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INTERVISTA A CARLO FORMENTI - 13 DICEMBRE 1999
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PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO:
percorso di formazione politica e culturale
percorso e collocazione negli anni '70 ed eventuale appartenenza ad ambiti politici organizzati
il percorso successivo
il percorso attuale


Rispetto alla composizione dei soggetti del '68 io ho un profilo biografico abbastanza atipico per quanto riguarda la tradizione e la storia famigliare. La stragrande maggioranza dei quadri studenteschi da cui è nato il movimento alla fine degli anni '60 partivano anche da un elemento di contraddizione famigliare, per cui erano spesso figli di medio-alta borghesia o anche piccola borghesia ma con ideologie famigliari conservatrici, di destra o di centro, e quindi la ribellione avveniva sul terreno non soltanto della scuola o della produzione ma anche nei confronti di una cultura e di una tradizione famigliare. Io invece venivo da una tradizione famigliare e in particolare da un padre che non soltanto era un militante comunista, ma per di più era in qualche modo un militante comunista di opposizione di sinistra ante litteram perché apparteneva a quei piccoli gruppi bordighisti che già alla fine degli anni '50 inizio degli anni '60 pigliavano le botte davanti ai cancelli delle fabbriche dai militanti stalinisti del sindacato. Quindi, mi aveva già trasmesso non soltanto una cultura di sinistra ma anche un approccio radicalmente critico nei confronti della sinistra tradizionale. Questo ha comportato il fatto che io prima di tutto ho avuto una formazione culturale molto precoce in senso marxista, a partire dai 14-15 anni, a livello di letture e di "insegnamento paterno"; e poi anche un avvicinarmi alla militanza politica precedente all'esplosione del '68, in particolare attraverso queste frazioni di sinistra, che poi erano sostanzialmente di matrice trotzkista, interne alla FGCI e al PCI. Non ho fatto lo stesso percorso paterno perché invece già alla fine degli anni '60 questi piccoli gruppi bordighisti erano evidentemente molto dogmatici, chiusi, settari, inadeguati ad affrontare la nuova dimensione dello scontro di classe che si profilava. Quindi, come mio primo approccio alla militanza diretta ho trovato, anche se non ero iscritto alla FGCI, questa sinistra della FGCI che si chiamava Falce e Martello, che aveva poi un suo corrispettivo in un'altra rivista a livello invece non di quadri giovanili che era La Sinistra, che poi erano i quadri della Quarta Internazionale trotzkista entristi all'interno del PCI da cui poi successivamente è nata Avanguardia Operaia, cioè una componente che ruppe col trotzkismo dando vita ad una delle formazioni extraparlamentari più grosse. Un percorso diverso ha invece avuto Falce e Martello dopo l'esplosione del movimento studentesco del '68, e sostanzialmente è stato quasi completamente riassorbito dall'area filocinese ed m-l: il grosso si è trasformato in Servire il Popolo, mentre una minoranza, di cui facevo parte anch'io, aveva formato il Partito Comunista d'Italia m-l, che poi era quello ufficialmente riconosciuto dai cinesi e che si era successivamente a sua volta frazionato in vari gruppi.
Diciamo che io ho seguito tutto questo percorso per una prima fase e che poi l'ho abbandonato completamente quando ho cominciato a lavorare: infatti da studente-lavoratore all'università, iscritto prima alla facoltà scientifica che ho mollato subito e poi a Scienze Politiche, ho cominciato a lavorare come impiegato e nel '69 ho avuto questa grossa esperienza dei gruppi di studio degli impiegati nel settore delle produzioni terziarizzate avanzate, quindi informatica, macchinari per uffici, software. Lavoravo infatti alla 3M, multinazionale americana che aveva acquisito la Ferragna in Italia: faceva macchine per fotocopie, apparecchiature per microfilm e vendeva anche veri e propri sistemi di organizzazione aziendale.

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Per informazioni scrivere a:
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