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![]() Il paziente indiano beve la pozione preparata dai semi di Ipomoea |
La cerimonia moderna, comporta l'uso dei semi di morning glory per
trattare le malattie, è una curiosa mescolanza di antiche credenze
indiane e cristiane. I nativi che devono essere curati raccolgono i semi. Viene misurato circa un ditale di semi -spesso il numero magico è 13-. Vengono tritati da una vergine, solitamente una bambina, in un rituale speciale accompagnato da complesse preghiere. Viene aggiunta dell'acqua, la bevanda risultante viene filtrata, ed il paziente beve di notte in silenzio. Dopo molte preghiere, dorme con qualcuno al suo fianco che ascolta quello che dice mentre è inebriato. Da lì escono i motivi dei suoi turbamenti. |
![]() ![]() STUDI SPERIMENTALI sui semi narcotici di morning glories iniziarono nel 1955 quando uno psichiatra pubblicò le annotazioni di un'autosperimentazione con semi di Rivea, mostrando che portano all'inebriamento acocmpagnato da allucinazioni. Questa notizia, ha spinto i chimici ad analizzare la pianta, ma non furono trovati principi attivi fino al 1960. In quell'epoca, il chimico che scoprì l'LSD analizzò la pianta e trovò diversi alcaloidi strettamente legati a quel potente composto allucinogeno sintetico. ![]() Gli alcaloidi dei sacri morning glorys messicani, mostrano le somiglianze chimiche con l'LSD. MOLTE VARIETA' ORTICOLE di Ipomoea violacea, includendo gli ornamenti comuni Heavenly Blue, Pearly Gates, Flying Saucers, Blue Stars, e Wedding Bells, come altre varietà d'Ipomea, contengono i principi allucinogeni. Anche altri generi, in particolare Argyreia e Stictocardia, contengono queste sostanze. L' Hawaiian wood rose (A. nervosa), per esempio, è altamente inebriante. I semi di I. carnea, che possiede principi biodinamici, si dice siano usati come allucinogeni nella medicina popolare equadoriana. Infatti, i composti allucinogeni sono così prevalenti in questa famiglia, sia geograficamente che botanicamente, che è difficile spiegare perchè i morning glories non sono mai stati ampiamente impiegati come inebrianti dalle società primitive. Oppure li hanno usati? ![]() HOJAS DE LA PASTORA (Salvia divinorum), del Messico, è solo una delle 700 speci di Salvia utilizzati come allucinogeni. Gli indiani Mazatechi di Oaxaca usano le foglie come un narcotico divinatorio, da qui divinorum ("degli indovini"). I Mazatechi chiamano la pianta "hojas de la Pastora" in Spagnolo e shka-Pastora in theinella, loro lingua nativa, entrambi i nomi significano "foglie della pastorella." Le foglie vengono masticate fresche, o la pianta viene tritata, poi diluita con acqua, filtrata e bevuta. ![]() (nota: il fiore termina bianco, non porpora.) COLEUS (Coleus pumas e C. blumei) viene coltivato dai Mazatechi di Oaxaca, Messico, che si dice impieghino le foglie in qualche modo come le foglie di Salvia divinorum (vedi p. 137). Effettivamente, gli indiani riconoscono le relazioni tra queste due generi di menta, entrambi della famiglia delle Labiatae. Si riferiscono alla S. divinorum come la hembra ("la femmina") ed il C. pumiluscome el macho ("il maschio"). Ci sono due forme di C. blumei, che chiamano el niño ("il figlio") ed el ahijado ("il figlioccio"). Queste due speci sono native dell'Asia, dove vengono impiegati in medicina, ma non come allucinogeni. Nessun principio allucinogeno è stato trovato nelle 150 specie di coleus. ![]() BORRACHERA (lochroma fuchsioides) è una delle due dozzine di speci di lochroma, tutte native degli altipiani del sud america. Ci sono sospetti e resoconti non confermati che diverse specie di lochromo sono assunti localmente in bevade allucinogene, o soli o mischiati con altre piante narcotiche, dagli indiani nella Sibundoy Valley della Colombia meridionale. Benché non sono stati fatti studi chimici su lochroma, appartiene alla famiglia della belladonna, Solanaceae, ben conosciuta per i suoi principi tossici e allucinogeni. ![]() CHIRIC-CASPI e CHIRIC SANANGO (Brunfelsia) sono i nomi più comuni di diverse specie di arbusti che sembrano essere importanti allucinogeni tra alcune tribù di indios sud americani. L'uso del nome borrachero, che significa "intossicatore," indica che i nativi della Colombia, Equador e Perù, riconoscono le proprietà narcotiche dell'arbusto, e le speciali cure prese per la sua coltivazione dimostrano un precedente ustilizzo religioso o magico nella vita delle tribù. Recentemente, prove reali hanno dimostrato l'uso di diverse specie di Brunfelsia come fonte di bevande allucinogene, tra gli Kachinaua del Brasile, o come aggiunta alle pozioni allucinogene, come tra gli indios Jìvaro e Kofàn dell'Ecuador. . ![]() |
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