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LA COSTITUZIONE È UNA CAGATA PAZZESCA

Riceviamo e diffondiamo un volantino distribuito lo scorso 25 aprile a Saronno, giornata sulla quale ci soffermeremo prossimamente

LA COSTITUZIONE
 È UNA CAGATA PAZZESCA

Su democrazia parlamentare, mobilitazione reazionaria, sovranismo, Stato, umore dei tempi e nuovi e vecchi miti

Non è certo una novità di questi anni il tentativo delle organizzazioni fasciste di darsi l’aspetto ribellistico di coloro che combattono contro il sistema.
Certo in questi ultimissimi anni certe analogie sembrano più calzanti, e se è vero che sarebbe inappropriato parlare di un fascismo in atto è altrettanto vero che segnali chiari e manifesti di una mobilitazione reazionaria in corso. Sia per quanto riguarda l’immaginario che le forze reazionarie (dalla Lega ai gruppetti fascisti) vogliono trasmettere, sia per quanto riguarda una sorta di umore dei tempi che sembra andare esattamente nella direzione sperata dai primi.

Nella nebbia creata da un sentire che potrebbe essere rappresentato dall’accanimento verso gli esclusi (specialmente i carcerati, verso cui la vox populi arriva a pretendere persino “che lavorino gratis, cosa vogliono, vitto e alloggio senza fare nulla?”) e dal preteso ruolo delle forze reazionarie che attraverso il sovranismo riuscirebbero ad opporsi ai mali della globalizzazione sentiamo l’urgenza di un forte colpo di vento che diradi la nebbia e resituisca alle parole il loro significato.

Non ci stupisce il fatto che in una società sempre più complessa e apparentemente interclassista gli sfruttati non trovino con facilità gli strumenti per capire il motivo della propria condizione, così come non ci stupisce il proliferare di teorie complottistiche che non fanno altro che aumentare la nebbia.

Viviamo un’epoca dominata dal capitale, dallo sfruttamento e dall’alta finanza. Per sorreggere questi tre pilastri del nostro mondo nascono guerre in territori da saccheggiare e depredare.
L’Africa, grande e storica terra di colonialismo e distruzione, è nuovamente sotto attacco. Le grandi potenze mondiali, Cina su tutte, si sono accaparrate grosse fette di terra e di mare. Una porzione di mare al largo del Senegal è stata dichiarata praticamente svuotata di fauna ittica.

Questo è il capitalismo, che ha portato alla situazione in cui siamo ora. Anche l’Italia ha il suo ruolo, in Libia.
L’Eni saccheggia petrolio e gas da una parte, il governo (prima con Minniti ora con Salvini) crea lager per migranti per limitare il numero di sbarchi.
E’ questo il sistema marcio e malato che sostiene il mondo per come lo conosciamo, un pianeta sempre più affollato in cui anche l’essere umano è, ahinoi, una essenziale fonte di valore.
Città sempre più affollate, un pianeta sempre più affollato. Sia le megalopoli del lusso sia le bidonville degli esclusi, facce diverse di una stessa medaglia, necessiteranno di un sistema di gestione da parte di Stato e Capitale capillare e concentrazionario.

Da una parte l’uso delle recenti zone rosse, porzioni di città dalle quali viene escluso chi non considerato conforme al cosiddetto decoro sociale, insieme all’espansione dell’uso del Daspo Urbano, vanno esattamente in questa direzione.
Dall’altra l’aver tirato giù la maschera con gli esclusi modificando l’approccio al welfare, indirizzandosi verso una gestione dei servizi (sanità su tutti) privatizzata, riducendo i servizi ma aumentando i costi. Chi potrà permetterselo sarà curato. Non a caso per la prima volta nella storia l’aspettativa di vita è calata. Una fascia di popolazione, quella inclusa nella società, avrà agi e benessere, la restante enorme fetta di esclusi garantirà benessere alla prima.

In questo quadro evidentemente catastrofico il ruolo delle forze reazionarie è cavalcare il conseguente malcontento e la legittima rabbia indirizzandola in una guerra tra poveri. Indirizzare i propri attacchi, alla maniera della classe politica tout court, verso chi fugge in barcone dalla Libia anziché attaccare qui e ora gli interessi dell’Eni e dello Stato italiano significa essere vigliacchi e voler fare speculazione politica sulla pelle degli ultimi.
Rinnovare un nostalgico spirito di identità nazionale significa nuovamente annebbiare occhi e spirito, mettendo insieme capra e cavoli.
Ma urge ricordarsi che è sotto la tanto osannata democrazia che si sono mantenute le condizioni in cui queste forze si sono rafforzate, è sotto democrazia a tinte PD che Minniti ha creato i lager in Libia e ha dato un significativo giro di vite in ambito di sicurezza, mettendo un imprescibile mattoncino a ciò che – senza soluzione di continuità – sta proseguendo Salvini.

