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CHE MONDO VUOI?

Che mondo vuoi?, era questa la domanda scritta a titolo di uno dei due volantini (Sono stati distribuiti due volantini uno firmato Stroligh e l’altro dell’Assemblea Antifascista Saronnese) preparati per il presidio, molto partecipato ed eterogeneo, che si è svolto oggi a Saronno.
Come al solito la presenza spropositata di carabinieri e polizia, che suona più come provocazione, vista l’ingente disposizione di loro auto adiacenti al gazebo. Ancora una volta si cerca di ammutolire ogni voce fuori dal coro del perbenismo borghese e istituzionale.
Significativo l’interesse dei passanti che con attenzione si informavano sul perché del presidio; ciò a dimostrare che individualismo ed egoismo non hanno ancora inaridito il pensiero di tutti.

IN ESTREMA SINTESI: CONTRO STATO E CAPITALE

Diversa attenzione mediatica hanno avuto due episodi diversi ma collegati tra loro.
Ci riferiamo innanzitutto all’esecuzione di un sindacalista, Soumalia Sacko, lo scorso 3 giugno in provincia di Vibo Valentia. E’ stato ucciso con un colpo di fucile da 60 metri di distanza mentre raccoglieva delle lamiere in un campo per costruirsi una baracca. La sua uccisione però deriva dal suo impegno coi sindacati di base (USB) per far valere i diritti di quei lavoratori che nei campi del sud si spaccano la schiena per due euro l’ora, la schiavitù dei giorni nostri. Schiavi per i quali, secondo il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini, col nuovo governo finirà la pacchia.
E mentre sul confine con la Francia a Bardonecchia il disgelo porta alla luce il cadavere di un migrante che ha provato ad attraversare il confine, Salvini decide di giocare con la vita di 600 persone a bordo di una nave. Questo il secondo episodio che ha avuto a differenza del primo un’eco ben diversa con presidi in diverse città italiane.

Diciamo che i due episodi sono collegati perché sono entrambi figli delle esigenze del capitale.
Soumalia Sacko è stato ucciso per logiche di schiavismo agrario, nuova frontiera dello sfruttamento che il capitale riesce a esercitare sui senza diritti. Ci riferiamo alle migliaia di schiavi del neocolonialismo che si trovano a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole per venti euro, ci riferiamo a quelli costretti a vivere di stenti in baracche di lamiere. Non ci stupisce che la stampa mainstream abbia calcato la mano sul fatto che la mano che ha esploso il grilletto fosse legata alla ‘ndrangheta, ma le mafie nelle piantagioni svolgono il ruolo che altrove potrebbero svolgere i fascisti: il braccio armato della proprietà, gli sgherri dello sfruttamento. Ma non bisogna farsi distrarre, si chiama capitalismo e sfrutta e uccide.
Anche l’episodio dell’Aquarius può essere preso a emblema di come la questione sia più che mai radicale e a fondo. la maggior parte della gente su quella barca ci ha visto o clandestini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente chiusa di società) o futuri cittadini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente aperta di società). Ma lo sguardo, in un’ottica o nell’altra, è comunque in funzione sociale. Se provassimo a toglierci le lenti con cui guardiamo il mondo dal nostro punto di vista, forse, ci avremmo visto solo seicento persone. Seicento persone che senza società, forse, provvederebbero da sé allo spostamento, al cibo e a quant’altro. Coi rischi annessi e connessi. Come dice Fourier il contratto sociale ha oggi meno senso che mai: ci consegna nient’altro che le catene costringendo i più a morire per fame, o alla ricerca di soddisfare questo bisogno (morti sul lavoro, nel Mediterraneo, per logorio…).
Chi ti lascia senza casa è lo stesso che costruisce armi e genera nuove guerre, chi ti sfrutta al lavoro e ti costringe ad averne uno è lo stesso che uccide nel Mediterraneo. Si chiama Capitale e il capolavoro di quest’epoca è averlo reso apparentemente invisibile ai più, che si dimenano come animali al macello uno contro l’altro.
Di fronte a questa quotidiana barbarie è importante affilare lo sguardo e individuare con cura le cause e rapporti economici che portano 600 persone a essere merce di trattativa di politica internazionale tra Stati europei, così come quelle che uccidono un sindacalista di 29 anni nei campi schiavistici del sud Italia.
La barbarie è il capitalismo. La stessa barbarie di fronte a cui i partiti cosiddetti populisti sono riusciti a essere considerati dalla maggioranza dei votanti come forze antisistema, pur essendo naturalmente totalmente funzionali al capitale.
Solo con un estremo sforzo di immaginazione potremmo pensare che una possibile uscita da questa fogna, che ogni giorno ci umilia e immiserisce anima e corpo, sia accodarsi al carrozzone dei cadaveri della sinistra.
Contro Stato e Capitale: ben altro che vuoto slogan dei tempi che furono, potrebbe essere oggi qualcosa di cui parlare in ogni angolo di qualunque strada in qualunque città (forse quasi qualunque città).

