Barcellona: danneggiamenti ed incendi di bancomat e ditte di sicurezza in solidarietà ai prigionieri , delle Individualidades por la dispersion del caos /Fai-Fri

Testo rivendicativo:
Barcellona, Stato spagnolo: di fronte agli attacchi del potere, l’offensiva continua

In seguito alle recenti operazioni di polizia contro gli ambienti anarchici, molto è stato detto e scritto, per lo più le dichiarazioni e le opinioni sono in gran parte di denuncia o di “condanna” della repressione da parte delle autorità. Dopo l’ultima operazione repressiva e le reazioni che ne sono seguite, noialtrx riteniamo di dover fornire il nostro punto di vista.

A partire dal fatto che la repressione che si sta verificando è la risposta logica dello Stato, contro quanti si considerano(o lo Stato considera) suoi nemici, non capiamo i comunicati pieni di vittimismo dove in pratica (e, naturalmente, con le parole più consone) si prega lo stato di smetter di sguinzagliare le sue orde poliziesche in modo “indiscriminato” contro gli anarchicx. Che la repressione è ingiustificata, naturalmente si usa ed abusa del termine “montatura”, che non si fa nulla di “male”, che ci attaccano per il nostro “pensare diversamente” …Si cerca di dare un’immagine di “normalità” e provare con tutti i mezzi a rendere questa immagine pubblica pulita e socialmente accettabile. Si fa tutto il possibile per prendere le distanze da discorsi e pratiche violente, cadendo così nel gioco del potere e usando il suo stesso linguaggio, si fanno distinzioni tra anarchici “buoni” e “cattivi” che promuovono dall’interno la stessa criminalizzazione.

Arrivati a questo punto tra questi “anarchici” ci sono certe persone non hanno vergogna di rilasciare interviste ai media, dando un quadro pietoso e ciò che è peggio, ponendosi come portavoce del “movimento anarchico” (e via via di tutti i movimenti sociali) questi aspiranti a politici e guida delle masse cercano di fare tutto il possibile per alienare l’anarchismo dal suo carattere sovversivo e conflittuale, dipingendolo come un semplice movimento di attivismo sociale, vuoto di ogni discorso e pratica di scontro con il potere e l’ordine esistente.

Poi ci sono i discorsi di coloro che parlano continuamente di come sia terribile la repressione, che tutti i compagni siamo controllatissimi ,che non si può far nulla, questi atteggiamenti non fanno altro che diffondere il panico e la paranoia collettivi, e dietro a questi discorsi e atteggiamenti ci sono quelli che per nascondere la propria immobilità usano come pretesto l’onnipresenza della repressione, della sorveglianza, il classico “io sono controllatissimo” … ecc, ecc. Chi non è disposto a farsi carico di queste cose, lo fa secondo la sua decisione personale, ma nascondersi dietro una paura incontrollata e spesso infondata e perseguire un sentimento disfattista ovunque vadano -è pericoloso e controproducente. Questo non vuol dire che ci sono i “coraggiosi” ed i “codardi” è del tutto normale avere paura dei fermi di polizia , per del carcere, dei pestaggi, delle torture e uccisioni da parte di sbirri o carcerieri …

Tuttavia scatenare la paura porta al panico e alla paranoia, e questo a sua volta porta spesso a discorsi disfattisti dove si chiama alla passività e all’immobilità, al fatto che sia meglio “comportarsi bene” sia per se stessi che per gli altri compagni al fine di non essere oggetto di indagini di polizia.

Come nota finale su questo argomento va detto che anche se lo Stato ci ha indicato niente più che la punta dell’iceberg, questo è niente in confronto a quello che potrebbe avvenire e di fatto basta guardare alla repressione attualmente in atto in altre parti del mondo (e non c’è bisogno di andare lontano) o nello stesso stato spagnolo qualche decennio fa. Dovrebbe essere chiaro che dal momento in cui ci poniamo come anarchici, viviamo con il rischio e la possibilità di essere colpitx dalla macchina repressiva, anche a margine delle nostre pratiche, perché, come abbiamo visto, ci sono momenti in cui i suddetti macchinari repressivi cercano di provocare paura tra i nemici travolgendo chiunque piuttosto che dare colpi precisi, di conseguenza, agli occhi del potere ognuno di noi può diventare un bersaglio.

