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> Percorso di formazione politica e culturale e inizi dell'attività militante
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> La dimensione della militanza
(pag. 2)

> I vertici del "triangolo dell'operaismo"
(pag. 8)

> La politica e il politico, la formazione militante e la politica rivoluzionaria
(pag. 11)

> Politica rivoluzionaria e processualità dialettica
(pag. 12)
INTERVISTA A GUIDO BORIO - 27 OTTOBRE 2001


Tornando alla mia formazione, posso affermare che questa si è compiuta, e ne ha segnato specificamente alcune caratteristiche del mio modo di essere, durante il ciclo di lotte degli anni '70. Ripeto che non era già data, non avevo esperienze precedenti. Sono cresciuto in un periodo in cui la militanza politica richiedeva alle persone che intraprendevano questi percorsi di fare dei salti abbastanza rapidi, nella forma della partecipazione, del coinvolgimento, dell'assunzione di responsabilità. Ovviamente questi salti rapidi hanno avuto un carattere contingente: c'è il fatto che la giovane età non sempre permette di avere una maturità umana e una visione d'insieme politicamente adeguata. Devo però dire che altri compagni che erano ben più vecchi di me, oltre che per età anche per esperienza politica, ed erano collocati in posizioni più alte, hanno avuto anche delle incapacità ben più grosse e deleterie di quelle di militanti della mia generazione. E si è visto anche nella tenuta successiva, quando ci si è trovati di fronte a un intervento repressivo dispiegato. Si sono operate scelte inadeguate che non tenevano conto, o non comprendevano, la reale situazione: ciò ha prodotto danni anche grandi e questi li abbiamo pagati a caro prezzo. Nel movimento e nell'area dell'autonomia io ero interno agli ambiti che si assunsero funzioni di proposizione e di costruzione di quei percorsi politici a Torino e in Piemonte, ma anche sul livello nazionale: già a cavallo dei vent'anni avevo questo livello di militanza politica.
Secondo me, come ho detto, la collocazione intermedia è importante. La consideriamo anche nell'ipotesi che noi facciamo in questa ricerca. Ci figuriamo un triangolo composto da un vertice composto da pochi soggetti capaci di esprimere un pensiero politico realmente autonomo e alternativo, un tracciare la direzione di un percorso, nell'indicare i tratti sostanziali di un progetto ed una base rappresentata dal movimento vero e proprio, cioè da un magma di partecipazione e di presenza per lo più spontanea che era massificato e grosso, però aveva una presenza e una partecipazione forte ma anche informale. La collocazione intermedia è centrale; dà un livello di continuità, cioè di militanza intesa come crescita e come presenza non all'interno di singole lotte, ma in percorsi che erano propositivi, di elaborazione e di organizzazione dal punto di vista delle proposte. Ha il ruolo di estrarre, evidenziare e dare potenzialità alla politicità intrinseca presente nelle lotte.
Questa medietà è il tessuto dei militanti che faceva una ricerca, che produceva saperi e conoscenze specifici delle lotte che reggeva proprio le lotte sociali, le lotte operaie, le lotte proletarie. Produceva un supporto alle lotte potentissimo ed era l'elaborazione di una teoria e di un sapere, di una conoscenza alternativa e con fini altri che era molto importante, perché tendeva ad esprimere e meglio costruire un punto di vista di parte: di classe . Si tratta di una collocazione che induceva un atteggiamento, anche di anticipazione, per il relazionarsi con il mondo delle idee, con l'organizzazione di classe, con la diretta esperienza sociale che doveva confrontarsi sempre con i due estremi del triangolo: da una parte con le indicazioni e la teoria politica che rappresentava la nostra area, l'operaismo; dall'altra parte, si aveva un continuo rapporto e contatto con la situazione di lotta vera e propria.
Questo portava a una formazione politica specifica dei militanti, che era abbastanza ricca perché il dover costruire lotte, il dover stare all'interno di situazioni sociali, il dover comunque avere un radicamento per verificare le proprie ipotesi, era una cosa sicuramente significativa. Dentro questo ovviamente c'era una maturazione particolare, che si dava appunto in quei periodi specifici e che probabilmente è unica: formare dei militanti sociali e politici se non ci sono le lotte è una cosa abbastanza diversa o impossibile dal formarli quando invece i movimenti si danno, con tutti i limiti o meno che questa cosa può avere e che magari sarebbe poi il caso di approfondire.

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