SARONNO – FASCISTI E DOVE TROVARLI

Qualche giorno fa un comunicato del Telos  ci informava di una aggressione nazista, figlia di un’ecalatiòn. Veniva giustamente fatta notare la responsabilità politica di queste aggressioni, difficilmente non attribuibile alla giunta Fagioli, la giunta più fascista mai insediatasi a Saronno dal dopoguerra. Fascista l’assessore allo sport Gianpietro Guaglianone con il suo gruppettino Domà Nunch, fascista – malgrado le divergenze col sindaco Fagioli – il consigliere comunale Alfonso Indelicato. E quando c’è da difendere i bravi ragazzi con cranio rasato, svastica sul braccio e lama in tasca che aggrediscono nottetempo ci si riunisce tutti quanti.

E così assistiamo alle subdole dichiarazioni pubbliche dello stesso Indelicato:

Due macchine si appostano in fondo alla via”. Ma “si appostano” o erano semplicemente ferme lì? Che macchine erano (marca, modello …)? Avete pensato a prendere la targa? “Bloccano la strada con le auto” è una scena che sembra tratta dal film Bullit, possibile che non ci siano stati altri testimoni che voi? “Scendono e provano a tirare fuori dalle macchine le persone inseguite” Com’è che hanno cercato di tirar fuori le persone? Attraverso i finestrini? Aprendo le portiere? E poi, da cosa arguite che i presunti aggressori fossero “fascisti e nazisti”? Teste pelate? Svastiche al collo? Sinistro luccichio dello sguardo? Il vostro racconto è generico e oscuro.”

Sono dichiarazioni senza dubbio volte a instillare il dubbio che il racconto dei fatti sia falso. Non a caso lo stesso Indelicato rincalza anche sui social network, sostenendo che il suo comunicato sia stato scritto e pubblicato giusto un paio d’ore prima l’occupazione del nuovo Telos in via San Francesco 11, questo a testimoniare – secondo la fantasiosa mente del fascista nostrano – come gli anarchici godano di impunità (il tutto mentre Cello è tuttora ai domiciliari con tutte le restrizioni, e numerosi procedimenti penali in corso e in divenire attendano gli “impuniti” anarchici saronnesi).

Noi invece notiamo un’altra cosa.
Il comunicato di Indelicato segue l’ennesima azione notturna degli impavidi fascisti nostrani, che con sfoggio di italico coraggio hanno addirittura appeso (ci sovvien qualcosa, ma andiamo oltre…) uno striscione sul ponte di via I maggio con scritto che dove non si può loro passano ugualmente, a firmare l’ardito striscione un fascio littorio, lo stesso usato dai fascisti a Verona per impedire un incontro in Università sull’omosessualità.
Quando si parla di responsabilità, quando si parla di mandanti, bisogna fare buon uso della memoria, per ricordare chi copre, incoraggia, sostiene le aggressioni naziste.

LA BANALITÀ DEL MALE

Non ci stupisce più di tanto che la giunta Fagioli inneggi e pratichi una politica razzista e securitaria. In fondo sono stati di parola e stanno mantenendo il programma. Nè ci stupisce più di tanto – dopo le telecamere in ogni dove, dopo il Daspo Urbano, dopo aver multato al mercato e nel centro storico poveri, questuanti e commercianti irregolari dopo i fogli di via regalati a destra e a manca, dopo la militarizzazione della Polizia Locale, dopo aver chiesto il pugno di ferro del Prefetto, dopo aver dato spazio ad organizzazioni fasciste e naziste, dopo aver tentato di negare spazi comunali ad associazioni o assemblee antifasciste – l’ennesima trovata degna del ventennio.
Una scritta in via Bergamo recita: “Ti ricordi della Gestapo? Toc-toc”. Correlata di svastiche. Il Sindaco deve essersi fatto ispirare da tanta genialità, e allora ha riproposto l’adagio in salsa saronnese: numerosi cittadini si sono sentiti bussare alla porta, dall’altra parte i gendarmi della Polizia Locale che chiedevano casa per casa se la tal persona avesse realmente firmato in piazza per chiedere il consiglio comunale aperto per discutere della bonifica della Cantoni. Non bastava esibire i documenti, è stata anche richiesta una seconda firma, per verificare che combaciasse con la prima.
Giunta fascista, politica fascista, pratiche fasciste.

