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Maxiprocesso no tav, la parte civile: “Sequestro a scopo di eversioneh eh eh”

Maxiprocesso no tav, la parte civile: “Sequestro a scopo di eversioneh eh eh”

Oggi, nell’ambito del maxiprocesso ai 53 no tav per il 27 giugno e 3 luglio 2011, si è svolta l’udienza dedicata alle parti civili.
L’avvocato dello Stato, Mauro Prinzivalli, parte civile per conto dei ministeri dell’Interno, dell’Economia e della Difesa, denuncia che su un episodio avvenuto il 3 luglio 2011 in Val di Susa non si è indagato abbastanza, nonostante la Procura avesse a suo tempo aperto un fascicolo contro ignoti.

Prinzivalli si riferisce alla vicenda del carabiniere che dopo una carica rimase isolato dal suo gruppo in mezzo agli impervi sentieri tra i boschi alle spalle dell’area archeologica. Durante la colluttazione con i manifestanti, il militare perse l’arma, poi ritrovata e riconsegnata alle forze dell’ordine.
Ma per l’avvocato di Stato: “Il carabiniere si trovò a un certo punto isolato nel bosco e fu catturato e trattenuto per oltre un’ora dai manifestanti che gli sottrassero la pistola e a tutt’oggi non sappiamo che fine abbia fatto quell’arma“.

Per non smentire i toni di un processo palesemente politico Prinzivalli sostiene che  il vicebrigadiere dell’Arma sarebbe stato «sequestrato» e «torturato» da colpevoli, a suo dire, “occulti ma individuabili”.

Il legale ha richiesto inoltre che il tribunale trasmetta le carte in Procura per nuove imputazioni. Infatti, secondo Mauro Prinzivalli si potrebbe ipotizzare il reato di sequestro a scopo di eversione. Non sia mai che si perda l’occasione di rilanciare sul tavolo la carta del terrorismo che tanto piaceva a Caselli e che già la Cassazione ha ritenuto inconsistente in un altro procedimento!

Ma il gran finale dell’avvocato Prinzivalli giunge al momento della richiesta dei danni in relazione al danno morale e d’immagine subito dallo Stato: 500 mila euro per il ministero degli Interni, 100 mila euro per il ministero della Difesa e 50 mila euro per il ministero dell’Economia, a cui vanno a sommarsi altri 500 mila euro richiesti come risarcimento del “danno patrimoniale” derivante dai costi per i mezzi impiegati e per i giorni di mutua degli agenti feriti.

Lasciateci concordare con l’avvocato: il danno all’immagine che lo Stato ha subito quei giorni non ha eguali e non basteranno cifre a 5 o 6 zeri per rimediare a quel danno.

Da quell’estate del 2011 in Valle è ben visibile l’immagine di uno Stato capace di difendere con migliaia di uomini, mezzi militari, filo spinato e tecnologie all’avanguardia un’opera avversata dalla popolazione. Lo stesso Stato che è incapace di prendersi cura del territorio mettendo a repentaglio la vita dei suoi cittadini ogni qualvolta piove più del normale.

E l’immagina non ne guadagna…

Da quell’estate del 2011 lo Stato ha dichiarato un pezzo di terra sito di interesse strategico, mettendo i militari a presidiarlo. Ma in quello stesso pezzo di terra difeso da questo Stato hanno lavorato e guadagnato ditte indagate per i rapporti con la ‘ndrangheta.

E l’immagine non ne guadagna…

Da quell’estate del 2011 lo Stato ha speso decine di milioni di euro in un cantiere propedeutico a un opera la cui utilità è messa in dubbio da numerosi economisti e tecnici dei trasporti. E quello stesso Stato, mentre spendeva montagne di euro a Chiomonte, lasciava che in Valle chiudessero ospedali e che le scuole cadessero in pezzi.

E l’immagine non ne guadagna…

Non invidiamo il ruolo di Prinzivalli, non dev’essere per nulla semplice essere l’avvocato di questo Stato.

 

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