3.GLI EFFETTI
I trattati sulle droghe danno generalmente poco o nessuno spazio agli effetti
delle sostanze, al di fuori di quelli tossici. La conoscenza di questo aspetto
ci sembra indispensabile per impostare e approfondire il problema. In questo
capitolo verranno descritti gli effetti della cannabis sul fisico, sulla
psicologia e sul comportamento. Gli effetti negativi o tossici vengono trattati
a parte nel capitolo 5, e quelli terapeutici nel capitolo 6.
3.1 TOLLERANZA E DIPENDENZA
Come si è
visto (paragrafo 1.5) i fenomeni di tolleranza e dipendenza vengono considerati
fondamentali nella vantazione delle "droghe".
TOLLERANZA - Con uso
continuato di cannabis, è dimostrato un certo livello di tolleranza (necessità
di aumento delle dosi). La tolleranza si estingue dopo una interruzione dell'uso
per un paio di giorni (cfr. N.A.S.1982,p.26)
DIPENDENZA - Non è
dimostrata con l'uso di cannabis una vera e propria dipendenza fisica. Sul
problema si è così pronunciata l'O.M.S. nel 1965: "[...] assenza di
dipendenza fisica, così che non esiste una definita e caratteristica sindrome dì
astinenza" (W.H.O., 1965).
La questione della dipendenza psichica è stata
così riassunta dalla Commissione Canadese del 1972: "...Molti consumatori
trovano evidentemente la cannabis desiderabile e piacevole, e spesso escono per
acquistarla, a rischio di severi provvedimenti legali ...tuttavia, non sembra si
sviluppino l'insaziabilità e l'urgenza della dipendenza da oppiacei,
barbiturici, alcool e tabacco..." (Canad. Comm.1972,p.124). La cannabis è
usata spesso assieme ad altre persone in circostanze in cui una serie di altri
fattori è essenziale al raggiungimento della gratificazione: musica, un certo
tipo di abbigliamento e di consumi, ecc.. In questo contesto, la dipendenza
psichica da cannabis ha lo stesso valore della dipendenza dagli altri
fattori.
3.2 EFFETTI FISICI
L'arrossamento degli
occhi e la diminuita salivazione (che si traduce in un senso di "bocca secca")
sono i sintomi più tipici (e ben conosciuti dai consumatori) dell'uso di
cannabis. Altri effetti fisici sono: accelerazione del polso e diminuzione della
pressione del sangue in posizione eretta.
3.3 EFFETTI PSICOLOGICI
Schematicamente,
gli effetti psicologici della cannabis si concretano in diversi aspetti: a)
percezioni sensoriali; b) riferimenti spazio-temporali; c) processi mentali; d)
emozioni. Questi effetti sono stati studiati a fondo da alcuni autori
statunitensi (cfr. Anonynous 1969, Tari 1971); essi verranno qui brevemente
descritti e analizzati, corredandoli con alcune testimonianze di
consumatori.
- Percezioni
sensoriali
Con l'uso di cannabis, le percezioni non vengono alterate, ma
vengono intensificate e in certi casi possono essere interpretate in maniera
diversa da quella dello stato di normalità. Questa diversità può essere meglio
compresa con un esempio. Quando vediamo un oggetto esterno, la sua forma viene
riprodotta come immagine dall'organo della vista, che è l'occhio; l'immagine
viene interpretata dal cervello, che te attribuisce un significato preciso;
l'occhio agisce insomma come una macchina fotografica, e l'elaborazione mentale
traduce l'immagine nell'idea di un oggetto riconoscibile. Quando l'immagine è
alterata, si ha una "allucinazione". La cannabis non altera l'immagine, ma può
alterare l'interpretazione a livello mentale.
Percezioni visive - Con
l'uso dì cannabis si può determinare una percezione più acuta dei contorni, dei
colori, delta profondità delle immagini; in certi casi, si può avere
l'impressione di forme e significati particolari in immagini visive di oggetti
che hanno funzioni del tutto diverse. Percezione dei suoni - Uno degli
effetti più tipici della cannabis è quello sulla percezione sonora. I
consumatori percepiscono in misura più marcata la separazione spaziale delle
fonti sonore; i suoni possono evocare immaghi e colori. Ascoltando la musica,
viene particolarmente apprezzata qualità dei suoni, e in certi casi vengono
percepiti nelle linee armoniche significati particolari; Hochman ha espresso una
interessante teoria secondo cui la musica verrebbe interpretata in maniera
"professionale" (cfr. Hochman 1972, pp. 69-70).