CANE E PADRONE

Non parliamo di Thomas Mann, ma di Polizia al servizio dello Stato.
Questa notte è stato arrestato un compagno di Saronno per fatti accaduti il 31 dicembre sotto il carcere di Torino, durante un saluto ai detenuti. I capi di imputazione attribuitigli sono così irrilevanti che rarissimamente si è verificato che venisse richiesta la custodia cautelare in carcere. Per l’ennesima volta la Procura di Torino ha dimostrato la sua arroganza nei confronti di chi combatte ogni giorno contro ogni forma di ingiustizia ed oppressione, anche con chi porta solidarietà da fuori .

A Saronno, nel pomeriggio di oggi, un discreto numero di solidali si è mosso per le vie della città, intonando cori e dimostrando attivamente la propria vicinanza a Cello. Per chi volesse scrivergli, l’indirizzo è

MARCELLO RUVIDOTTI
Casa Circondariale Lorusso e Cutugno
Via Maria Adelaide Aglietta 35, 10149
TORINO

CHI BEN COMINCIA…

Un inizio di 2018 frizzante nel nord-milanese. Proviamo a dare notizia di quanto avvenuto contro fascisti e nazisti qua e là a nord di Milano:

QUARTO OGGIARO

Lo scorso 9 gennaio qualche decina di antifascisti ha passeggiato per Quarto Oggiaro scrivendo e appiccicando manifesti contro la presenza fascista. A Quarto Oggiaro infatti è presente una sede di CasaPound.

BUSTO ARSIZIO

Lo scorso 17 gennaio sui muri della biblioteca comunale è apparsa la scritta “questa biblioteca è antifascista”.

RHO

Sabato 20 un presidio antifascista ha accompagnato la presenza in strada di CasaPound. Numerosa la presenza delle forze dell’ordine.

MONZA

Settimane movimentate in quel di Monza.

Rimandiamo alla accurata cronaca scritta dai compagni monzesi:

https://boccaccio.noblogs.org/post/2018/01/22/cronache-di-resistenza-due-giorni-di-lotta-antifascista-a-monza/

SARONNO

Venerdì 26 gennaio a Saronno visita della sezione varesina di Casa Pound per raccogliere firme in vista delle prossime elezioni del 4 marzo. Sperando di passare in sordina hanno organizzato la raccolta firme in un bar, il bar Mai di via Varese. A proteggere i camerati il solito dispiegamento di forze dell’ordine con due camionette e diverse volanti e macchine della Digos.

Nonostante ciò attorno alle 18.30 una trentina di antifascisti si sono avvicinati lanciando fumogeni e uova contro i camerati. La raccolta firme sarebbe dovuta durare dalle 18 alle 21. Alle 19 il bar aveva le serrande chiuse.

MONZA

Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio due soggetti appartenenti a Lealtà Azione si sono presentati a volto coperto a casa di un compagno minacciandolo tramite un familiare in quel momento presente in casa.

LECCO

Sabato 27 era previsto un banchetto di CasaPound a Lecco.

Un’ottantina di antifascista ha presidiato per tutto il giorno la città, impedendo di fatto che il banchette avesse luogo. Prima è stata presidiata piazza Garibaldi, luogo in cui avrebbe dovuto svolgersi il banchetto fascista, poi un rumoroso corteo ha percorso le vie del centro aggregando nel passaggio diversi giovani.

MONZA
Domenica 28 un centinaio di antifascisti sono nuovamente scesi in piazza contro la presenza di fascisti e nazisti.

 

EPPUR SI MUOVE

Altre mobilitazioni studentesche date dalle temperature basse, altri casi di insubordinazione. Oggi è toccato a Saronno, all’Istituto Tecnico G. Zappa.
Nel mattino del 13/12 – il caso ha voluto proprio in questo giorno – una folla di studenti si è riunita chiudendo il cancelletto con catenacci e incordonandosi davanti al cancellone più grande. Un dispiegamento di energia e organizzazione notevole, soprattutto a fronte della motivazione, la stessa che in questo freddo autunno ha dato un pretesto agli studenti un po’ ovunque nel varesotto: il freddo nelle aule. A monitorare la situazione da distanza i Carabinieri, a passare per i ridicoli di turno i localotti di Saronno. Ma solamente di fronte all’arrivo di qualche professore e della vicepreside, percepiti come più autoritari e “importanti”, alcuni cedono ed entrano. Molti altri invece rimangono fuori ancora per qualche tempo, fino a rimanere circa un centinaio: qui si disperdono, c’è chi va a casa e chi ha intenzione di non terminare qua una mattinata diversa dal solito. Così i “pochi” rimasti vanno sotto l’Ipsia, lì vicino, a provare ad aizzare gli studenti allo sciopero.
Succede poco altro, ma su una popolazione studentesca di circa mille studenti sono entrati solo in un centinaio. Mica male.
In un autunno avaro di slanci e mobilitazioni ci pensano gli studenti stessi a trovare il pretesto necessario a passare una mattinata fuori dalle aule. Per molti la prima esperienza di picchetto, la prima volta in cui si tenta di prendersi la strada, la prima volta in cui ci si percepisce come una forza che dà forma al mondo per come è.
Mica male, no?