Tuttavia nonostante il dispiegamento di operazioni poliziesche, arresti e calunnie che sono state eseguite (e ciò che verrà) il potere è a conoscenza del fatto che ci saranno sempre individuxs che non potranno controllare o spaventare per quanti sforzi faccia, non possono spegnere il nostro desiderio di distruggere tutto ciò che ci opprime. Siamo lieti di vedere come nonostante tutto quanto sia avvenuto, non sono riusciti a fermare l’offensiva contro l’esistente, ogni giorno ci sono coloro che ancora non cedono alla paura e sottomissione sociale e passano all’attacco permanente. L’azione anarchica multiforme continua la sua diffusione espandendosi attraverso i diversi quartieri, paesi e città in forma di pubblicazioni e testi militanti, manifesti, graffiti, striscioni, sabotaggi, incendi ed esplosioni ,blocchi stradali con barricate, scontri, attacchi contro gli edifici del potere e disordini durante le manifestazioni …

Anche se la tendenza dello stato spagnolo non è ancora di rivendicare le azioni, per cui molte rimangono mute o sono messe a tacere, sappiamo per certo quanto sta avvenendo, in misura maggiore o minore. La violenza di minoranza ha continuato e continuerà, e se si parla di violenza, apertamente e senza complessi, perché siamo convinti che il potere non cadrà da solo o nessun Messia cadrà dal cielo con la soluzione sotto braccio.

Non usiamo parole come “auto-difesa” o “contro-violenza” o parliamo di violenza anarchica solo quando c’è un contesto di sollevamento di massa perché sia più accettabile. Abbiamo scoperto che, nonostante tutto, le pratiche insurrezionali e l’attacco sono ancora possibili, la polizia non può essere ovunque, non ci spia o controlla tutti, un po’ di buon senso, una buona pianificazione e volontà sono più che sufficienti per provare che l’immagine di un mondo controllato e pacificato non è che un’illusione, e rompere questa illusione di tranquillità è nelle nostre mani.

Perché di fronte all’attacco del potere ed alla miseria di alcunxs “anarchici” che si preoccupano solo di dare un quadro di bravi ragazzi innocenti per la società e per salvare se stessi ,noi armiamo i nostri desideri e passioni, e passiamo all’attacco. Di fronte alle masse e alla loro passività, offriamo la nostra aggressività, non ci aspettiamo nulla e ci lanciamo in pieno nella rivolta anarchica permanente.

Noi siamo quei rivoltosi che abbiamo deciso di continuare e di correre il rischio di osar viverell’anarchia qui e ora.

Le parole senza azioni sono parole morte per noi, quindi approfittiamo di questo comunicato per rivendicare le seguenti azioni in diversi quartieri di Barcellona:

L’incendio di diversi veicoli di diverse imprese private e statali, per la maggior parte società di sicurezza.

Attacchi a succursali bancarie attraverso il danneggiamento di vetrate e bancomat con martelli, pietre o vernice o incendio .

Incendi e distruzione dell’arredo urbano.

Con questo comunicato vogliamo salutare affettuosamente i nostri prigionieri, soprattutto Monica e Francisco da più di due anni in carcerazione preventiva senza abbassare la testa, ai compagni Nicola e Alfredo, ai compagni delle CCF ed ai compagni attualmente prigionieri in Cile così come a tutti i compagni prigionieri in ogni parte del mondo , così come salutiamo i nostri prigionieri e ricordiamo i nostri caduti ,salutiamo anche quanti giorno per giorno continuano a scommettere sul conflitto l’ insurrezione anarchica permanenti, rendendo l’anarchia ancora una minaccia.

Per un dicembre un nero ovunque!

Per l’internazionale nera degli anarchici di prassi !

Per l’estensione del caos e dell’ Anarchia!

Nulla finisce, la guerra continua …

Individualità per la Dispersione del Caos – FAI / FRI
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Fonte contrainfo
traduzione Crocenera