BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 PRODID:-//mezzoradaria.subsite//NONSGML kigkonsult.se iCalcreator 2.20// CALSCALE:GREGORIAN METHOD:PUBLISH X-FROM-URL:https://www.autistici.org/mezzoradaria X-WR-TIMEZONE:Europe/Rome BEGIN:VTIMEZONE TZID:Europe/Rome X-LIC-LOCATION:Europe/Rome BEGIN:STANDARD DTSTART:20231029T030000 TZOFFSETFROM:+0200 TZOFFSETTO:+0100 RDATE:20241027T030000 TZNAME:CET END:STANDARD BEGIN:DAYLIGHT DTSTART:20240331T020000 TZOFFSETFROM:+0100 TZOFFSETTO:+0200 TZNAME:CEST END:DAYLIGHT END:VTIMEZONE BEGIN:VEVENT UID:ai1ec-3380@www.autistici.org/mezzoradaria DTSTAMP:20240328T092045Z CATEGORIES;LANGUAGE=it-IT:presidi CONTACT: DESCRIPTION: DTSTART;TZID=Europe/Rome:20211106T160000 LOCATION:Ospedali Riuniti di Livorno @ Piazza Damiano Chiesa SEQUENCE:0 SUMMARY:Livorno: basta morire di contenzione URL:https://www.autistici.org/mezzoradaria/evento/livorno-basta-morire-di-c ontenzione/ X-COST-TYPE:free X-WP-IMAGES-URL:thumbnail\;https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-conten t/uploads/2019/10/21-300x300.jpg\;300\;300\;1\,medium\;https://www.autisti ci.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2019/10/21-660x440.jpg\;660\;440\;1 \,large\;https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2019/10 /21.jpg\;618\;412\;\,full\;https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-conte nt/uploads/2019/10/21.jpg\;1772\;1181\; X-ALT-DESC;FMTTYPE=text/html:\\n\\n
\\n< img class='alignnone size-medium wp-image-3599' src='https://www.autistici .org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2022/09/Locandina-660x371.jpg' alt='' width='660' height='371' srcset='https://www.autistici.org/mezzoradaria/w p-content/uploads/2022/09/Locandina-660x371.jpg 660w\, https://www.autisti ci.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2022/09/Locandina-768x432.jpg 768w\ , https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2022/09/Locand ina-1536x864.jpg 1536w\, https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content /uploads/2022/09/Locandina.jpg 1920w' sizes='(max-width: 660px) 100vw\, 66 0px' />
\nCosa è stata quella giornata? Cosa ha significato per chi l’ha attraver
sata?
\nNe abbiamo parlato tante volte e vogliamo ancora farlo: per n
on dimenticare.
\nCosì come molti e molte di noi non hanno mai diment
icato Genova 2001 perché\, anche allora\, eravamo nel giusto. Si portava p
er le strade una chiave di lettura anticipatrice di ciò che oggi stiamo vi
vendo: devastazioni ambientali e guerre per l’appropriazione di risorse e
per l’occupazione dei punti nevralgici e strategici alle mire geopolitiche
degli Stati e delle potenti multinazionali\; la conseguente fuga di inter
e popolazioni da terre devastate e le condizioni di sfruttamento imposte l
oro dalle politiche degli Stati in cui approdano\, sempre che le loro vite
non siano risucchiate dalla liquidità dei muri che sono costretti ad attr
aversare in condizioni estreme\; l’immiserimento delle condizioni di vita
dei più.
\nCi sono dei giorni in cui la rassegnazione cede il posto a
lla gioiosità di una rabbia collettiva finalmente espressa\, in cui luoghi
\, simboli e responsabilità non sono più avvertiti come lontani e intoccab
ili. In cui non c’è più separazione tra desiderio e azione.
