Io oggi parlerò dell'esperienza
di Isole nella Rete, ma questa non è l'unica realtà che si occupa di comunicazione
telematica sulla scena della sinistra extraparlamentare italiana.
La condividiamo con
Tactical Media Crew, Indymedia, Radio Gap, Sherwood.it, autistici.org/inventati.org
e con molti altri, meno visibili o meno vicini.
L'associazione Isole nella Rete nasce nel marzo 1996 ad opera di pressoché tutti i gruppi che negli 8 anni precedenti si erano occupati di comunicazione telematica nel circuito dei centri sociali.
Gli obiettivi programmatici
dell'associazione erano e sono ancora i seguenti:
1. Tecnico. Fornire servizi internet di alto livello e bassi costi a
tutte le realtà di questo movimento e in generale della sinistra extraparlamentare
italiana.
2. Culturale. Diffondere tra questi soggetti l'uso della comunicazione
telematica, come strumento di organizzazione e comunicazione orizzontale e come
possibilità di fare informazione indipendente, affrancandosi dalla dittatura
dei media istituzionali.
3. Politico. Utilizzare le possibilità offerte dagli strumenti di comunicazione
digitale per costruire nuove pratiche di cambiamento sociale e per allargare
lo spazio dei diritti, cercando di sfruttare quel periodo di interregno che
corre tra l'epoca pionieristica e la diffusione di massa, tra il momento della
massima libertà ma ristrettezza di risorse e quello delle infinite possibilità
offerte da una tecnologia così potente, evoluta, alla portata di tutti, tanto
da assumere un valore strategico per il sistema, sociale politico ed economico.
Il momento in cui vengono scritte le leggi.
Molti di noi hanno iniziato ad occuparsi di comunicazione telematica fra il 1988 e il 1992dando dato vita a reti di computer realizzate con tecnologie amatoriali. In quell'epoca la telematica era ancora territorio di frontiera.Di fatto non esistevano regole specifiche su questa materia.
Così nel 1996, quando in Italia inizia la diffusione di massa dell'uso di internet, nasce l'associazione Isole nella Rete, allo scopo di congiungere le risorse dei gruppi preesistenti, e di tentare una grande esperienza di intervento nel cambiamento sociale in atto.
La regola che abbiamo seguito è stata quella di prenderci, di attuare, quelle libertà che si riteneva di dover difendere nel momento in cui sarebbero state scritte nuove leggi e si sarebbe formata una giurisprudenza.
I due filoni della nostra esperienza che intendo illustrare brevemente sono quelli relativi alla garanzia dell'anonimato e alla pratica di lotta del netstrike.
Garantire l'anonimato delle
persone in rete
- non si tengono tabelle
di corrispondenza tra nominativi di persone e indirizzi e-mail
- gli indirizzi web fanno capo a soggetti collettivi
- non vengono registrati i file log dei servizi di posta
- i file log dei servizi web vengono anonimizzati
- forniamo un servizio di anonymous remailer
- c'è una vasta sezione che raccoglie informazioni e testi di taglio didattico
sulla difesa della privacy in rete
- distribuiamo software per la criptografia
La crittografia è importante per il suo ruolo di tutela della privacy delle persone quando si affrontano argomenti - trattati da molti dei siti ospitati da ecn.org - come le attività politiche e sindacali, preferenze sessuali, carcere, aids...
Costruire nuove pratiche
di lotta
Un anno prima della nascita di Isole, l'associazione di Firenze StranoNetwork
aveva lanciato una nuova forma di protesta civile: il netstrike, il corteo telematico.
Questo consiste nel collegarsi in molte persone, nello stesso periodo di tempo,
a un determinato sito, che rappresenti ciò contro cui si vuole protestare. In
questo modo è possibile arrivare a bloccare un sito, per un breve periodo di
tempo, senza danneggiarlo. Quando termina l'azione di protesta tutto torna a
funzionare come prima.
Per fare un netstrike bisogna
individuare delle buone motivazioni politiche e lanciare un tam tam nella rete
per un certo periodo di tempo, dando a tutti un appuntamento a una certa ora
di un certo giorno, su un certo sito.
