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INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI - 5 LUGLIO 2000
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Qual è stato il tuo percorso di formazione politica e culturale e l'inizio della tua attività militante?

Senza fare dell'individualismo storico, qui c'è un taglio un po' autobiografico, perché in effetti attraverso il mio percorso posso anche mettere un po' a fuoco quelli che sono stati alcuni passaggi non solo italiani ma almeno in parte europei. Ciò dato che io ho incominciato a fare politica al liceo nel '68, allora c'era un gruppo che si chiamava Movimento Giovanile Progressista, era un gruppo operaista, che però quando ero entrato io non aveva ancora precisato i suoi rapporti per esempio con l'Italia. Più tardi quel movimento che poi si è espanso ha avuto sue diramazioni in tutta la Svizzera, e sceglierà un rapporto privilegiato con Potere Operaio: ci sono poi stati allora dei movimenti analoghi, nati dalle lotte studentesche, che però avevano sviluppato rapporti soprattutto con Lotta Continua. Erano rapporti certo di affinità teorica e politica, ma allo stesso tempo erano anche rapporti in un certo senso operativi: la Svizzera già allora incominciava ad essere un entroterra per le prime forme di illegalità, di fughe varie ecc., per cui c'era questo tipo di aspetto che poi diventerà molto importante negli anni '70. Poi naturalmente la Svizzera in un certo senso è sempre stato un paese di immigrazione, per cui i rapporti politici con l'Italia erano anche basati su delle ipotesi di lavoro politico nell'immigrazione, quindi nelle fabbriche allora soprattutto con la componente dell'immigrazione italiana, spagnola, portoghese in particolare.
Quindi, dopo questa prima esperienza limitata negli ultimi due anni di liceo sono andato in Inghilterra, ed è stranamente lì che, attraverso dei compagni inglesi che già avevano familiarità con l'operaismo italiano, con "Operai e capitale" di Tronti, con gli scritti di Negri, di Alquati, di Ferruccio Gambino in particolare, mi sono anch'io familiarizzato. Ero dunque entrato in contatto con questi movimenti e queste esperienze italiane dall'Inghilterra, perché in Svizzera ero molto giovane, non avevo ancora fatto letture, ero molto attivo ma comunque sul posto. In Inghilterra invece già si stava in un qualche modo formando un giro, una rete di compagni: John Merrington, Emery e altri, Selma James che era la moglie di un famoso militante e leader di colore di Trinidad, C. L. R. James, ed era lei la portavoce, la teorica del salario al lavoro domestico del gruppo femminista di Padova. Quindi, quando nel '69 mi sono trovato in Inghilterra sono da una parte entrato nella rete anche teorica di Potere Operaio però attraverso questo tipo di percorso; allora stava nascendo in Inghilterra il Black Power che era una versione inglese del movimento nero americano, dove Selma James era una persona molto attiva, molto presente. Dunque, c'è stato un po' questo crocevia. Io volevo studiare in Inghilterra, però entrato in contatto con queste cose e avendo fatto in quel periodo delle letture che mi avevano proprio colpito, dopo un anno ho deciso di tornare e di iscrivermi a Padova, cosa che feci nel '70, con la mia prima puntata sulla città veneta, l'incontro con Ferruccio Gambino, di cui avevo letto e sentito, con Toni Negri e con Luciano Ferrari Bravo, che da allora è stato sempre un mio grande amico. Mi ero iscritto alla facoltà di Scienze Politiche, però allo stesso tempo avevo scelto di fare lavoro politico a Zurigo, perché nel frattempo quel Movimento Giovanile Progressista, che si era trasformato in gruppo Lotta di Classe, aveva istituzionalizzato (se così si può dire) dei gruppi di lavoro politico a Zurigo, a Ginevra, poi a Lugano, insomma in un po' tutte le città e realtà svizzere. Dunque, a me interessava fare lavoro politico, quindi di fatto ero a Zurigo, poi andavo a fare gli esami a Padova, e questo per i primi due o tre anni, fino al '73.
Poi dopo, credo nel '75, tornato in Ticino e sempre andando a Padova per fare gli esami, sono ritornato in Inghilterra per due anni, fino al '77, a fare un dottorato in Economia, quindi di nuovo a riprendere i rapporti attivamente con i compagni. Avevamo lavorato dentro il Congress of Socialist Economist, un'associazione di economisti di sinistra che ogni anno organizzavano un congresso su tematiche: lì noi ci eravamo impegnati attivamente appunto per fare passare alcune idee di questa Autonomia nascente italiana e non solo. Nel '77, proprio in conseguenza di un anno all'estero un po' forzato di Toni Negri, l'avevo sostituito nel suo corso a Padova e, dopo quell'anno, sono andato a New York, dove ho insegnato un paio di anni anche lì e vi sono rimasto fino alla fine dell'81, quindi proprio nel periodo di cambiamento.

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