Golden Guide   pagine da 131 a 140




Clicca per ingrandire
Ragazze indiane di Oaxaca
macinano semi di Ipomoea.

  L'USO ATTUALE dei sacri semi messicani di morning glory si è leggermente differenziato dalle pratiche antiche. I semi vennero utilizzati per divinazioni, profezie, e diagnosticare e trattare le malattie degli uomini delle tribù, specialmente i Chatinos, Chinantechi, Mazatechi, e Zapotechi. In quasi tutti i villaggi di Oaxaca, i semi servono agli indiani come un aiuto nei periodi difficli.
Clicca per ingrandire
Il paziente indiano
beve la pozione
preparata dai
semi di Ipomoea
La cerimonia moderna, comporta l'uso dei semi di morning glory per trattare le malattie, è una curiosa mescolanza di antiche credenze indiane e cristiane. 

I nativi che devono essere curati raccolgono i semi. Viene misurato circa un ditale di semi -spesso il numero magico è 13-. Vengono tritati da una vergine, solitamente una bambina, in un rituale speciale accompagnato da complesse preghiere. Viene aggiunta dell'acqua, la bevanda risultante viene filtrata, ed il paziente beve di notte in silenzio. Dopo molte preghiere, dorme con qualcuno al suo fianco che ascolta quello che dice mentre è inebriato. Da lì escono i motivi dei suoi turbamenti.

Clicca per ingrandire  
STUDI SPERIMENTALI sui semi narcotici di morning glories iniziarono nel 1955 quando uno psichiatra pubblicò le annotazioni di un'autosperimentazione con semi di Rivea, mostrando che portano all'inebriamento acocmpagnato da allucinazioni. Questa notizia, ha spinto i chimici ad analizzare la pianta, ma non furono trovati principi attivi fino al 1960. In quell'epoca, il chimico che scoprì l'LSD analizzò la pianta e trovò diversi alcaloidi strettamente legati a quel potente composto allucinogeno sintetico.

   La sua sorprendente scoperta incontrò molte incredulità, anche perché, fino ad ora, questo derivato dell'acido lisergico, era conosciuto in natura solo nel fungo ergot (Claviceps purpurea), un parassita del grano di segale in Europa. Quando l'ergot venne incidentalmente macinato in un mulino con la farina di segale per cucinarne pane da servire a tavola, intossicò un'intera città, causando una terribile epidemia e portando molti alla pazzia e alla morte. Nel medioevo, prima che fu chiara la causa e furono prese misure preventive, questo misterioso attacco di massa, fu chiamato Fuoco di Sant Antonio e venne attribuiuto alla collera divina.

   Nei semi di Rivea corymbosa ed Ipomoea violacea sono stati trovati una mezza dozzina di questi alcaloidi ergolini. Gli elementi allucinogeni principali di entrambi i semi sono l'ergina (dietilamine dell'acido d-lysergico) ed isoergina, ma sono presenti altre basi legate in quantità minori - sopratutto chanoclavina, elymoclavina, e lysergol. Il contenuto totale di alcaloidi contenuti nell'ipomea violacea è cinque volte quello della Rivea corymbosa, che dimostra perché i nativi usano meno semi di Ipomea nella preparazione dei loro rituali. Mentre questi alcaloidi non sono rari in numerosi morning glories nel mondo, in apparenza solo in Messico queste piante sono state usate come narcotici.

Clicca per ingrandire
Gli alcaloidi dei sacri morning glorys messicani,
mostrano le somiglianze chimiche con l'LSD.

MOLTE VARIETA' ORTICOLE di Ipomoea violacea, includendo gli ornamenti comuni Heavenly Blue, Pearly Gates, Flying Saucers, Blue Stars, e Wedding Bells, come altre varietà d'Ipomea, contengono i principi allucinogeni. Anche altri generi, in particolare Argyreia e Stictocardia, contengono queste sostanze. L' Hawaiian wood rose (A. nervosa), per esempio, è altamente inebriante. I semi di I. carnea, che possiede principi biodinamici, si dice siano usati come allucinogeni nella medicina popolare equadoriana. Infatti, i composti allucinogeni sono così prevalenti in questa famiglia, sia geograficamente che botanicamente, che è difficile spiegare perchè i morning glories non sono mai stati ampiamente impiegati come inebrianti dalle società primitive. Oppure li hanno usati?
Clicca per ingrandire

HOJAS DE LA PASTORA (Salvia divinorum), del Messico, è solo una delle 700 speci di Salvia utilizzati come allucinogeni. Gli indiani Mazatechi di Oaxaca usano le foglie come un narcotico divinatorio, da qui divinorum ("degli indovini"). I Mazatechi chiamano la pianta "hojas de la Pastora" in Spagnolo e shka-Pastora in theinella, loro lingua nativa, entrambi i nomi significano "foglie della pastorella." Le foglie vengono masticate fresche, o la pianta viene tritata, poi diluita con acqua, filtrata e bevuta.

