"Buster non cercherà mai di farci piangere perché sa che le lacrime facili sono supe- rate. Non è tuttavia il clown che ci farà sbellicare. (...) Al cinema preferiremo sem- pre l'espressione monocorde di un Keaton a quella infinitamente sfaccettata di un Jennings. (...) In Keaton l'espressione è semplice come quella di una bottiglia, ad esempio; sebbene sulla pista rotonda e chiara delle sue pupille piroetti la sua anima asettica. Ma la bottiglia e il viso di Keaton possiedono punti di vista infiniti. Sono elementi rari cui è affidato il compimento della missione nell'ingranaggio ritmico e architettonico del film. Il montaggio, chiave di volta del film, combina commenta e unifica tutti questi elementi. Ci si può attendere una maggior capacità cinematogra- fica? Si è voluto credere all'inferiorità di Buster, "l'antivirtuoso", rispetto a Cha- plin; farne una specie di stigmate. Riteniamo un pregio la capacità di Keaton di giun- gere al comico mediante l'armonizzazione delle situazioni, degli oggetti e degli altri mezzi di realizzazione. Keaton è carico d'umanità, di più: d'una recente e increata umanità, di una umanità alla moda se vogliamo." (Luìs Bunuel, 1927)