Riportiamo qui un paio di
testimonianze personali di consumatori: "la musica non si limita a riempirti
le orecchie, ma ti esplode dentro in un discorso che ha una ferrea logica
narrativa, dove ogni strumento un personaggio che vive e racconta la sua storia"
(testimonianza raccolta dall'autore). "la melodia [...] si trasforma in una
vasta operazione aritmetica, nella qua i numeri generano numeri, e voi ne
seguite le fasi e la generazione [...] con una agilità uguale a quella
dell'esecutore (Baudelaire 1970,p.43).
Percezioni tattili, gustative,
olfattive - Vengono incrementate rispetto al stato normale; è tipico l'effetto
di aumentare l'apprezzamento per i sapori dei cibi, che è collegato all'effetto
di farmaco anti-emetico (cioè ad azione contro il vomito) e stimolante
dell'appetito.
- Riferimenti
spazio-temporali
Possibili modifiche della interpretazione delle
distanze, che possono apparire più lunghe o più brevi. Marcata e tipica la
percezione di temporale, collegata con la diminuzione dei legami col passato e
col futuro. Ne deriva una particolare concentrazione in tutto ciò che accade nel
momento presente.
- Processi
mentali
Memoria - Un effetto tipico è quello di indebolimento della
memoria immediata, fino al punto di non ricordare l'inìzio della conversazione.
Questo effetto è stato riscontrato soltanto a dosaggi alti (cfr. Canad. Comi
1972,p.54).
Attività intellettuale - Gli effetti più frequentemente
riferiti dai consumatori sono:
- la maggiore accettazione delle
contraddizioni e dell'ambiguità, maggiore recettività al lato comico delle
situazioni;
- significati diversi e profondi in situazioni familiari e
scontate ("ja-mais vu"); cosi' Benjamin descrìve la sua esperienza in un banale
caffè di Marsiglia: "gli eventi si producevano come se la visione mi avesse
sfiorato con una bacchetta magica facendomi sprofondare in un sogno su di essa"
(Benjamin 1975,p.85);
- tendenza all'introspezione
- pensieri vaganti,
associazioni vivaci e spontanee, sensazione di aumento dell'immaginazione:"può
[...] aversi una produzione addirittura tumultuosa di immagini,
indipendentemente da ogni restante fissazione e impegno della nostra attenzione.
[...] sotto l'effetto dell'hashish per presentarsi dinanzi a noi le immagini non
hanno alcun bisogno della nostra attenzione" (Benjamin,
op.cit.,p.90).
L'esperienza del "jamaìs vu" può provocare, in dosi forti e/o
in soggetti impreparati, ad uno Spiacevole senso di "depersonalizzazione" e di
perdita dell'identità.
Attenzione - Gli effetti sono complessi e
contraddittori. Schematizzando al massimo:
- la modifica delle percezioni
sensoriali sì concreta in una attenzione che è aumentata di intensità ma con un
minore raggio di estensione; ne deriva le tendenza ad occuparsi dì una cosa per
volta, come per es. ascoltare la musica oppure parlare, anziché ascoltare e
parlare allo stesso tempo;
- a dosaggi bassi e medi, la percezione di tempo
rallentato, determinando una maggiore concentrazione sul presente, può aiutare a
concentrarsi su determinati stimoli intellettuali;
- ad alti dosaggi, l'aumentata
produzione di associazioni e fantasie può rendere difficile la concentrazione su
un soggetto predeterminato.
-
Emozioni
In linea generale, sembra che la cannabis abbia un effetto
intrinsecamente positivo sull'umore, determinando rilassamento, serenità,
tendenza al ridere. La facilità al ridere, (a volte in maniera irrefrenabile),
riferita spesso dai consumatori iniziali, meno da quelli abituali. Le emozioni
possono essere amplificate, ma anche in senso negativo: ciò può provocare
reazioni negative di una certa gravità.
3.4 EFFETTI
COMPORTAMENTALI
- Premessa
Gli
effetti comportamentali si riferiscono soprattutto alle modalità ci cui gli
effetti psicologici della sostanza influiscono sul comportamento delle
persone. Su questo argomento occorre chiarire subito una questione. È
piuttosto diffusa nell'opinione corrente la tendenza a confondere le condizioni
dei consumatori quando sono sotto gli effetti delle sostanze con l'aspetto
complessivo e permanente della loro personalità. Ad esempio, uno spot.
pubblicitario antidroga USA del 1989 chiedeva al pubblico se sarebbe stato
disposto a farsi operare da un chirurgo che fumava marijuana. In realtà, è
arbitrario estendere gli effetti della intossicazione acuta a tutta l'esistenza
del consumatore: chi usa cannabis, come del resto alcool cocaina, non è
necessariamente sempre in stato di intossicazione. Va quindi ribadito che gli
effetti comportamentali della cannabis sono strettamente limitati al periodo
dell'intossicazione. Dopo questa doverosa premessa, passeremo a trattare gli
effetti de cannabis sul comportamento, in relazione ad alcuni aspetti specifici
e ci sembrano fondamentali: i rapporti sociali, la sessualità, e la guida di
veicoli.