   La pianta non pare cresca selvatica, e raramente, o mai, si sviluppa dai semi. La pianta Mazateca, della famiglia della menta cresce nei remoti burroni delle montagne mazateche, e molta gente la usa quando i funghi sacri(p. 58) o i semi di morning glory (p. 128) scarseggiano. Viene comunemente creduta essere l'allucinogena pipilzintzintli degli antichi Aztechi.

   L'ingestione delle foglie della pianta si è scoperto provocare un inebriamento simile ai funghi ma meno potente e più breve come durata. E' caratterizzata da immagini colorate 3d in moto caleidoscopico. Gli studi chimici finora hanno fallito per isolarne il componenti psicoattivi.

Clicca per ingrandire
(nota: il fiore termina bianco, non porpora.)


COLEUS (Coleus pumas e C. blumei) viene coltivato dai Mazatechi di Oaxaca, Messico, che si dice impieghino le foglie in qualche modo come le foglie di Salvia divinorum (vedi p. 137). Effettivamente, gli indiani riconoscono le relazioni tra queste due generi di menta, entrambi della famiglia delle Labiatae. Si riferiscono alla S. divinorum come la hembra ("la femmina") ed il C. pumiluscome el macho ("il maschio"). Ci sono due forme di C. blumei, che chiamano el niño ("il figlio") ed el ahijado ("il figlioccio"). Queste due speci sono native dell'Asia, dove vengono impiegati in medicina, ma non come allucinogeni. Nessun principio allucinogeno è stato trovato nelle 150 specie di coleus.

Clicca per ingrandire


BORRACHERA (lochroma fuchsioides) è una delle due dozzine di speci di lochroma, tutte native degli altipiani del sud america. Ci sono sospetti e resoconti non confermati che diverse specie di lochromo sono assunti localmente in bevade allucinogene, o soli o mischiati con altre piante narcotiche, dagli indiani nella Sibundoy Valley della Colombia meridionale. Benché non sono stati fatti studi chimici su lochroma, appartiene alla famiglia della belladonna, Solanaceae, ben conosciuta per i suoi principi tossici e allucinogeni.

ARBOL DE LOS BRUJOS ("albero dello stregone") o latué (Latua pubiflora) viene usato dagli stregoni degli indiani Mapuche di Valdivia, Chile, per provocare delirio, allucinazioni, e occasionalmente insanità permanente. Non c'è un culto o un rituale che ne circonda l'uso, ma l'albero è molto temuto e rispettato. I dosaggi sono strettamente tenuti segreti, e si crede che uno sciamano che conosce bene le dosi potrebbe provocare una follia di ogni desiderio. I nativi impiegano i frutti freschi.

   Dal frutto sono stati isolati gli alcaloidi hyoscyamina e scopolamina responsabili dei potenti effetti. L'unica specie conosciuta di Latua, è limitata alle montagne litoranee del Cile centrale. Appartiene alla famiglia della belladonna, Solanaceae.
Clicca per ingrandire

CHIRIC-CASPI e CHIRIC SANANGO (Brunfelsia) sono i nomi più comuni di diverse specie di arbusti che sembrano essere importanti allucinogeni tra alcune tribù di indios sud americani. L'uso del nome borrachero, che significa "intossicatore," indica che i nativi della Colombia, Equador e Perù, riconoscono le proprietà narcotiche dell'arbusto, e le speciali cure prese per la sua coltivazione dimostrano un precedente ustilizzo religioso o magico nella vita delle tribù. Recentemente, prove reali hanno dimostrato l'uso di diverse specie di Brunfelsia come fonte di bevande allucinogene, tra gli Kachinaua del Brasile, o come aggiunta alle pozioni allucinogene, come tra gli indios Jìvaro e Kofàn dell'Ecuador. .

Clicca per ingrandire


Sommario      Pagina seguente