NASPI? NO, REDDITO E WELFARE PER TUTTE E TUTTI




9.10.2014 – Dichiarazione numero 1

#NonInMioNome #ScioperoSociale

Il mantra di Renzi & co: «stiamo eliminando lo Statuto dei lavoratori, ma in compenso riformeremo gli ammortizzatori sociali, estendendoli a tutti, anche ai precari, ai collaboratori a progetto, alle partite Iva con mono-committenza».

Secondo le stime del governo, i beneficiari potenziali del Naspi (nuovo Aspi), del sussidio di disoccupazione, dovrebbero essere 1 milione e 300 mila. Non solo i collaboratori a progetto, ma tutti coloro che non hanno i requisiti per l'Aspi (o la mini-Aspi), causa la carriera discontinua, con contratti al di sotto di un anno.

Le risorse disponibili per la riforma, parte del Disegno di legge delega noto come Jobs Act, al momento sono 1,5 miliardi di euro. Nessuna innovazione o politica redistributiva, ma BRICIOLE, nient'altro che BRICIOLE!

Secondo i calcoli, infatti, e prevedendo un sussidio di 700 euro lordi, le risorse coprirebbero circa 180.000 precari. Quasi nulla, a fronte dei livelli di disoccupazione giovanile censiti da ISTAT e CNEL (44,2%). Nuove risorse, si dice, saranno libere nel 2016, quando l'applicazione della riforma Fornero eliminerà la Cassa integrazione in deroga, e nel 2017, quando verrà eliminata la mobilità: altri 4,5 miliardi saranno disponibili, ma intanto sarà il 2018 e 6 miliardi complessivi sono ancora pochi, pochissimi.

Infine. Se il sussidio durerà fino a 2 anni per i lavoratori dipendenti, non supererà 6 mesi per gli atipici e sarà condizionato all'accettazione di qualsiasi lavoro, indipendentemente dai diritti esigibili e dal trattamento salariale.

Il Naspi è l'ennesima menzogna, senza risorse la riforma degli ammortizzatori sociali non farà che approfondire la divisione tra garantiti e non garantiti. Di più: siamo e saremo avversari del sistema di workfare (welfare to work) che il Naspi vuole imporre. Dietro le cosiddette politiche attive del lavoro non si nasconde alcuna attivazione, ma tecniche di controllo, monitoring individuale e gestione di disoccupati, precari e cassintegrati. Rivendichiamo il diritto a un reddito di base, sganciato dalla prestazione lavorativa e incondizionato. Chiediamo reddito e rifiutiamo il ricatto di un lavoro purché sia. Rivendichiamo il diritto a un welfare universale, che garantisca per tutte e tutti sanità, scuola, cultura e diritto all'abitare. Servono almeno 15-20 miliardi l'anno per una effettiva riforma degli ammortizzatori sociali che contempli il reddito di base e il welfare che pretendiamo. Le risorse ci sono: vanno sottratte agli F35, alla costruzione di grandi opere e infrastrutture inutili e dannose, vanno recuperate attraverso i Fondi europei, utilizzati poco e male, vanno sottratte alle banche che hanno drenato risorse pubbliche per sanare i loro bilanci, bisogna sospendere il pagamento degli interessi sul debito pubblico che sono in mano a banche e fondi speculativi. Meno soldi alle banche e all'industria bellica, soldi a precari e disoccupati: reddito e welfare per tutte e tutti!


Strikers verso lo sciopero sociale del 14 novembre

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