martedì, aprile 23, 2024
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La giornata antirazzista di Venaus e le pretestuose polemiche de La Stampa

La giornata antirazzista di Venaus e le pretestuose polemiche de La Stampa

Sono pochi i punti discriminanti per il movimento no tav, uno di questi è l’antirazzismo. Un principio su cui non si transige. Da 25 anni lottiamo contro un modello di sviluppo disposto a distruggere una Valle per far passare le merci (che peraltro non ci sono) e al contempo blinda le frontiere per non far passare le persone. Dato che però ai principi facciamo seguire le pratiche a più riprese sono state messe in campo iniziative in Valle contro il razzismo e per l’integrazione. Domenica scorsa è stata una di queste occasioni, per partecipare,  tra l’altro, alla giornata di solidarietà lanciata da NO BORDERS di Ventimiglia.
All’interno della 3 giorni “Seminiamo Resistenza” abbiamo disputato un torneo antirazzista con squadre composte dai ragazzi migranti ospiti nei nostri paesi. E hanno partecipato anche i musicisti del CoroMoro. Sport e musica, contro ogni forma di xenofobia e discriminazione. Una bella giornata, ma forse non per tutti.

A qualcuno non dev’essere piaciuto l’incontro fra una comunità che lotta per difendere la sua terra e migranti che dalla loro terra sono dovuti scappare per conquistare un futuro migliore. Non dev’essere piaciuto a qualche occhiuto inviato della questura e al giornalista a cui ha raccontato la giornata. E il dispiacere per la bella giornata di Venaus ha prodotto l’articolo pubblicato quest’oggi su La Stampa. Un articolo a cui ci risulta abbia collaborato, quanto meno nelle telefonate, il giornalista Massimo Numa, il cui astio verso i no tav non ha bisogno di presentazioni.

L’articolo racconta di una polemica che in realtà è creata dall’articolo stesso. Una polemica montata ad arte e strumentale. Siamo abituati a questo poco deontologico modo di trattare le questioni valsusine, ma questa polemica ci pare superare il segno. Specialmente quando si suggerisce, fra le righe, che l’aver cantato e giocato a pallone a Venaus possa mettere a rischio la richiesta di asilo politico [“ma non avete pensato che quella era una zona ‘rischiosa’ per dei richiedenti asilo?”]. Al limite del razzismo è poi la linea di ragionamento secondo cui i migranti sono stati strumentalizzati e usati dal movimento no tav, come se non fossero in grado di ragionare con la loro testa, come fossero degli sprovveduti, dei poveracci gabbati dai no tav [“ma non c’è il rischio che il CoroMoro sia stato ‘usato’ per motivi non proprio ‘neutri’?”].

Noi continueremo a portare avanti la necessità di favorire l’accoglienza e respingere ogni forma di razzismo. Ci piace la risposta comparsa sul profilo facebook del CoroMoro all’articolo de La Stampa.

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Speriamo di ascoltarli ancora in Valle, e di incrociare ancora i tacchetti con chi ha partecipato al torneo.

Abbiamo chiesto un commento a Luca Baraldo, del CoroMoro:

“Vogliamo dire che in questa storia ci sono un sacco di bugie. La prima contenuta nell’articolo in cui si dice che siamo arrivati il sabato, ma siamo arrivati domenica! E non c’entriamo niente con la manifestazione di sabato, come invece l’articolo pare voler intendere. Speriamo inoltre che questo articolo non crei problemi ai ragazzi richiedenti asilo”.

E ce lo auguriamo anche noi, sarebbe insopportabile che un articolo germinato dall’astio verso i no tav possa causare problemi ai ragazzi richiedenti asilo.

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