Dopo 11
anni Daiyvid\, ricercato dalle autorità italiane poiché condannato per qu
ella giornata del reato di devastazione e saccheggio\, è stato arrestato a
d Atene lo scorso mese di luglio. Il 19 agosto il tribunale greco ha decis
o a favore dell’applicazione del mandato di arresto europeo (MAE)\, ordina
ndone il rimpatrio.
\nDall’8 settembre si trova rinchiuso dentro il c
arcere di Civitavecchia.
Un altro nome che si aggiunge alla lista
dei “fuggitivi” agguantati per questo infausto reato in giro per l’Europa.
\nCome Vincenzo che è nuovamente a forte rischio “estradizione”\, a
tre anni dal giorno della sua cattura in Francia e a più di venti dalle ma
nifestazioni contro il G8 di Genova 2001 per cui è ricercato.
\nLo sc
orso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della
sua consegna\, nonostante le evidenti incompatibilità tra questo particola
re articolo di reato e il codice penale francese. Il prossimo 11 ottobre\,
la Corte di Cassazione di Parigi deciderà sulla sua estradizione ma gli s
pazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti se non azzer
ati.
Due storie\, quella di Daiyvid e Vincenzo che intrecciano giu stizialismo all’italiana e garantismo all’europea\; se il primo ha armato la repressione verso i manifestanti che a Genova e a Roma protestavano con tro il nuovo Ordine globale\, il secondo disarma ora le difese per garanti re una “serena” collaborazione tra Stati in materia di “estradizione”. Si conferma\, infatti\, come il MAE – introdotto nel 2004 – tenda nella prass i a spianare la strada verso un sistema di riconsegne rapide e frettolose tra paesi alleati\, aggirando ciò che resta delle precedenti tutele in mat eria.
\nSe lo Stato non dimentica è bene che sappia che anche noi no n lo facciamo. Ieri come oggi\, la nostra solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione non vacilla ma anzi si rafforza.
\nPortiam o domenica 25 settembre la nostra vicinanza fuori dalle mura del carcere d i Civitavecchia alle ore 11 e facciamola sentire forte e chiara a Daiyvid.
\nCassa di solidarietà La Lima\n
X-TAGS;LANGUAGE=it-IT:15 ottobre\,carcere\,Genova 2001\,mobilitazioni\,pres idio\,repressione\,solidarietà X-INSTANT-EVENT:1 END:VEVENT BEGIN:VEVENT UID:ai1ec-3615@www.autistici.org/mezzoradaria DTSTAMP:20240328T092045Z CATEGORIES;LANGUAGE=it-IT:mobilitazioni\,presidi CONTACT: DESCRIPTION:IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE\n“Una buona salute mentale consente alle persone di lavorare in modo produttivo e di realizza re appieno il proprio potenziale. Al contrario\, una cattiva salute mental e interferisce con la capacità di lavorare\, studiare e apprendere nuove c ompetenze. Essa ostacola i risultati scolastici dei bambini e può avere un impatto sulle prospettive occupazionali future.\nI ricercatori stimano ch e solo a causa della depressione e dell’ansia si perdono ogni anno 12 mili ardi di giorni lavorativi produttivi\, per un costo di quasi 1.000 miliard i di dollari. Questo dato comprende i giorni persi per assenteismo\, prese nzialismo (quando si va al lavoro ma non si lavora) e turnover del persona le.” (World mental Health report. Tranforming mental health for all\; Cap. 4.3.2 Economic Benefits\; OMS 2022).\nIl 13 e 14 ottobre 2022 si terrà a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS (Organizzazone Mondiale d ella Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report. È in ques ta occasione che nasce la chiamata a scendere in piazza a Roma Giovedì 13 Ottobre.\nOCCUPARSI DELLE CAUSE NON GENERA PROFITTO\nLa gestione sanitaria dell’emergenza pandemica ha evidenziato una totale assenza di interventi diretti ad approfondire le cause che l’hanno determinata\, occupandosi esc lusivamente dei sintomi. Focalizzare l’attenzione sulla ricerca delle caus e avrebbe significato inevitabilmente attuare una radicale trasformazione delle politiche sociali\, economiche\, ambientali\, sanitarie\, relazional i.