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Archivi dell'autore: Tano

Puntata del 6 ottobre 2018

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIOVANNI FARINA A FIRENZE

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LETTERA APERTA DEI DETENUTI IN AS1 DEL CARCERE DI PARMA

Roberto Cavalieri
Parma, 16 giugno 2016

Comune di Parma
SETTORE SOCIALE
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale
Largo Torello de Strada, 11/a – 43121 Parma
mail garante.detenuti@comune.parma.it

Ministero della Giustizia
DAP – Capo dipartimento

dr. Santi CONSOLO
Provveditore PRAP ER

dr.ssa Ilse RUSTENI
Direttore IIPP Parma

dr. Carlo BERDINI
Magistrati di Sorveglianza RE

dr.ssa Maria Giovanna SALSI
dr. Paolo DE MEO
Garante nazionale dei detenuti

dr. Mauro PALMA
Al volontariato penitenziario

Alla stampa
Oggetto: Reparto detenuti AS1 – Lettera aperta

Spett.li,

esattamente un anno fa mi indirizzavo a voi sottolineando le criticità del reparto detenuti Alta Sicurezza 1 che vedeva aumentare il numero degli arrivi a Parma a seguito della chiusura di un medesimo circuito presso il carcere di Padova.

Successivamente alla mia comunicazione si sono verificate iniziative apprezzabili sotto il profilo dell’incremento delle proposte trattamentali a questi detenuti, anche se non sempre esaustive per quel che riguarda la loro continuità e significatività dal punto di vista delle ore settimanali di effettivo impegno.

Nel contempo era stato apprezzato anche l’impegno dell’amministrazione nel rivedere la collocazione di questi detenuti al fine di diminuirne il numero a Parma con l’accoglimento di richieste di trasferimenti o con la nuova procedura di declassificazione se e quando applicabile.
Allora, un anno fa, si parlava di 29 detenuti che vivevano, in gran parte scontando pene all’ergastolo ostativo e quindi senza alcuna speranza di benefici, più due detenuti, sempre AS1, ricoverati presso il centro clinico.

Constato invece che il numero degli arrivi in verità non si è mai arrestato e oggi si contano 36 detenuti in totale appartenenti al circuito AS1. Di questi 3 si trovano in isolamento perché rifiutano di essere collocati in sezione in cella con gli altri detenuti in quanto di diritto (spesso per problematiche sanitarie) spetta a loro una cella singola. Altri 3 si trovano ricoverati presso il centro clinico penitenziario – SAI. In sezione 5 celle sono occupate da detenuti in condivisione con un altro compagno che, nonostante l’età avanzata e magari ultra settantenne, viene fatto dormire sul letto rialzato di una disposizione a “castello”.

Cinque detenuti sono iscritti a corsi universitari mentre due sono studenti privatisti di scuola superiore: per loro la cella singola diventa garanzia del mantenimento di un contesto favorevole allo studio non potendo trovare altra medesima soddisfazione nel corso delle ore di accesso alla sala PC dove si accede per 4 ore al giorno, magari sacrificando le ore d’aria.

La procedura per la declassificazione non ha praticamente portato, ad oggi, alcun effetto per questi detenuti che si vedono respinto il riconoscimento ancora, almeno in un caso da me verificato, con informazioni della DDA che risultano essere datate nel tempo se non addirittura contraddittorie rispetto a provvedimenti di decadimento del regime del 41 bis somministrato precedentemente oppure di riconoscimento dei giorni di liberazione anticipata.

Chiedo apertamente alle SS.VV. di volere prendere in considerazione il reparto in questione come un luogo di applicazione, vera, dei principi ispiratori non solo delle norme che regolano la vita detentiva e che riconoscono ai detenuti diritti inalienabili ma anche di questo “nuovo” corso voluto dalla Amministrazione penitenziaria e dal Ministero della Giustizia oramai varato con i risultati ottenuti dal lavoro degli Stati generali dell’esecuzione penale.

A tal fine si chiede di volere interrompere la destinazione di altri detenuti a questo reparto e nel contempo di voler considerare con la massima disponibilità le istanze di trasferimento presentate dai detenuti finalizzando queste azioni alla riduzione del numero dei reclusi e al conseguente miglioramento delle condizioni di vita degli altri detenuti e del personale coinvolto nella loro gestione.

Si allega l’elenco di richiesta di attenzione firmata dai detenuti AS1 del carcere di Parma.

In attesa di cordiale riscontro si porgono distinti saluti.
Roberto Cavalieri

Indirizzario carceri italiane con sezioni 41bis

f451Indirizzi delle carceri con sezioni 41/bis Continua a leggere »

Sommergiamo di libri le carceri!

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“PAGINE” CONTRO LA TORTURA
Circa il divieto di ricevere dall’esterno libri e stampe d’ogni genere nelle sezioni 41bis Continua a leggere »

Resoconto assemblea no 41bis del 5 luglio ROMA

Resoconto dell’assemblea di Roma del 5 luglio in merito alla proposta di mobilitazione contro la circolare del D.A.P. riguardante le ulteriori restrizioni sui libri in regime di 41bis. Continua a leggere »

SOLIDARIETÀ CON JOSÉ ANTUNEZ BECERRA

sterminio di massaVenerdì 23 gennaio Josè Antunez Becerra ha cominciato un nuovo sciopero della fame per esigere la sua immediata scarcerazione. Ha deciso di intraprendere lo sciopero come conseguenza del rifiuto da parte dell’amministrazione penitenziaria di trovare una soluzione a quello che è ormai diventato un ergastolo camuffato.

