giovedì, marzo 28, 2024
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Il sabotaggio non è terrorismo! Depositate le motivazioni della sentenza “compressore”

Il sabotaggio non è terrorismo! Depositate le motivazioni della sentenza “compressore”

Che fosse stata una sonora bocciatura all’impianto accusatorio dei pm con l’elmetto Padalino e Rinaudo, era stato chiaro da subito. Si capiva bene anche dalle reazioni stizzite di vari personaggi e degli stessi che parlavano tra mezzi virgolettati nelle pagine dei giornali cittadini.

Ora arrivano le motivazioni della Corte d’Assise che ha assolto Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò dall’accusa più pesante, condannandoli comunque ad una pena molto alta.
Ma il teorema del terrorismo, cucinato da Caselli e portato avanti dai due pm con l’elmetto. è stato smontato di sana pianta.

C’è però ancora un problema: Lucio Graziano e Francesco si trovano tutt’ora in carcere e vanno liberati!

da nuovasocieta.it

No Tav, per la Corte d’Assise di Torino gli assalti al cantiere non erano paramilitari

Non è stata un’azione paramilitare quella del maggio 2013 al cantiere Tav della Torino-Lione, di Chiomonte. Questo è quanto hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Torino, assolvendo dal reato di terrorismo quattro attivisti No Tav, condannati poi per reati minori.
Le motivazioni della sentenza sono state depositate oggi: «In realtà non si ritiene che la programmazione emersa dal tenore delle telefonate oggetto di intercettazione, il numero di soggetti concorrenti, le armi proprie e improprie utilizzate fossero di per sé tali da incidere, anche solo potenzialmente, sulla volontà dello Stato di proseguire i lavori programmati», hanno spiegato i giudici.

L’assalto del 14 maggio 2013, scrivono i giudici «non era oggettivamente un contesto di particolare allarme e neppure l’azione posta in essere rivestiva una “natura” tale da essere idonea a raggiungere la contestata finalità di terrorismo».
«Pur senza voler minimizzare i problemi per l’ordine pubblico causate da queste inaccettabili manifestazioni non si può non riconoscere che in Val di Susa – aggiungono – non si viva affatto una situazione di allarme da parte della popolazione e che nessuna delle manifestazioni violente sino ad ora compiute ha inciso, neppure potenzialmente, sugli organismi statali interessati alla realizzazione dell’opera».

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