\nTroppo costoso e quindi\, poco produttivo. La psichiatria funziona con le stesse modalità: al presentarsi di una crisi non vengono prese in cons iderazione le cause che l’hanno determinata\, la persona viene espropriata della possibilità di esprimere i propri significati e di autodeterminarsi attraverso un potere del tutto arbitrario il cui interesse non é affatto quello dichiarato della cura\, ma piuttosto la progressiva medicalizzazion e e cronicizzazione della crisi.\nLo Stato in questi due anni si è comport ato allo stesso modo: in nome di una presunta irresponsabilità collettiva ha imposto le sue direttive dall’alto imponendosi come organo iper-raziona le\, una mente che ‘decide’ e sovradetermina il ‘corpo’ sociale\, che in q uanto ‘corpo’ è ad esso subordinato secondo un dualismo riduzionista para- psichiatrico appunto. Lo Stato e i suoi tecnici hanno valutato lo ‘stato d i necessità’ secondo le leggi dell’economia\, e gestito l’emergenza/crisi con la contenzione – l’esproprio della salute – esattamente come avviene i n psichiatria. Allo stesso modo si è imposto un trattamento farmacologico col ricatto\, impedendo alle persone di esprimere il proprio consenso\, as sicurando l’immediato introito per Big Pharma e lasciando solo chi ha subi to le conseguenze sulla propria salute degli effetti collaterali del vacci no.\nPER LA LIBERTÀ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO DI CURA\nL’attuale prassi n elle istituzioni psichiatriche prevede l’assunzione obbligatoria di psicof armaci che a lungo termine risultano il più delle volte essere dannosi e i nvalidanti. La progressiva cronicizzazione della sofferenza è funzionale d a un lato alla presa in carico a vita dall’altro al profitto delle multina zionali del farmaco.\nLa parola della persona non viene presa in considera zione o addirittura giudicata come sintomo della malattia\, mentre vivere in una società fondata sulla prestazione e l’individualismo\, la solitudin e e l’assenza di una dimensione comunitaria sembra cosa del tutto normale. Si interviene sui sintomi categorizzandoli come espressione di “malattia mentale” ricorrendo ai TSO\, alla contenzione fisica\, meccanica e farmaco logica. Nei CIM i colloqui sono troppo brevi e non c’è nessuna possibilità di essere ascoltatз o di esprimere dubbi e difficoltà.\nCrediamo che rive ndicare il diritto ad avere parola e ad autodeterminarsi significhi anche riappropriarsi delle proprie esperienze\, delle difficoltà\, della soffere nza e della molteplicità di modi per affrontarla. Siamo convintз che ci si ano persone\, tra coloro che operano all’interno delle strutture sanitarie \, che si rifiutano di essere complici di questo sistema di oppressione e che preferiscono slegare piuttosto che contenere\, ascoltare piuttosto che mettere a tacere con i farmaci\, essere solidali con chi si sottrae alle logiche di competizione. Sono loro che vorremmo al nostro fianco.\nTECNOLO GIE E DIGITALIZZAZIONE: LA RELAZIONE NEGATA\nSi parla di “salute mentale d igitale”\, un processo che strumentalizza le retoriche dell’innovazione\, dell’accessibilità e dell’inclusione\, introducendo invece forme sempre pi ù specializzate di controllo\, disciplinamento ed esclusione. Una “salute” sempre più delegata al dispositivo tecnico\, costruita intorno alle esige nze del mercato dell’industria tecnologica e all’inesorabile sottrazione d i reali spazi di soggettivazione\, autodeterminazione e solidarietà dal ba sso.