A volte non si riesce a bloccare il sito, ma in genere si ritiene che l'obiettivo
sia stato raggiunto lo stesso, grazie all'attenzione comunque sollevata sul
caso dal tam tam.
A nostro avviso si tratta di una pratica del tutto legale. E sono stati realizzati moltissimi netstrike. E' una forma di protesta che si sta diffondendo bel al di là dei suoi promotori.
Il 20 luglio 2001, subito dopo l'assassinio di Carlo Giuliani, fu lanciato un netstrike contro il sito ufficiale del G8. Per quanto organizzato in pochissime ore, ebbe successo.
Su questa vicenda venne aperta un'inchiesta specifica che avrebbe portato, 20 giorni dopo, al sequestro del sito netstrike.it, fisicamente ospitato sul server amministrato da Isole nella Rete.
Il 10 agosto alcuni funzionari della questura di Genova si sono presentati presso il nostro internet service provider, che si trova a Bologna, con un decreto di sequestro di uno dei magistrati del G8.
Il sito è stato rimosso da un tecnico dell'associazione e consegnato alla polizia su di un floppy disk. 15 minuti dopo www.netstrike.it era di nuovo online su un server austriaco e raggiungibile da tutti.
Alcuni giorni dopo, venerdì
17 agosto, in Italia un giorno impossibile, specialmente per trovare un avvocato
in città, avviene la perquisizione del luogo di lavoro di un giovane di 21 anni,
della sua abitazione e di quella dei genitori. Con il conseguente sequestro
di computer, materiali informatici, telefono cellulare e libri, con perdita
del posto di lavoro e l'avvio di una trafila giudiziaria di cui non sono ancora
chiari i contorni.
L'accusa nei suoi confronti è di violazione della legge sui crimini informatici
nel corso della partecipazione al netstrike del 20 luglio.
Sono stati solo i primi due episodi di una lunga sequenza, in cui ci sono state altre perquisizioni, sequestri e denuncie.
Spesso noi ci muoviamo sulla
linea di confine fra legalità e illegalità. E' un confine che continuamente
forzato per conquistare nuovi spazi di libertà.
E' come per il diritto di sciopero. Oggi per tutti noi è una cosa naturale,
ma è stato conquistato al costo di morti, di botte e di galera.
Se il netstrike fosse dichiarato illegale noi dovremo fare più netstrike. Se
si cercherà di bandire il diritto all'anonimato in rete dovremo costruire ancora
più strumenti atti a garantirlo
Ho voluto mettere l'attenzione sul diritto all'anonimato in rete e sulla pratica del netstrike perché costituiscono per noi due importanti fronti di battaglia per la difesa e l'estensione dei diritti digitali. Ma ci occupiamo di molte altre cose.
Ciò che stiamo facendo ora sono due cose.La più importante è quella di garantire la circolazione delle informazioni che provengono dalla Palestina, dove un nostro compagno è uno dei 5 italiani rimasti e sta lavorando nella struttura del Media Center di Indymedia Palestina.
La seconda cosa che stiamo facendo è un lavoro di raccolta di informazioni. Per cercare di capire meglio che cosa sta succedendo, che cosa sta cambiando in rete, nell'atteggiamento dei legislatori, dei magistrati e delle polizie, ma anche delle grandi imprese e delle pubbliche amministrazioni, alcuni compagni di Isole nella Rete hanno dato vita a "Sotto Accusa", osservatorio sulla repressione in rete. Un sito dove vengono raccolte tutte le notizie su casi di repressione di diritti legati alla comunicazione, a quella telematica in particolare.
E' importante capire che cosa ci aspetta, perché bisogna cominciare a pensare al futuro, quando ognuno di noi andrà a spasso con una videocamera incorporata nel cellulare, con la connessione a banda larga, e non ci saranno limiti alla possibilità di comunicare agli altri la propria esperienza. Come l'esperienza di essere a Genova il 20 luglio 2001, o l'esperienza di essere in Palestina in questi giorni.