- Integrazione
sociale
Secondo una analisi accurata di Tart (che si riferisce ai
consumatori USA degli anni 60), la cannabis ha un effetto "disintegratore" sui
"ruoli sociali" imposti dalle convenzioni; l'uso della sostanza determinerebbe i
consumatori una minore disponibilità a rispettare le regole non serie dei
rapporti "formali" (Tart 1971, p.289). Altri effetti considerati tipici:
tendenza a diminuire la chiassosità (collegata alla diminuzione
dell'aggressività); maggiore solidarietà di gruppo. La intensificazione dei
rapporti con gli altri può essere un fattore positivo se i rapporti sono
tendenzialmente buoni. In caso contrario, può essere traumatico: "nello stato di
enorme sensibilità prodotto dall'hashish ogni sensazione di non venir compresi
minaccia di trasformarsi in una sofferenza" (Benjamin 1975,p.89). Per meglio
chiarire la questione, è opportuno un confronto con l'alcool. La cannabis ha in
comune con l'alcool l'effetto di indebolire le inibizioni. Per l'alcool,
l'effetto disinibitorio può risolversi nel superamento di regole sostanziali di
etica collettiva, e quindi in una incontrollabilità degli impulsi aggressivi e
violenti: l'alcool è infatti considerato in assoluto come la sostanza
psico-attiva più frequentemente collegata a comportamenti violenti. Per la
cannabis si ha un superamento di inibizioni che riguardano il modo di comunicare
con il prossimo, piuttosto che gli impulsi aggressivi: "Tutte le ricerche [...]
hanno smentito che l'uso di marijuana provochi un aumento di aggressività. [...]
la marijuana ha un effetto sedativo e può in qualche misura ridurre [...] la
possibilità di comportamenti aggressivi verso altre persone (NAS 1982,
p.128).
- Sessualità
Tra gli effetti
più frequentemente descritti dai consumatori, vi sono quelli di aumento del
desiderio sessuale, di un orgasmo più piacevole, di maggiore contatto fisico e
spirituale: "a volte è soltanto angoscia che si trasforma in desiderio di
contatto e 'mescolamento fisico secondo un ritmo insolitamente lento quasi
immobile con carezze che dai e sentì contemporaneamente perché si trasmettono
con vibrazioni sottilissime a tutte le parti del corpo unite e senza confini"
(testimonianza raccolta dall'autore).
Gli effetti della cannabis
sull'attività sessuale sono stati analizzati da una ricerca USA su 150 soggetti
seguiti fra il 1970 e il 1977. Risultati in sintesi:
- la durata dell'atto
sessuale tendeva ad aumentare;
- la qualità dell'orgasmo veniva percepita,
come superiore alta norma dal 58% dei maschi e dal 32% delle femmine:
- il desiderio del/la partner abituale veniva aumentato per il 50% di) maschi e per
il 60% delle donne; risultava invece diminuito in una esigua minoranza;
- in misura minore era aumentato il desiderio di un/a partner occasionale (per il 43%
dei maschi, per il 14% delle femmine);
- gli effetti sensoriali più
accentuati erano il tatto (59% dei maschi e 57% delle femmine) e la sensazione
di intimità fisica (rispettivamente 51% e 56%) (cfr. Halikas et al
1982).
Degno dì nota appare l'effetto di "aumentato desiderio per il/la
partner abituale", che è confermato da questa testimonianza di un consumatore
60enne, sposato da 27 anni: "dopo aver fumato, sembrava di avere con mia
moglie un'avventura ballavamo al suono dei dischi rock, recitavamo o addirittura
giocavamo come due ragazzini" (Avanti, 11 agosto 1988). Secondo un avvocato
USA di 44 anni (consumatore quotidiano di cannabis), "la marijuana aveva reso
possibile una attività sessuale "eccellente anche negli ultimi anni del
matrimonio, nonostante l'aumento delle tensioni e dei risentimenti" (cit. da
Haas-Hendìn 1987,p.339). D'altra parte, la cannabis non ha un effetto
specificamente afrodisiaco vale a dire dì eccitazione diretta sulla fisiologia
del sesso; al contrario dosi forti (come avviene tipicamente per l'alcool) può
avere un effetto negativo sull'orgasmo.