\nCONTRO IL PROIBIZIONISMO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO\nC’è un’evidente contraddizione nei proclami dell’OMS\, da un lato si promuove il consumo di sostanze “psicotrope” legali con effetti disastrosi\, dall’altro si cri minalizza l’autoconsumo di sostanze psicoattive. Al mondo un detenuto su c inque è in carcere per violazioni delle leggi sulle droghe. In Italia circ a un terzo della popolazione detenuta è in carcere per questo motivo. Il p roibizionismo non solo ha fallito\, ma è esclusivamente funzionale al cont rollo sociale e a finanziare narco-mafie e narco-stati utili al riciclo e alla riproduzione del Capitale. E’ fondamentale dare voce allз consumatorз \, attivando politiche dal basso improntate alla riduzione del danno e al consumo consapevole.\nPER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE E DELL’ELETTROSHO CK\nNonostante le belle parole dell’OMS nei reparti psichiatrici si contin ua a morire legati nei letti di contenzione. Continuano ad essere praticat i dispositivi manicomiali e coercitivi come l’uso dell’elettroshock\, l’ob bligo di cura\, la contenzione farmacologica\, le porte chiuse\, le grate alle finestre\, le limitazioni e il controllo della libertà personale.\nNo n c’è salute nei CPR\, nelle carceri\, negli SPDC\, luoghi di tortura e an nientamento delle persone. Non c’è salute dove c’è violenza e discriminazi one di genere\, senza diritto effettivo all’aborto e supporto alla genitor ialità. Non c’è salute nelle politiche economiche che finanziano armamenti e guerre\, sottraendo risorse alla collettività e ai bisogni delle person e.\nLa salute che vogliamo si basa su percorsi di solidarietà\, autogestio ne e mutualismo dal basso. E’ il frutto dell’interdipendenza tra corpi\, c ondizioni sociali e ambientali.\nNon si può garantire salute per tuttз\, s enza lavoro\, scuola e università\, spazi comuni e di socialità liberati d alle logiche del profitto neoliberista. Crediamo che non ci sia bisogno di uno Stato né di un’organizzazione Mondiale che si proponga di riorganizza re e che sovradetermini la nostra salute e le nostre vite. Siamo convintз che ritrovarsi\, ricostruire delle relazioni e delle comunità\, riprenders i strade e spazi\, possa essere un primo passo per aprire un orizzonte nel quale dar vita a luoghi liberi dalle dinamiche individualistiche\, di sfr uttamento e mercificazione.\nPRESIDIO COMUNICATIVO\nGiovedì 13 ottobre all e ore 11.00 – Piazza del Risorgimento – Roma\nINVITIAMO TUTT3 A PARTECIPAR E!\nAssemblea Antipsichiatrica DTSTART;TZID=Europe/Rome:20221013T110000 LOCATION:Piazza del Risorgimento – Roma SEQUENCE:0 SUMMARY:Presidio anti-psichiatrico a Roma URL:https://www.autistici.org/mezzoradaria/evento/presidio-anti-psichiatric o-a-roma/ X-COST-TYPE:free X-WP-IMAGES-URL:thumbnail\;https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-conten t/uploads/2020/05/4309.0.450063121-kx1H-U431805064099677pE-1224x916@Corrie re-Web-Sezioni-300x300.jpg\;300\;300\;1\,medium\;https://www.autistici.org /mezzoradaria/wp-content/uploads/2020/05/4309.0.450063121-kx1H-U4318050640 99677pE-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-660x494.jpg\;660\;494\;1\,large\;htt ps://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2020/05/4309.0.4500 63121-kx1H-U431805064099677pE-1224x916@Corriere-Web-Sezioni.jpg\;618\;462\ ;\,full\;https://www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2020/05 /4309.0.450063121-kx1H-U431805064099677pE-1224x916@Corriere-Web-Sezioni.jp g\;1224\;916\; X-ALT-DESC;FMTTYPE=text/html:\\n\\n\\nIL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
\n“Una buona salute mentale c
onsente alle persone di lavorare in modo produttivo e di realizzare appien
o il proprio potenziale. Al contrario\, una cattiva salute mentale interfe
risce con la capacità di lavorare\, studiare e apprendere nuove competenze
. Essa ostacola i risultati scolastici dei bambini e può avere un impatto
sulle prospettive occupazionali future.