UNO SFRATTO. ANZI NO.

Oggi sotto un debole nevischio pareva essere una normale mattinata, anche a Saronno, anche nel quartiere Matteotti.
Eppure un ingranaggio si è inceppato.
Infatti attorno alle 10 un Ufficiale Giudiziario, accompagnato da un avvocato dell’Aler e da due fabbri, si è presentato in uno dei tanti palazzi di edilizia popolare per eseguire uno sfratto, buttando fuori di casa una famiglia con tre minori.
La presenza di qualche solidale ha, per una volta, invertito il normale iter: l’avvocato dell’Aler e la sua spocchia si sono presi e portati a casa insulti e la consapevolezza di fare un lavoro da stronzi; l’Ufficiale Giudiziario non ha potuto che dare un rinvio a metà gennaio; i due fabbri sono stati in disparte e hanno, per quanto potuto, solidarizzato con il picchetto anti-sfratto.
Una nota di colore: la famiglia sotto sfratto, di origine tunisina, ci ha raccontato di aver provato a dialogare con l’assistente sociale assegnato dal Comune, la risposta? Eccola: “Ma perché non ve ne tornate al vostro paese, in Tunisia? Ai vostri figli ci pensiamo noi”.

EMERGENZA CASA A SARONNO

Rimane alta l’emergenza casa a Saronno. Sono 30 gli sfratti che verranno effettuati a Saronno da oggi alla fine dell’anno. Le famiglie in attesa di un alloggio popolare sono invece 309. 1500 circa sono le case sfitte a Saronno, private o non. Il Comune è proprietario di 250 alloggi. Aler ne possiede 800.
Nel frattempo in settimana è stata sgomberata dalla Polizia Locale l’ex Mutua di via Stampa Soncino in cui aveva trovato rifugio un uomo sui 50 anni.
Le mani sulla città le hanno palazzinari e politici, e con loro arrivano nuovi palazzi di lusso che chi non riesce ad avere una casa popolare non potrà certo permettersi.
Canticchiando l’antico adagio per cui la casa è di chi l’abita ed è un vile chi lo ignora, rimane da considerare come l’autorganizzazione sia – ancora una volta – l’unico strumento utile nelle mani degli sfruttati e dei bisognosi.

NELLA COLTRE

LIMBIATE
Due ragazzi di 14 e 16 anni si sono divertiti a bruciare i giochi dei bambini nel parco pubblico di via Alleanza, a Limbiate. I ragazzi sono stati sfortunatamente denunciati per danneggiamento. Sempre a Limbiate quattro ragazzi sono stati sorpresi mentre a sassate rompevano i finestrini di un furgone Ford Transit. Tre sono scappati, uno è stato fermato: un 15enne è stato denunciato.

SARONNO
Dieci giorni fa le telecamere di videosorveglianza comunale sono state nuovamente messe fuori uso. Il Comune di Saronno dovrà far fronte, oltre alle ingenti spese di installazione, anche a quelle riparazione.

BUSTO ARSIZIO
La notte tra il 7 e l’8 novembre due ragazzi sono stati beccati dopo aver dipinto alcuni vagoni Trenord e un muro della ferrovia. Sarebbero stati incastrati da alcune loro foto appena scattate che ritraevano i convogli appena verniciati.

LEGNANO
Ha tentato di rubare merce per quasi duemila euro all’Esselunga di via Sabotino. Dopo aver riempito a dovere il carrello della spesa il 50enne si è avvicinato ad una porta di emergenza, poi un colpo sul maniglione anti panico ed è uscito. Gli addetti alla vigilanza si sono messi all’inseguimento, facendo chiamare prima il 112, e lo hanno preso poco dopo.

GALLARATE
Occupazione abitativa sgomberata nelle case popolari di via MonteLeone a Gallarate: la Polizia Locale e l’Aler sono intervenute nella mattina di venerdì 10 novembre per sgomberare un appartamento di proprietà pubblica che era stato occupato nella notte da una famiglia, con tre minori. «A Gallarate applichiamo la tolleranza zero sulle occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica» commenta l’assessore ai servizi sociali Paolo Bonicalzi. «L’intervento di oggi valga da monito per tutti: abbiamo occhi ben aperti, per intervenire immediatamente e per evitare che gli alloggi finiscano in mano di chi non ne ha diritto. Oggi non è stato necessario usare le maniere forti, ma si sappia che che siamo pronti a farlo se sarà necessario. A Gallarate la casa è un diritto ma per chi questo diritto ce l’ha».