- Guida di veicoli
In linea generale, gli
effetti farmacologici della cannabis rendono se sconsigliabile il suo uso
durante la guida dei veicoli. I livelli di rischio dell'uso di cannabis, in
confronto a quelli dell'uso di alcool, sono stati oggetto dì diverse ricerche.
Generalmente, l'uso di alcool e risultato più pericoloso: questa sostanza
infatti (diversamente dalla cannabis) determina un aumento dei tempi dì
reazione, dell'aggressività (e quindi della tendenza alla velocità) (cfr. NAS
1982, p.1) Al contrario, l'uso dì cannabis induce generalmente a una minore
velocità. D'altra parte, diverse ricerche hanno riscontrato che gli effetti
dell'uso congiunto di alcool e cannabis sono più rischiosi della somma di
ciascuna delle due sostanze usate da sola. Poiché questo avviene spesso, è un
rischio che va tenuto presente. Come si è già accennato, l'alterazione della
capacità di guidaè strettamente limitata al periodo dell'intossicazione. È
quindi assolutamente priva di fondamento la pratica di togliere la patente a
soggetti che fanno uso di cannabis sulla base dei test delle urine. che provano
non lo stato di intossicazione in atto (al contrario, essi possono essere
addirittura negativi al momento della intossicazione), ma una intossicazione nel
passato: nel caso della cannabis, il test può risultare positivo anche un mese
dopo l'ultima assunzione.
3.5 QUADRO COMPLESSIVO OEGLI
EFFETTI
La collocazione della cannabis nel contesto della classificazione
di cui al par. 1.2 è incerta. Qualcuno la considera "psicodislettica" (cfr.
Canad.. Gomm. 1973, p.281), altri non la inseriscono in nessuna delle tre
categorie. In realtà, si può convenire che motti effetti della cannabis (in
particolare quelli che venivano ricercati dai consumatori negli anni '60 e 70 in
un contesto di "cultura alternativa") erano simili, seppure molto più blandi, a
quelli delle sostanze psichedeliche. D'altra parte, le proprietà della sostanza
che venivano utilizzate nella medicina tradizionale asiatica, e nella medicina
occidentale del secolo scorso, appartengono piuttosto all'ambito degli
"psicolettici' : e queste stesse proprietà si stanno rivelando essenziali per
alcuni usi terapeutici della cannabis che si sono affermati negli ultimi anni (e
che vedremo meglio nella parte 6). D'altra parte, il quadro complessivo degli
effetti della sostanza è caratterizzato da due componenti:
a) gli effetti
sulle percezioni, sui riferimenti spazio-temporali, sull'attività mentale,
determinano nei consumatori una esperienza che ha qualche analogia con quella
delle droghe psichedeliche; b) un effetto calmante, antiansia, rilassante,
spesso soporifero, che viene segnalato da molti consumatori. Un quadro
complessivo degli effetti della cannabis viene delineato dalla tabella 1,
relativa ad una ricerca eseguita a New rork nel 1971 su 100 consumatori regolari
(almeno 50 volte negli ultimi sei mesi).
La ricerca di Halikas riguarda
soggetti giovani all'inizio degli anni 80; i soggetti tendono a riferire gli
effetti che considerano più piacevoli o comunque più significativi. Una ricerca
eseguita in un contesto dverso (soggetti adulti, anni 80) è riportato nella tab.
2 al cap. 4, e contributisce a completare il quadro complessivo degli
effetti.
TABELLA 1 - EFFETTI SOGGETTIVI DELLA MARIHUANA (A =
CONSUMATORI ABITUALI: O = CONSUMATORI OCCASIONALI) LE % INDICANO I SOGGETTI
CHE HANNO PERCEPITO ABITUALMENTE O OCCASIONALMENTE I RELATIVI
EFFETTI.