Josè sta compiendo una condanna nel carcere di Brians-2 (Barcellona) per aver partecipato alla rivolta di Quatre Camins del 2004, carcere barcellonese, pur essendosi sempre dichiarato estraneo ai fatti imputategli. Combattente instancabile, la sua biografia personale lo ha sempre visto in opposizione alla macchina carceraria: fu un attivo lottatore negli ultimi anni di esistenza della COPEL (Coordinamento Prigionieri in lotta) e negli ultimi anni si è impegnato profusamente contro i maltrattamenti in prigione partecipando alla campagna nazionale carcere=tortura.

È stato reduce da numerosi scioperi della fame per denunciare la sua situazione e per dare visibilità e denunciare la realtà intramuraria in generale. L’ultimo sciopero della fame lo iniziò a gennaio dell’anno scorso e durò 36 giorni. Ribadisce che la sua situazione continua ad essere la stessa da allora. Gli sono stati negati sistematicamente i permessi di uscita come prevede il regolamento penitenziario e sono rimaste inevase tanto le sue richieste come quelle del suo avvocato lasciandolo, di fatto, in una situazione di totale abbandono da cui non vede nessuna via d’uscita che non sia continuare a lottare facendo uso del proprio corpo.

Solidarietà per José Antunez Becerra! Non sei solo!

Libertà per tutti i prigionieri e le prigioniere.

Breve prontuario legale per i prigionieri

Diffondiamo in pdf un breve prontuario legale redatto dall’associazione Soccorso Legale Carcere per i prigionieri edito nel Ottobre di questo anno. Continua a leggere »

Bologna 13 dicembre 2014 Assemblea nazionale sul carcere

Assemblea su carcere e dintorni

Bologna, sabato 13 dicembre 2014, ore 11.30

presso circolo IQBAL MASIH, via dei Lapidari 13/L, Bologna

In quest’ultimo anno sono accadute molte cose che hanno portato ad intensificare ed estendere l’attenzione su ciò che avviene all’interno delle carceri. Senz’altro ha contribuito l’innalzamento della repressione delle lotte che, portando sempre più compagni/e dietro le sbarre, ha innescato nuove relazione all’interno delle carceri e fra interno ed esterno.

In tale contesto ha trovato sviluppo l’attività dei collettivi e delle esperienze “anticarcerarie” soprattutto come ponte tra il dentro e il fuori: da una parte veicolando dentro le istanze di lotta più rilevanti e incisive, e per questo attaccate sul piano giudiziario e carcerario, e dall’altra portando fuori le esperienze di lotta, individuali e collettive, e i contenuti espressi dalle carceri.

Così, attraverso presidi sotto le carceri, solidarietà agli arrestati, sostegno a iniziative e mobilitazioni di gruppi di detenuti, socializzazione delle pratiche intimidatrici ed assassine messe in atto dalle guardie e coperte ai più alti livelli dello Stato si è generata una reciproca “contaminazione” fra il dentro e il fuori che ha contribuito, anche se in modo limitato, a consolidare relazioni e a collocare la lotta contro la repressione ed il carcere all’interno di un piano meno generico e ideologico ovvero più preciso nel definire gli aspetti centrali del sistema carcerario e più consapevole dei nessi che legano tale sistema al mondo del lavoro, alla gestione della marginalità, all’immigrazione, al razzismo, alla guerra. Il piano dell’attività è dunque si più specifico ma non in un’ottica specialistica o settoriale: non un ambito di lotta fra gli altri ma un aspetto imprescindibile di ogni di lotta.

Avvertiamo adesso l’esigenza di “fare il punto” su una serie di questioni emerse lungo quest’ultimo anno al fine sia di socializzarle che di trovare degli obiettivi, da assumere collettivamente, capaci di rafforzare e rilanciare questo percorso di lotta in modo più coordinato.

In particolare vogliamo evidenziare:

estensione del processo in videoconferenza quale estensione di alcuni aspetti propri del 41bis;

la recente legislazione improntata sulla riduzione del sovraffollamento carcerario e il ruolo che questa affida ai giudici di sorveglianza in un quadro di “riforma” più complessiva del ministero della giustizia;

a proposito di alcuni processi (quello contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, il processone No Tav, quello contro la giornata del 15 ottobre 2011 a Roma) che stanno per concludersi e la loro influenza sull’azione controrivoluzionaria-repressiva;

ciò che è accaduto in quest’ultimo anno e che sta accadendo nelle carceri, tratto dalle lettere e da ogni altra fonte e le indicazioni di lotta che fornisce;

la sorveglianza speciale, che pende da subito su (Marianna, Andrea, Fabio e Paolo) arrestati il 3 giugno a Torino;

trasformazioni predisposte per gli “Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.

Milano, novembre 2014

l’assemblea che si è tenuta a Milano il 16 novembre 2014

Desdemona Lioce Nadia

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