\nI ricercatori stimano che s
olo a causa della depressione e dell’ansia si perdono ogni anno 12 miliard
i di giorni lavorativi produttivi\, per un costo di quasi 1.000 miliardi d
i dollari. Questo dato comprende i giorni persi per assenteismo\, presenzi
alismo (quando si va al lavoro ma non si lavora) e turnover del personale.
” (World mental Health report. Tranforming mental health for all\; Cap. 4.
3.2 Economic Benefits\; OMS 2022).
\nIl 13 e 14 ottobre 2022 si terrà
a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS (Organizzazone Mondial
e della Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report. È in q
uesta occasione che nasce la chiamata a scendere in piazza a Roma Giovedì
13 Ottobre.
OCCUPARSI DELLE CAUSE NON GENERA PROFITTO
\nLa gestione sanitaria dell’emergenza pandemica ha evidenziato
una totale assenza di interventi diretti ad approfondire le cause che l’h
anno determinata\, occupandosi esclusivamente dei sintomi. Focalizzare l’a
ttenzione sulla ricerca delle cause avrebbe significato inevitabilmente at
tuare una radicale trasformazione delle politiche sociali\, economiche\, a
mbientali\, sanitarie\, relazionali.
\nTroppo costoso e quindi\, poco
produttivo. La psichiatria funziona con le stesse modalità: al presentars
i di una crisi non vengono prese in considerazione le cause che l’hanno de
terminata\, la persona viene espropriata della possibilità di esprimere i
propri significati e di autodeterminarsi attraverso un potere del tutto ar
bitrario il cui interesse non é affatto quello dichiarato della cura\, ma
piuttosto la progressiva medicalizzazione e cronicizzazione della crisi.\nLo Stato in questi due anni si è comportato allo stesso modo: in nom
e di una presunta irresponsabilità collettiva ha imposto le sue direttive
dall’alto imponendosi come organo iper-razionale\, una mente che ‘decide’
e sovradetermina il ‘corpo’ sociale\, che in quanto ‘corpo’ è ad esso subo
rdinato secondo un dualismo riduzionista para-psichiatrico appunto. Lo Sta
to e i suoi tecnici hanno valutato lo ‘stato di necessità’ secondo le legg
i dell’economia\, e gestito l’emergenza/crisi con la contenzione – l’espro
prio della salute – esattamente come avviene in psichiatria. Allo stesso m
odo si è imposto un trattamento farmacologico col ricatto\, impedendo alle
persone di esprimere il proprio consenso\, assicurando l’immediato introi
to per Big Pharma e lasciando solo chi ha subito le conseguenze sulla prop
ria salute degli effetti collaterali del vaccino.
PER LA L IBERTÀ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO DI CURA
\nL’attuale prass
i nelle istituzioni psichiatriche prevede l’assunzione obbligatoria di psi
cofarmaci che a lungo termine risultano il più delle volte essere dannosi
e invalidanti. La progressiva cronicizzazione della sofferenza è funzional
e da un lato alla presa in carico a vita dall’altro al profitto delle mult
inazionali del farmaco.
\nLa parola della persona non viene presa in
considerazione o addirittura giudicata come sintomo della malattia\, mentr
e vivere in una società fondata sulla prestazione e l’individualismo\, la
solitudine e l’assenza di una dimensione comunitaria sembra cosa del tutto
normale. Si interviene sui sintomi categorizzandoli come espressione di “
malattia mentale” ricorrendo ai TSO\, alla contenzione fisica\, meccanica
e farmacologica. Nei CIM i colloqui sono troppo brevi e non c’è nessuna po
ssibilità di essere ascoltatз o di esprimere dubbi e difficoltà.