EFFETTO |
ABITUALI |
OCCASIONALI |
Euforia |
82% |
17% |
Rilassamento |
79% |
21% |
Più acuta percezione dei suoni |
76% |
21% |
Pace |
74% |
25% |
Aumentata Sensibilità |
74% |
23% |
Aumento della fame |
72% |
24% |
Rallentamento del tempo |
62% |
35% |
Sete |
62% |
32% |
Bocca e gola secche |
61% |
38% |
Senso di fluttuazione |
45% |
49% |
Più loquacità |
37% |
51% |
Fame di dolci |
37% |
43% |
Tendenza al ridere |
36% |
60% |
Aumentata sensibilità al sesso |
34% |
59% |
Aumentato desiderio sessuale |
33% |
59% |
3.6 UNA TEORIA SUGLI EFFETTI DELLA
CANNABIS
L'uso delle sostanze psicoattive è stato interpretato dal
farmacologo canadese Ronaid Sìegel in termini di "bisogno primario"
dell'umanità. Le droghe (che, legali o illegali, sono state universalmente
usate) sarebbero "agenti adattogeni", che aiutano gli individui a far fronte ad
una serie di esigenze esistenziali (cfr. Siegel 1989). Potremmo affermare che, a
dispetto del diffuso stereotipo che equipara l'uso di droga a "fuga dalla
realtà"(vale a dire dal "mondo esterno"), la "realtà" non è univoca, ma è
mediata e condizionata da molti fattori; 'uso di droga, beninteso se
controllato, influisce su questi fattori.
Nel contesto di questo
approccio, possiamo ritenere che l'effetto della cannabis abbia una specifica
caratteristica: quello di "decondizionamento culturale". Per condizionamento
culturale intendiamo un fenomeno per cui l'attività mentale sì svolge attraverso
schemi prefissati, assorbiti dall'educazione e dal contesto culturale, che
sfuggono al controllo cosciente; essi si concretano in "modalità di
interpretazione e di comunicazione" (cfr. Arnao1982,p.60).
Questi
condizionamenti hanno peraltro una loro funzione, laddove agevolano i rapporti
degli individui nel contesto della attività "normale" e produttiva. Accade però
spesso che vengano adottati in maniera automatica, al di fuori delle circostanze
che li rendono necessari: L'automatismo si manifesta nella tendenza a riprodurre
nel contesto delle attività ricreative, delle pause di riposo, moduli dì
comportamento che sono tipici dell'attività produttiva.
Il concetto di
"condizionamento culturale è confermato dal fatto che una evasione temporanea e
ciclica dei condizionamenti e una costante della condizione umana: in ogni
cultura esistono momenti e luoghi in cui la gente "si lascia a andare", o
addirittura assume una identità diversa: è tipico il caso del Carnevale. Sul
piano biologico, l'esigenza del decondizionamento è dimostrata dal fatto che la
funzione del sonno come momento di recupero biologico è legata alla cosiddetta
"fase REM", in cui avvengono i sogni: vale a dire che la funzione principale del
sonno è legata ad un momento dì attività mentale dì tipo diverso da quella
"normale" dello stato di veglia.
Fra i condizionamenti culturali ci
sembra interessante accennare a quegli effetti che riguardano: le percezioni
sensoriali, il rapporto col tempo e l'esperienza degli oggetti.
- PERCEZIONI
- Potenziamento del momento interpretativo e a un affievolimento dell'input
diretto degli stimoli sensoriali: un colore, una tig uno scenario, vengono
sottoposti ad un processo di interpretazione piuttosto che di osservazione delle
loro qualità intrinseche.
- TEMPO
Tendenza a vivere nel presente facendo
un continuo riferinto all'esperienza (passato) e alla
anticipazione/pianificazione (futuro).
- OGGETTI
Gli oggetti vengono
percepiti in base alle loro "funzioni" piuttosto che sulle loro qualità. Come
si è visto ai paragrafi precedenti, gli effetti della cannabis sulle percezioni,
sui riferimenti temporali, sull'attività mentale agiscono in direzione opposta a
quella che instaura i condizionamenti.
L'effetto della cannabis, nella
misura in cui elimina una serie di condizionamenti acquisiti con la crescita e
l'adattamento alle esigenze i società, è stato accostato al recupero di una
dimensione "infantile": "[...] l'adulto, sotto gli effetti della cannabis,
percepisce il mondo ci meraviglia e la curiosità di un bambino; dettagli che
sono normalmente ignorati catturano l'attenzione, i colori sembrano più chiari e
più vivi e nuovi valori possono essere scoperti in opere d'arte che prima
sembravano avere poco significato..." (Grinspoon-Bak 1993,p.14.1).
"Gli
effetti che prediligo nel fumo sono: disponibilità al gioco, cor trazione calda
e piacevole con qualsiasi cosa io stia facendo, senza farmi ossessionare dalle
altre cose ancora da fare, insomma un rapporto con la realtà che mi ricorda in
maniera precisa quello che avevo da bambino. Per me il fumo non fa "fuggire
dalla realtà", ma mi permette di starci dentro lìbero da tutte le incrostazioni
accumulate con l'età. Per questo trovo assurdo che fumino i giovanissimi"
(testimonianza raccolta dall'autore).
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