venerdì, marzo 29, 2024
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Processo compressore. Quando si mette ordine: “Nessuno voleva far male alle persone”

Processo compressore. Quando si mette ordine: “Nessuno voleva far male alle persone”

di Gabriella Tittonel

“Quando si cominciano a nominare  bene le cose  si comincia a mettere ordine” – così ebbe a dire Camus. Parole queste ricordate dall’avvocato della Difesa Claudio Novaro ad inizio processo dello scorso mercoledì, un processo dai più ormai conosciuto come  quello del compressore, unica metallica vittima di un fatto che vede da ormai un anno in carcere i giovani Chiara, Mattia, Nicco e Claudio accusati di terrorismo.

E questa “messa in ordine” ha contraddistinto tutta l’udienza, nel corso della quale tutti i dati portati dall’accusa sono stati oggettivamente confutati.

“I PM – ha ricordato l’avvocato Novaro nella lunga e circostanziata arringa –  si sono rifatti solo alle prove portate da loro.. non va così, ma occorre un confronto con la controparte per raggiungere la verità…. Nella notte tra il 13 e 14 maggio vi fu un assalto per andare a dar fuoco ad un compressore… attentato con finalità di terrorismo? Occorre tenere ben presente il punto di vista rilevantissimo della Corte di Cassazione…. E quanto è emerso nell’intercettazione ambientale avvenuta in un ristorante cinese a Milano dalla quale emerge chiaramente la volontà di non arrecare nessun danno alle persone.”

Che si sia trattato di sabotaggio e non di atto terroristico lo ha ribadito anche l’avvocato Eugenio Losco, che ha ricordato come  l’azione sia durata pochi minuti, che chi ha agito non poteva essere a conoscenza della presenza di operai in galleria e che, parlando di possibili danni per arresto del lavoro, lo stesso lavoro in galleria, a detta degli operai, è ripreso dopo pochi minuti. “Del fumo dei lacrimogeni parlano molti testimoni, di un fumo acre, che dava fastidio, che pizzicava, mai sentito prima e c’è chi ha affermato di essersi accorto che la polizia aveva sparato lacrimogeni, le cui esalazioni erano filtrate all’interno del cunicolo… non si può pertanto escludere che i danni riferiti dai testimoni non possano essere addebitati anche al fumo dei lacrimogeni lanciati dalle Forze dell’Ordine” – così ha ricordato Losco.

“Il dolo diretto deve essere provato, come in tutti i processi…il PM nella requisitoria ha fatto un lungo elenco per affermare dove ci fosse il dolo diretto, ma mi pare che si possa dire che  lo stesso PM non ha offerto di fatto nessun elemento in modo preciso – così ha ricordato il  Professor Oreste Dominioni, ex Presidente dell’Unione Camere Penali di Milano.

Dei danni economici ha invece parlato l’avvocato Giuseppe Pelazza :”..il compressore era della ditta Giuliano che lo noleggiava al consorzio d’imprese.. la ditta Giuliano non ha presentato nessuna querela… paradossalmente, a mio giudizio, deve essere dato un giudizio di improcedibilità dell’azione penale per quanto riguarda il suo danneggiamento per la mancanza della querela”

Molto circostanziata e precisa è stata dunque la ricostruzione fatta dalla Difesa su quanto avvenuto  quella notte nel cantiere  del tunnel geognostico di Chiomonte,  difesa che ha demolito punto dopo punto con precisione e dati inattaccabili il castello innalzato dall’accusa, confutando molte delle deposizioni fatte dai suoi testimoni.

E che ha chiesto la sospensione condizionale della pena.

Ora il processo dovrebbe vedere il suo ultimo atto il prossimo 17 dicembre. In cui si conoscerà la decisione della Corte. L’auspicio è che la stessa sappia con intelligenza e mente limpida guardare ai fatti.

G.T. 28.11.14

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