\nCr
ediamo che rivendicare il diritto ad avere parola e ad autodeterminarsi si
gnifichi anche riappropriarsi delle proprie esperienze\, delle difficoltà\
, della sofferenza e della molteplicità di modi per affrontarla. Siamo con
vintз che ci siano persone\, tra coloro che operano all’interno delle stru
tture sanitarie\, che si rifiutano di essere complici di questo sistema di
oppressione e che preferiscono slegare piuttosto che contenere\, ascoltar
e piuttosto che mettere a tacere con i farmaci\, essere solidali con chi s
i sottrae alle logiche di competizione. Sono loro che vorremmo al nostro f
ianco.
TECNOLOGIE E DIGITALIZZAZIONE: LA RELAZIONE NEGATA< /strong>
\nSi parla di “salute mentale digitale”\, un processo che s trumentalizza le retoriche dell’innovazione\, dell’accessibilità e dell’in clusione\, introducendo invece forme sempre più specializzate di controllo \, disciplinamento ed esclusione. Una “salute” sempre più delegata al disp ositivo tecnico\, costruita intorno alle esigenze del mercato dell’industr ia tecnologica e all’inesorabile sottrazione di reali spazi di soggettivaz ione\, autodeterminazione e solidarietà dal basso.
\nCONTRO IL PROIBIZIONISMO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO
\nC’è un’evide nte contraddizione nei proclami dell’OMS\, da un lato si promuove il consu mo di sostanze “psicotrope” legali con effetti disastrosi\, dall’altro si criminalizza l’autoconsumo di sostanze psicoattive. Al mondo un detenuto s u cinque è in carcere per violazioni delle leggi sulle droghe. In Italia c irca un terzo della popolazione detenuta è in carcere per questo motivo. I l proibizionismo non solo ha fallito\, ma è esclusivamente funzionale al c ontrollo sociale e a finanziare narco-mafie e narco-stati utili al riciclo e alla riproduzione del Capitale. E’ fondamentale dare voce allз consumat orз\, attivando politiche dal basso improntate alla riduzione del danno e al consumo consapevole.
\nPER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE E DELL’ELETTROSHOCK
\nNonostante le belle parole dell’OMS
nei reparti psichiatrici si continua a morire legati nei letti di contenzi
one. Continuano ad essere praticati dispositivi manicomiali e coercitivi c
ome l’uso dell’elettroshock\, l’obbligo di cura\, la contenzione farmacolo
gica\, le porte chiuse\, le grate alle finestre\, le limitazioni e il cont
rollo della libertà personale.
\nNon c’è salute nei CPR\, nelle carce
ri\, negli SPDC\, luoghi di tortura e annientamento delle persone. Non c’è
salute dove c’è violenza e discriminazione di genere\, senza diritto effe
ttivo all’aborto e supporto alla genitorialità. Non c’è salute nelle polit
iche economiche che finanziano armamenti e guerre\, sottraendo risorse all
a collettività e ai bisogni delle persone.
\nLa salute che vogliamo s
i basa su percorsi di solidarietà\, autogestione e mutualismo dal basso. E
’ il frutto dell’interdipendenza tra corpi\, condizioni sociali e ambienta
li.
\nNon si può garantire salute per tuttз\, senza lavoro\, scuola e
università\, spazi comuni e di socialità liberati dalle logiche del profi
tto neoliberista. Crediamo che non ci sia bisogno di uno Stato né di un’or
ganizzazione Mondiale che si proponga di riorganizzare e che sovradetermin
i la nostra salute e le nostre vite. Siamo convintз che ritrovarsi\, ricos
truire delle relazioni e delle comunità\, riprendersi strade e spazi\, pos
sa essere un primo passo per aprire un orizzonte nel quale dar vita a luog
hi liberi dalle dinamiche individualistiche\, di sfruttamento e mercificaz
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PRESIDIO COMUNICATIVO
\nGiovedì 13 ott
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