Ultime notizie
Home » Archivio » Puntate di Mezz'ora d'Aria » notiziario puntata 11, 12 dicembre 2013
notiziario puntata 11, 12 dicembre 2013

notiziario puntata 11, 12 dicembre 2013

NOTIZIARIO PUNTATA 11, del 12 dicembre 2013

 

 

SARDEGNA:

Carcere di Sassari: la scorsa settimana un detenuto ha tentato il suicidio e a gennaio dovrebbero esservi trasferiti novanta “murati vivi” in regime 41-bis. Vi sono già stati trasferiti 170 detenuti da San Sebastiano e altri 181 rastrellati dalle stracolme carceri di mezza Italia. Continua la trasformazione della Sardegna in un’isola-carcere, secondo il pacchetto sicurezza del 2009.

I detenuti di Buoncammino invece saranno trasferiti nel villaggio penitenziario di Uta, quelli di Alta Sicurezza a Oristano-Massama o a Tempio-Nuchis, peggiorando le peripezie delle famiglie che andranno a far loro visita.

 

“GIUSTIZIA”:

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto nel 2009 dopo una settimana di carcere, è stata querelata dai tre agenti della polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici. Assolti dallo stato nel processo per la morte di Stefano Cucchi, querelano ora la sorella per diffamazione.

Ancora in prova il sistema dei braccialetti elettronici per il controllo delle persone ai domiciliari. La ditta leader della fabbricazione di questi braccialetti è la milanese ‘Monitoring’. A quanto pare, costerebbe meno un prigioniero con braccialetto elettronico, ma in compenso sono già stati investiti dieci milioni di euro in dieci anni e i detenuti sotto esperimento sono solo 14. Una delle occasioni in cui ci pace dire: meglio così!

Martedì scorso il consiglio dei ministri ha approvato il ‘reato di combustione’: chi brucerà rifiuti potrà essere arrestato con un reato specifico rischiando fino a 6 anni di carcere. Pensato per le province di Napoli e Caserta, lo stesso decreto prevede anche l’intervento dell’esercito e la perimetrazione delle aree interessate: l’intento è sicuramente quello di aumentare la repressione, malcelandola con propositi antimafia. Completamente assenti da questo decreto valutazioni e cure per chi in queste terre si ammala ogni giorno.

Intanto il tribunale di Napoli nega una visita specialistica a un detenuto in 41-bis.

 

LOTTE IN CARCERE:

Torino: dalla sezione sia femminile sia maschile dei nuovi giunti del carcere delle Vallette sono arrivate la scorsa settimana alcune lettere, che descrivono le condizioni disumane che i detenuti e le detenute vivono. Lo scorso mercoledì le rinchiuse hanno lanciato un appello di solidarietà e per la diffusione della loro lotta, e hanno fatto una battitura di protesta, con la solidarietà di alcune persone riunite fuori in presidio e la partecipazione della sezione maschile e di alcuni detenuti dal carcere di Tolmezzo.

I prigionieri di diverse sezioni sempre delle Vallette hanno inoltre protestato contro il vitto immangiabile. Al grido di ‘il cibo scadente lo mangia l’assistente!’, i rinchiusi di diverse sezioni si sono uniti in battiture, lancio di piatti e oggetti fuori dalla cella, facendo baccano per ore e facendo accorrere un graduato che prometteva loro che l’indomani si sarebbe controllata la cucina. Ma arriva il domani, e nessuno si fa vedere; i detenuti in lotta delle diverse sezioni, in compenso, si sono incontrati con piacere giù all’aria, e hanno abbozzato un’assemblea.

Intanto fuori una ventina di solidali hanno protestato all’Ecosol, cooperativa sociale integrata nella Kairós, stessi consorzi che gestiscono sia il CIE di Torino che il vitto del carcere delle Vallette.

Due settimane prima, anche  nel carcere valdostano di Brissogne i prigionieri della sezione A2 si sono rifiutati di mangiare e hanno protestato collettivamente contro la quantità e la qualità indegna del vitto.

Infine, da questo lunedì nel carcere delle Vallette sono rinchiusi anche Chiara, Claudio, Nicolò e Mattia, accusati insieme ad altri 6 di atti terroristici con ordigni micidiali o esplosivi – articoli 280 e 280bis – in relazione ai fatti avvenuti nell’attacco al cantiere della TAV a Chiomonte a maggio. Sabato alle 17.30 si terrà un presidio sotto il carcere delle Vallette a Torino in solidarietà ai compagni arrestati. A loro va tutta la nostra solidarietà! (Gli indirizzi per scrivergli si possono trovare su internet).

 

PRIGIONIERI:

Dal carcere di Lenzburg in Svizzera, Marco Camenisch fa sapere che gli è stato notificato l’ennesimo rifiuto alla concessione della libertà condizionale, alla quale avrebbe diritto già da tempo, visto che ha già scontato i 2/3 della pena.

Da sabato si trova ai domiciliari Toffo, portato a casa forzatamente dai carabinieri presso i quali si era recato per le firme. Gli sono contestati diversi reati per la sua partecipazione a iniziative contro il taglio dell’acqua alla casa occupata di via don Monza a Saronno, sgomberata proprio sabato, che avrebbero permesso di aggravare su di lui la repressione per la sua precedente partecipazione alle giornate di resistenza a difesa della Ex-Cuem, spazio occupato e autogestito dagli studenti della Statale di Milano.

A Giobbe, agli arresti domiciliari per la lotta NOTAV, è stata rifiutata l’ennesima richiesta di sostituzione della misura cautelare. Giobbe rimane dunque ai domiciliari.

 

ESTERI:

Lo stato della Louisiana privatizza le carceri e il reinserimento sociale, per risparmiare sui costi pubblici naturalmente. Risultato? Il tasso di detenzione è raddoppiato da quando c’è stata questa privatizzazione, sicuramente per rispettare i contratti che garantiscono a queste carceri private di lavorare a quote pari o superiori all’80%. Insomma, più detenuti hai, più guadagni. E in questo, si potrebbe tranquillamente dire che ogni mondo è paese.

 

CIE:

Dal CIE di Trapani a Milo, dove sono rinchiusi anche donne e bambini appena sbarcati e ammassati in una saletta a dormire per terra e senza riscaldamento, continuano i racconti e le fughe, ed emerge la consapevolezza dei rinchiusi dell’assurdità del sistema dei CIE, sul quale mangiano politici e affaristi, e invitano a continuare la lotta fino alla chiusura definitiva di questi lager per migranti. I posti dei fuggiti vengono riempiti dai nuovi sbarcati, e ogni giorno qualcuno riprova a conquistarsi la libertà. Nel frattempo in questo CIE lo sfruttamento è passato di mano: all’Oasi di Siracusa subentra il consorzio Glicine di Palermo, ad un costo ancora più basso.

Fuoco e fiamme nel CIE di Bari Palese, dove le proteste sono scoppiate per la mancata liberazione di un recluso che si era pesantemente tagliato. Sembra che un intero padiglione sia stato danneggiato. Un ragazzo arrestato e separato dai compagni durante la rivolta è stato rilasciato e riportato nel CIE dopo che i compagni avevano minacciato di continuare a bruciare tutto.

Inserisci un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Required fields are marked *

*

Antispam * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Scroll To Top