Egregia Dottoressa Bianco ,
Non sono qui a chiedere la grazia ma allo stesso tempo non ci sto a fare il carceriere di me stesso.
E’ passato più di un mese da che sono costretto ai domiciliari e le mie condizioni economiche non mi permettono più di fare fronte al pagamento delle bollette e fare materialmente la spesa per il cibo.
Tenga conto che di tutti i miei precedenti penali non ho fatto più di dieci giorni di carcere ed in cinquant’ anni suonati non conosco altra maniera di vivere se non come uomo libero .
Inoltre dal 2009 ho iniziato una convivenza con la mia compagna Monica andando ad abitare a Giaglione, facendo la scelta di andare a vivere fuori città , in montagna, rinunciando alle comodità e sicurezze per la mia sensibilità alla tutela ambientale e salvaguardia del territorio montano. Infatti sono più di sei anni che faccio quelle che sono le attività tipiche dei montanari:
la raccolta di piccoli frutti, di funghi, legna da ardere in cambio della pulizia dei boschi , sistemazione e manutenzione dei muretti a secco e canali irrigui ed in ultimo, non per importanza , ma per il fabbisogno alimentare conduco anche un orto e un frutteto affidatomi da un anziano del paese .
Considero questi arresti domiciliari ingiusti perché penso che la giustizia non dovrebbe essere utilizzata come strumento di controllo e repressione sociale. In questa situazione mi sento condannato per le mie idee politiche ancor prima di essere giudicato per i reati di cui sono accusato.
Da Lei mi è stato anche negato di recarmi dal mio legale .
Delego il mio avvocato a concordare eventuali forme meno afflittive di controllo che mi permettano di svolgere le attività sopra descritte.
Questa è la mia richiesta di libertà .
Nella mia situazione non mi rimane altro mezzo per oppormi a quello che considero un sopruso e un’ingiustizia : nel mese di giugno entrerò in sciopero della fame.
Mi riservo inoltre di rendere pubblica la medesima per mettere a conoscenza della mia situazione l’opinione pubblica e la società civile .
Distinti saluti.
Giuseppe Lizzari
Giaglione, 25 maggio 2016.