Ma oggi che è il 25 aprile sentiremo ancora le solite litanie socialdemocratiche sul ruolo della Costituzione, vero e proprio mito fondante dello Stato italiano. Una retorica nefasta sia per chi ha combattuto a suo tempo – anche contro i comandi del PCI – sia per chi combatte oggi. Soprattutto per chi, avendo osato combattere i CPR – nuovi lager del III millennio – si trova oggi in una sorta di 41 bis, con un accanimento dello Stato che è frutto sia della mobilitazione reazionaria in atto sia dell’umore dei tempi.

Ecco cosa ci offre la democrazia, l’astratta possibilità di criticare un mondo di sfruttamento e devastazione.
Ma, come diceva Malatesta: «La libertà che vogliamo noi non è il diritto astratto di fare il proprio volere, ma il potere di farlo».
Di fronte a questo grande fratello sociale onnipresente che è lo Stato l’unica possibilità rimane quella di combattere le condizioni che ci opprimono, rifiutando di partecipare allo spettacolo della politica che immiserisce spiriti e sogni.

Per un mondo
senza galere
e senza sfruttamento.

Saronno, 25 aprile 2019

Una libera aggregazione
per l’autogestione generalizzata

A SARONNO OGNI 25 APRILE

Saronno
Ogni 25 aprile il sindaco deve svegliarsi e correre a sbrigare le ritualità schivando contestazioni gavettoni e insulti.
Saronno.
Ogni 25 aprile qualche antifascista si sveglia prima del sindaco e gli rovina la festa.

Nella foto striscione affisso di prima mattina sul Municipio di Saronno

Appuntamento alle 10 in p.zza Libertà per il consueto corteo antifascista.

SARONNO, UOVA SUGLI ESPONENTI NAZIONALI DI FDI

Apprendiamo dalla stampa locale che nella giornata di sabato 27 l’inaugurazione della nuova sede di Fratelli d’Italia, intitolata ad Italo Balbo, in via Ramazzotti 33 a Saronno, è stata accolta con calore dalla cittadinanza. Infatti attorno alle 18.30 i pochi presenti – fra loro Ignazio La Russa, Riccardo De Corato e il sindaco leghista Alessandro Fagioli – sono stati oggetto di un lancio di uova. Ad accompagnare il tutto anche qualche coro che ricordava loro che ruolo hanno nella guerra civile che stanno fomentando: fascisti di merda.

Nella foto i numerosi giovani accorsi alla presentazione:

Inaugurazione sede Fratelli d’Italia a Saronno in via Ramazzotti 33, da notare i numerosi giovani accorsi

LA BANALITÀ DEL MALE

Non ci stupisce più di tanto che la giunta Fagioli inneggi e pratichi una politica razzista e securitaria. In fondo sono stati di parola e stanno mantenendo il programma. Nè ci stupisce più di tanto – dopo le telecamere in ogni dove, dopo il Daspo Urbano, dopo aver multato al mercato e nel centro storico poveri, questuanti e commercianti irregolari dopo i fogli di via regalati a destra e a manca, dopo la militarizzazione della Polizia Locale, dopo aver chiesto il pugno di ferro del Prefetto, dopo aver dato spazio ad organizzazioni fasciste e naziste, dopo aver tentato di negare spazi comunali ad associazioni o assemblee antifasciste – l’ennesima trovata degna del ventennio.
Una scritta in via Bergamo recita: “Ti ricordi della Gestapo? Toc-toc”. Correlata di svastiche. Il Sindaco deve essersi fatto ispirare da tanta genialità, e allora ha riproposto l’adagio in salsa saronnese: numerosi cittadini si sono sentiti bussare alla porta, dall’altra parte i gendarmi della Polizia Locale che chiedevano casa per casa se la tal persona avesse realmente firmato in piazza per chiedere il consiglio comunale aperto per discutere della bonifica della Cantoni. Non bastava esibire i documenti, è stata anche richiesta una seconda firma, per verificare che combaciasse con la prima.
Giunta fascista, politica fascista, pratiche fasciste.

