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INTERVISTA A YANN MOULIER BOUTANG - 7 LUGLIO 2001


Quindi, c'è stata questa iniziativa, anche se poi naturalmente vedere questa costituzione dell'Europa come una cosa puramente positiva sarebbe stupido: con una potenza del genere che si configura si assiste alla prima guerra delle frontiere dell'impero europeo, c'è tutta questa zona dell'Est che è molto fragile e che tra l'altro è in decolonizzazione, perché la Russia si sta decolonizzando quarant'anni dopo le altre potenze europee, sta perdendo la Georgia, la Cecenia, sta perdendo tutto, è una cosa legata al suo intervento nell'Afganistan, che è l'ultima conquista che ha messo in crisi tutto. Ciò assomiglia molto alla situazione americana, quando gli americani vedevano la decomposizione dell'impero spagnolo. Dunque, io penso che lì ci sia una questione importante e in questa guerra del Kosovo gli americani sono apparentemente i prepotenti, quelli che fanno ciò che vogliono, ma questo non è vero, perché già comincia la contestazione: per parlare come Tucidide, la talassocrazia americana ha avuto un periodo di egemonia assoluta estremamente corto, cioè di dieci anni, e io interpreto questa pressione sui diritti adesso, l'OMC, la questione della negoziazione sulla proprietà intellettuale ecc., come il tentativo attraverso il diritto di sfruttare il vantaggio competitivo che gli americani hanno preso durante gli anni '90, avendo sia la prepotenza militare che la prepotenza tecnologica con il modello della nuova economia, che adesso si sviluppa dappertutto, però comincia a contestare l'egemonia americana. Perché la rete adesso si mondializza e l'Europa recupera della forza, e a mio avviso una cosa come il progetto del Giappone (che adesso è ufficiale) di creare un mondo con lo yen rispetto al dollaro è importante, in quanto ciò significa anche la messa in discussione del tipo di equilibrio nato a Bretton Woods nel '71, quando il dollaro ha smesso di essere legato all'oro con il regime di tasso flessibile. Per esempio, l'Europa è stata la prima a rifiutare questi yo-yo dei tassi di interesse e dei tassi della moneta locale, e il Giappone ha fatto un'analisi del suo stop and go che è molto vicina a quella inglese degli anni '60, malgrado un uso keynesiano che non è mai stato visto nella storia, cioè il tipo di spese che hanno fatto a livello statale è enorme. Probabilmente loro ritengono di non poter più sopportare questo scaricamento delle tensioni interne americane sul resto del mondo in termini di scambio flessibile. Ma non sono i soli, si prenda per esempio il Mercosur brasiliano, argentino (i cileni hanno smesso di far parte di questa cosa): è vero che c'è stata l'ultima svalutazione del real come risposta americana all'attacco brasiliano al progetto di grande mercato nordamericano e alla produzione di medici generici nell'Africa del sud, cosa emblematica, cioè il Brasile, adesso che è diventata un'importante potenza industriale, non può sopportare di vedere in quattro giorni la sua moneta abbassata del 25%. Dunque, probabilmente dopo un'area tobiniana si apre un'area di ritorno ai tassi di scambio fissi, perché non è che non sia funzionale il ciclo del dollaro ecc., ma con il cambiamento dei poteri locali e questa emergenza del tripode americano-europeo-giapponese, con la minaccia della Cina, nessuno sa dove va a parare la situazione. Allora, in questo senso penso che ci saranno delle pressioni fortissime verso tassi di scambio fissi all'interno di grandi aree, e naturalmente ci sono i rapporti di questa moneta con il dollaro che diventano più o meno antagonisti; cioè, fine di questa regolazione liberale del mercato, dunque in un certo modo è un livello più efficace per lottare contro la speculazione, ossia la famosa Tobin Tax. Allora, queste cose sono importanti per determinare anche che spazio c'è nell'Europa oggi, perché due anni fa nessuno credeva che ci sarebbe stata un'accelerazione tanto rapida a livello dello sbocco istituzionale europeo; tanta gente diceva che con questo allargamento ci sarebbe stata una dilazione di tutto e che questi passi sarebbero andati allo smantellamento dell'edificio nato nel dopoguerra, nato dalla Comunità Europea e dal trattato di Roma. Invece, quello che si produce è il contrario. Allora, il problema è perché, che tipi di composizione si producono. Probabilmente non esiste altro modo di controllare il grado di scontro interno all'Europa senza un livello federale. Essendo di matrice operaista, io mi fermerei a questa ipotesi di ricerca, il cercare perché questa Europa viene fatta malgrado i governanti: che spinta ha dietro, perché funziona così? Perché probabilmente il mondo liberale non funziona, come modello politico è chiaro che l'Europa è il cuore del rifiuto di un modello politico di tipo imperiale o anglosassone. Ma probabilmente ci sono delle cose più interessanti ancora: già un'unificazione di fatto delle lotte e dei bisogni che non può essere ricondotta al progetto di crescita nazionale. Dunque, questa è un'ipotesi sulla modernizzazione del potere che non è solamente sviluppo capitalistico, è una cosa più interessante perché ci apre anche delle finestre politiche, in quanto siamo usciti da questi venticinque anni di inverno, come diceva Guattari.

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