Simulacro
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“Siamo contenti che tu abbia accettato di venire”, disse la donna vestita di blu,” hai dimostrato coraggio, perche’ quello di cui dobbiamo parlarti non sara’ facile per te da accettare”. Lei restava seduta sulla poltrona che le avevano riservato. Si trovava al centro della stanza ed intorno non era possibile distinguere qualcosa ,perche’ l’unico fascio di luce era proiettato su lei, e solo a malapena si potevano riconoscere le sagome degli altri cinque personaggi che la circondavano, ognuno in piedi a semicerchio, davanti all’imputata. La guardavano immobili, fermi ,irrigiditi quasi contrariamente alle normali funzioni dei muscoli di un corpo, che difficilmente hanno un controllo cosi’ totale da impedire anche un impercettibile cedimento. “Ti rendi conto che e’ necessario che siamo duri con te, d’altra parte il tuo contegno e’ stato piu’ volte a malapena tollerabile, ed e’ anche per il tuo bene che siamo qui stanotte” “Smettila con questi toni materni, non siamo qui per darle lezioni di vita, ma per fargliela pagare, a meno che tu non sia disposta a continuare a subire il suo atteggiamento vergognoso. Guardatela, fa finta di niente, fa finta di ignorarci”; e voltandosi di scatto verso colei che era seduta, il ragazzo vestito di viola appoggio’ le mani sui braccioli della poltrona, a pochi centimetri dal volto di quella, e comincio’a urlare. Il fascio di luce delineava il suo profilo dai tratti rigidi, ciocche di capelli gli erano scivolate sugli occhi e nella foga si potevano vedere in controluce i vapori della sua bocca ,quasi ad enfatizzare ogni parola. Faceva freddo. “Di’ qualcosa, per dio! Tu sai benissimo cosa hai fatto! Come hai potuto!! Come ci sei riuscita!! Come dormi la notte!! Ce lo vuoi spiegare, una buona volta!!??” Ma nessuna reazione riusci’ a ottenere quell’attacco ,lei restava seduta senza scomporsi ,fissando un punto non ben definito davanti a se’. “Io non ce la faccio piu’!!”, continuo’ il ragazzo, “io non riesco a stare qui a vederla tranquilla, io la prenderei a schiaffi!! Io ti vorrei vedere morta!!!” “Adesso smettila!!!”. A questa voce, tutti contemporaneamente si voltarono verso la ragazza che lo aveva interrotto, e che era vestita di bianco. “Non lo vedete che soffre?” disse piangendo e buttandosi in ginocchio davanti la poltrona, appoggiando la testa sulle gambe dell’accusata. “Non capite quanto dolore porta dentro? Non capite che e’ disperata? Che non riesce a parlare per questo motivo? Voi non avete mai compreso niente di lei, non cercate di capire mai niente di nessuno, non date scampo ;affibbiate i vostri giudizi, ma pensate solo a voi stessi. Lasciatela in pace, lasciateci in pace!!!” Finche’ non pote’ far altro che affondare il viso fra quelle gambe e piangere a dirotto” Una mano le si poggio’ con fare deciso sulla spalla e lei si alzo’ a guardare da dove provenisse quel gesto che indubbiamente doveva essere di conforto. “Basta con questi inutili piagnistei”, l’uomo vestito di marrone tolse la mano dalla ragazza vestita di bianco e incrociando le braccia continuo’” Ho rinunciato ad un’importante riunione di lavoro per essere qui stanotte e cercare di sistemare la situazione, non ho intenzione di perdere il mio tempo davanti a certe scene isteriche.” Tutti gli accusatori si girarono meccanicamente verso di lui. “Quello che manca a tutti voi e’ un po’ di senso pratico e razionalita’. Se foste gente impegnata come me, di certo non avreste spazio per queste tragedie da quattro soldi, ma io ho la il dovere, essendo il piu’ anziano, di calmare le acque. Per questo adesso muoviamoci, ditele quello che avete da dirle, ascoltate quello che ha da rispondere e facciamola finita. Del resto siete degli illusi se vi aspettate che gli altri facciano qualcosa per voi. Ognuno pensi per se’. E d’altronde guardatela ,vi sembra che gliene importi qualcosa? Ma chiamatela stupida, lei ha davvero capito come ci si deve comportare” “Il tuo cinismo e’ insopportabile” ,disse la donna in blu “non capisci che dobbiamo farle capire che ha sbagliato? l’abbiamo presa a far parte di noi, l’abbiamo accettata con tutte le sue stranezze, ed e’ cosi’ che ci ripaga?” “infatti!!” , questa volta fu il ragazzo vestito di viola ad intervenire con la sua caratteristica violenza. “Come fai a sopportare la sua noncuranza, dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei? Sei solo un omuncolo, non hai nessuna dignita’ ,se non quella che ti ha dato il tuo denaro!!” “Non ti permetto di parlare cosi’!! Sei un ragazzino idiota con le scalmane e non combinerai mai niente nella tua inutile vita.” Silenzio. Si sentivano solo i singhiozzi della ragazza vestita di bianco che aveva ripreso a piangere, finche’ non si voltarono simultaneamente verso l’oggetto delle loro accuse, che continuava a guardare dritto davanti a se’, come se niente attorno a lei stesse succedendo. La voce soffocata dalle sue stesse braccia usci’ dalla gola della ragazza in bianco ” Non puo’ essere, non puo’ star succedendo a noi , non posso crederci, eravamo cosi’ felici..” “E’ lei che devi ringraziare!!!”, grido’ il ragazzo vestito di viola,” E’ lei, lo capisci? A lei non importa un accidente!! Ma giuro che gliela faccio pagare, ci ha distrutto, ci ha portato a questa disperazione!! Io te la faccio pagare, hai capito, disgraziata?!!” E prese a scuotere la poltrona con brutalita’ inaudita, mentre la ragazza in bianco si era scostata gettandosi lontano a osservare sconvolta e fra le lacrime quello che stava accadendo. Gli altri due osservavano anche loro rigidi come manichini il ragazzo che si avventava sulla causa della sua ira finche’ non accadde l’inevitabile. La poltrona si rovescio’, lei cadde e si ruppe in mille pezzi. Schegge di marmo toccarono i piedi del ragazzo vestito di viola, della ragazza vestita di bianco, dell’uomo vestito di marrone e della donna vestita di blu. |