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Torino esce dall’Osservatorio Tav!

Torino esce dall’Osservatorio Tav!

Questa mattina la sindaca di Torino Chiara Appendino ha annunciato, insieme al capogruppo e ad alcuni consiglieri di maggioranza, l’uscita del comune di Torino dall’Osservatorio Torino-Lione. La mozione che determinerà l’uscita sarà discussa e approvata lunedì in consiglio comunale. La discussione avrebbe potuto svolgersi in un consiglio comunale aperto, dove alcuni esperti si sarebbero potuti confrontare sull’utilità dell’opera, ma le opposizioni pro tav hanno preferito rinunciare al confronto.

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L’abbandono dell’Osservatorio è un segnale politico forte che avviene alla vigilia dell’approvazione parlamentare dell’accordo per la tratta transfrontaliera del Tav.

L’annuncio dell’uscita dall’Osservatorio è conseguenza della netta contrarietà della Città di Torino alla Torino-Lione, una contrarietà che deriva da attente valutazioni economiche e trasportistiche.

La sindaca e i consiglieri durante la conferenza stampa hanno esteso la riflessione, impegnandosi formalmente a contrastare in ogni sede istituzionale italiana ed europea la Torino-Lione e a sollecitare il parlamento alla modifica dei processi decisionali sulle grandi opere e sugli investimenti delle risorse pubbliche.

Molti ringraziamenti e riconoscimenti sono stati fatti alla tenacia e al coraggio del movimento No Tav, citando le violenze subite dai tanti attivisti.

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Prevedibili le reazioni dei pro Tav, il capo dell’Osservatorio Foietta arriva a dire che “l’Osservatorio sulla Torino-Lione è un tavolo di confronto, uscendone la Città di Torino perde una opportunità”. Dimentica volutamente che alla base del suo Osservatorio c’è un  documento che recita che i Comuni “devono dichiarare la volontà di partecipare al processo di definizione della migliore progettazione preliminare possibile dell’opera”. In Osservatorio non si può discutere l’utilità dell’opera, quello è un atto di fede che va accettato per potersi sedere a quel tavolo.

Non si può che essere felici per la scelta del Comune di Torino che abbandona un tavolo che ormai è ridotto a un deserto, recentemente era stato abbandonato da Venaria, Giaveno e Condove, e ormai nessuno dei principali paesi coinvolti nel progetto vi partecipa: non Susa, non Bussoleno, non Avigliana, non Rivalta e ora neppure Torino.

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