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INTERVISTA A PAOLO BENVEGNU' - 13 SETTEMBRE 2001
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Qual è stato il tuo percorso di formazione politica e l'inizio della tua attività militante?


Ho cominciato ad interessarmi alla politica quando ero giovanissimo, in ambiti legati a quelle che erano le prime avvisaglie di una ripresa dei movimenti nel nostro paese, cioè nel '66-'67-'68. In un'età tra i 14 e i 16 anni, ho dunque iniziato a frequentare una sede dell'allora PIUSP a San Donà, dove vivevo con la mia famiglia. In particolare, ero molto interessato alla frequentazione della locale Camera del Lavoro: questo era forse un fatto personale e soggettivo, non era legato ad un'analisi politica bensì ad un percorso di formazione che aveva a che fare con un certo tipo di letture che avevo fatto individualmente, un interesse che si era sviluppato a partire da una base di tipo personale. Però, probabilmente era una situazione che stavano attraversando anche altri, per ragioni che è difficile definire. Comunque, mi sono trovato a frequentare questi ambienti, cominciando a sviluppare una qualche militanza nel Partito Socialista di Unità Proletaria, poi sono stato attivo nel '68-'69 in quei movimenti che si sono espressi anche nelle periferie. Io ricordo soprattutto la partecipazione e il coinvolgimento mio personale, ma anche di altri giovani della mia età: dagli studenti (io studiavo al liceo scientifico), alle lotte operaie, alle grandi manifestazioni che ci sono state nel '69, allo sciopero sulle pensioni, questi momenti estremamente alti di partecipazione operaia. La cosa che mi ricordo, che adesso è difficile da vedere e da pensare, era il fatto che all'epoca ogni manifestazione e ogni sciopero generale comportava la chiusura di tutte le attività; c'erano cortei che si muovevano nelle varie zone affinché lo sciopero fosse effettivamente generale e si concludevano con il blocco dell'allora statale che portava da Venezia a Trieste, una sorta di autostrada, un'importante linea di comunicazione. Già allora, proprio per la vicinanza con Porto Marghera, mi colpì il fatto che c'erano degli operai e dei lavoratori che abitavano in quella zona e che riportavano e comunicavano socialmente questa grande esperienza della lotta al Petrolchimico per gli aumenti uguali per tutti. Io ne sentivo parlare proprio da questi lavoratori che erano pendolari.
Nel '70 mi sono iscritto all'università di Padova, alla facoltà di Scienze Politiche: devo dire che questa è stata un'esperienza che mi ha segnato, innanzitutto perché, casualmente oppure no, proprio al primo anno come matricole eravamo un gruppo di compagni che poi hanno formato il CDA, il comitato di base di Scienze Politiche, molti dei quali hanno poi avuto, attraverso storie diverse, una partecipazione ai movimenti degli anni '70. In quel contesto sono entrato in contatto con compagni che magari facevano il secondo, terzo o quarto anno, che erano in facoltà e che già militavano o comunque facevano riferimento a Potere Operaio. La cosa straordinaria era il livello assolutamente alto e diverso dal punto di vista della lettura dei processi materiali e anche dell'approccio da parte di queste figure rispetto sia alla sinistra riformista sia a quella che allora si definiva la sinistra rivoluzionaria. C'era il partire sempre nella lettura della realtà, delle lotte, dei processi che erano in corso dai punti più alti dello sviluppo capitalistico e dal punto di vista delle lotte operaie. Questi compagni ci hanno insegnato a leggere i "Grundrisse", a conoscere la storia degli operai americani, ci hanno messo in contatto con le lotte operaie di Porto Marghera. Quindi, per me come per altri si è aperto un orizzonte e una chiave di lettura assolutamente diversa, più alta e con strumenti teorici più avanzati rispetto a quelle che erano le proposte politiche sia del PCI di allora sia dei gruppi alla sua sinistra. Io ho cominciato a militare in Potere Operaio e all'epoca avevo una situazione di pendolarità, nel senso che vivevo a Padova ma stavo anche a San Donà, e proprio qui ho iniziato a fare attività insieme ad altri compagni, in particolare del Petrolchimico e della Zanussi (già questo è particolarmente indicativo di quali erano i percorsi). Dunque, c'erano studenti dell'università di Padova, operai del Petrolchimico e operai di avanguardia della Zanussi, e abbiamo costruito la sezione di Potere Operaio a San Donà. Questo processo si è diffuso, adesso non dico che sia cominciato là, ma almeno per un breve periodo ci fu la capacità da parte di questo soggetto politico di passare attraverso le avanguardie di fabbrica anche per costruire le sue sezioni nel territorio.

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