facciamo. Ieri come oggi, la nostra solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione non vacilla ma anzi si rafforza.

Portiamo domenica 25 settembre la nostra vicinanza fuori dalle mura del carcere di Civitavecchia alle ore 11 e facciamola sentire forte e chiara a Daiyvid.

Cassa di solidarietà La Lima

Forlì: presidio solidale sotto il carcere @ Casa Circondariale
Set 25@16:00
Forlì: presidio solidale sotto il carcere @ Casa Circondariale

La notte tra venerdì 16 e sabato 17 settembre muore in carcere a Forlì
un ragazzo arrestato poche ore prima. Senza fissa dimora
razzializzato (nato in Albania), insomma, uno degli ultimi di questa
società infame, uno che non merita più di due righe su un giornale se
viene trovato impiccato nella cella della Rocca.

A prescindere dalla cronaca, una morte in carcere è una morte DI
carcere: ricordando che solo negli ultimi 10 mesi sono state 62 le morti
in carcere di cu 7 in Emilia Romagna.
Per urlare questo alle infami guardie carcerarie e per far sentire
vicinanza ai reclusi, un gruppetto di nemiche delle galere ha fatto un
saluto sotto al carcere, ieri: botti, cori, striscioni, urla.
Purtroppo nessuna risposta da dentro.

Basta tacere, basta rassegnazione!

PRESIDIO SOTTO AL CARCERE DI FORLÌ (ritrovo davanti al maschile, viale
corridoni), DOMENICA 25 SETTEMBRE, ALLE 16:00
PER SPEZZARE L’ISOLAMENTO CHE LE MURA IMPONGONO

FUOCO ALLE GALERE! LIBERE TUTTI!

 

forlì presidio 25

Ott
1
Sab
Vincenzo libero! @ Piazza Manzoni - vicino Piazza Giusti
Ott 1@15:00
Ott
8
Sab
Presidio solidale con Vincenzo
Ott 8@15:00

GENOVA 2001-PARIGI 2022

A PIÙ DI VENT’ANNI DAL G8 DI GENOVA 2001, SI DECIDONO A PARIGI  LE SORTI DI VINCENZO VECCHI

RICERCATO IN ITALIA PER AVER MANIFESTATO LA SUA OPPOSIZIONE AI GRANDI DELLA TERRA

CONDANNATO NEL 2012 AD UNA PENA TANTO PESANTE QUANTO ASSURDA, COME È STATO PER TUTTI I CONDANNATI PER GENOVA 2001

CATTURATO IN FRANCIA NELL’AGOSTO 2019 DOPO DIECI ANNI DI PROCESSI E QUASI ALTRETTANTI DI LATITANZA

VINCENZO SI TROVA ATTUALMENTE LIBERO GRAZIE ALLA MOBILITAZIONE SOLIDALE CRESCIUTA IN FRANCIA AL MOMENTO DEL SUO ARRESTO

DOPO ALCUNE SENTENZE POSITIVE DEI TRIBUNALI FRANCESI, CHE HANNO RIGETTATO IL REATO DI DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO UTILIZZATO DAI GIUDICI ITALIANI, UNA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA RISCHIA ORA DI RIBALTARE LA DECISIONE FRANCESE DI NON ESTRADARE VINCENZO

PER QUESTO LA SUA LIBERTÀ È DI NUOVO IN PERICOLO E  I COMITATI DI SOLIDARIETÀ SONO TORNATI PER LE STRADE

IL PROSSIMO 11 OTTOBRE LA CORTE DI CASSAZIONE DI PARIGI PRENDERÀ UNA DECISIONE CHE POTREBBE ESSERE QUELLA DEFINITIVA

COME FAMILIARI, AMICI E COMPAGNI DI VINCENZO INVITIAMO CHIUNQUE POSSA E VOGLIA FARLO A MOBILITARSI ANCHE IN ITALIA

DAL PROSSIMO 1º OTTOBRE

IN OGNI MANIERA, ANCHE SOLO CON UN PRESIDIO, UN VOLANTINAGGIO, UNO STRISCIONE, UN DISEGNO O UNA SCRITTA SU UN MURO
(se puoi, comunicaci quanto hai intenzione di fare e, se possibile, inviaci immagini da condividere con i comitati francesi, a questo contatto: info@sosteniamovincenzo.org)

IN VISTA DI UN CORTEO A MILANO SABATO 8 OTTOBRE
ORE 15,00 P.ta GENOVA

PER  SOSTENERE CHE LE RAGIONI DI CHI ALLORA SCESE PER LE STRADE DI GENOVA SONO OGGI ANCORA PIÙ GIUSTE ED URGENTI

PER RIBADIRE CHE I GOVERNANTI NON VANNO LASCIATI TRANQUILLI MENTRE DEVASTANO E SACCHEGGIANO IL PIANETA SU CUI VIVIAMO

PER PROTESTARE CONTRO UNA GIUSTIZIA EUROPEA OSTAGGIO DEGLI INTERESSI COMMERCIALI E MILITARI

PER RICORDARE CHE IL CARCERE NON È UNA SOLUZIONE MA UN PROBLEMA

NESSUNA ESTRADIZIONE, NESSUNA PRIGIONE!
VINCENZO LIBERO, LIBERI/E TUTTI/E!

Assemblea di sostegno a Vincenzo, 18 settembre, Milano (prossimi appuntamenti: www.sosteniamovincenzo.org)

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