FAGIOLI: A BINARIO UNICO

Una vecchia linea ferroviaria, un progetto di distruzione e rimodellamento di un territorio dimenticato per anni. La Saronno-Seregno dopo essere stata oggetto di un progetto affidato al politecnico di Milano volto alla realizzazione di un parco lineare torna ora sulle prime pagine dei quotidiani locali. Stravolto il progetto iniziale, la nuova amministrazione comunale ha infatti intenzione di abbattere la masicciata e costruire l’ennesima strada. Nonostante la contrarietà espressa da una mobilitazione popolare, mediante la raccolta di quasi 2000 firme e alcune iniziative in loco, i lavori di sbancamento della massicciata – a detta del Comune -inizieranno lunedì 6 novembre. Questo a riprova del fatto che chi amministra i terriotori agisce solo in base ai propri interessi, ignorando totalmente la volontà e i desideri di chi invece quei territori li vive. Chissà che questa ennesima prevaricazione non costituisca finalmente una miccia, l’innesco per non abbasare la testa e far valere i propri desideri e aspirazioni.

TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO

Martedì 24 ottobre sono uscite a mezzo stampa le nuove direttive comunali in materia di sicurezza (annoso mantra dell’era Fagioli) per eventi pubblici.
Queste “misure a salvaguardia della sicurezza e dell’incolumità”, in tutti i luoghi in cui è previsto un afflusso significativo di persone per la partecipazione ad eventi di vario genere, prevedono l’aumento dei giorni per il preavviso che passa da 30 a 60 nonché, la necessaria presenza di mezzi dei vigili del fuoco, un piano di evacuazione e personale tecnico (forze dell’ordine) per farlo eseguire. Questa volta, anche se si legge tra le righe, non è esplicitato il rischio di attacchi terroristici; forse è un argomento passato di moda.
E’ interessante osservare come sempre più le politiche securitarie, anche qui a Saronno, hanno la volontà di voler limitare la possibilità di vivere le strade con dispositivi di controllo quali; videosorveglianza, controllo del vicinato e sbirri di ogni tipo.
Certo si inserisce perfettamente nel quadro politico che questa giunta porta avanti, in una ricostruzione sociale delirante nella quale i principali problemi della città sono gli ambulanti, i venditori abusivi, i questuanti e la nuovissima categoria dei “bivaccatori”, sempre più multati e allontanati, mentre sono bene accolti i guadagni di palazzinari e speculatori.

GRANDE GIOVE!

Grande scalpore hanno destato nella città degli amaretti le dichiarazioni del sindaco Fagioli con cui il primo cittadino ha rinunciato pubblicamente alle celebrazioni del 2 giugno, festa della Repubblica, per presunti motivi di ordine pubblico. Così ha parlato il sindaco, a capo dell’identitaria giunta leghista saronnese: “La città nell’ultimo mese ha già subito troppi attacchi di varia natura. Per questioni di ordine pubblico e trattandosi di attività rinunciabile in quanto non prevista dai cerimoniali si è scelto di non effettuare cerimonie, che come previsto sono invece organizzate nel capoluogo di provincia”.  A rincarare la dose ci ha pensato il patriottico consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gianangelo Tosi: “Condivido la decisone assunta dal sindaco frutto di prudenza ed attenzione al difficile e conflittuale momento vissuto dalla città”.
Il momento conflittuale è legato all’introduzione e all’applicazione del Daspo Urbano, misura poliziesca di cui abbiamo già parlato altrove. Crediamo che una breve carrellata su quanto successo in queste settimane a Saronno possa servire al lettore per farsi un’idea propria della situazione, al di là di allarmismi o emergenze create ad hoc (ricordiamo infatti come le maggiori operazioni repressive in città – ad esempio lo sgombero del Telos di via Milano – siano seguite alle richieste degli amministratori locali che lamentavano una presunta ingovernabilità in città).
Nelle ultime settimane il centro della città è stato più volte vissuto da eventi di diversa natura: è stato tappezzato di manifesti grafici contro il Daspo Urbano, alcune delle innumerevoli telecamere di controllo sono state danneggiate, sono comparse numerose scritte contro Lega Nord in occasione del presidio indetto proprio dalla Lega contro l’arrivo di 9 – NOVE – profughi che saranno accolti in un centro di accoglienza gestito dalla Parrocchia; inoltre il sottopasso della piazza rossa è stato riempito per due volte da molti ragazzi che hanno trascorso una serata al di fuori dei locali e del decoro urbano, e proprio in piazza rossa è comparso un maxi graffito contro Daspo Urbano e Polizia. Ci sono stati anche numerosi volantinaggi, con l’aggiunta del lancio di alcuni foglietti con i chiari slogan “Contro il Daspo urbano” e “Odia la Polizia”, che hanno cosparso le vie del centro anche nei giorni successivi.
E così, tra una risata e l’altra, il prossimo fine settimana la città avrà un abito diverso dal solito: non ci sarà la celebrazione ufficiale del 2 giugno, con tanto di politici e autorità; tuttavia ci sarà – e vi invitiamo a passare – un presidio proprio contro il Daspo Urbano sabato 3 giugno, alle ore 15 in piazza Portici.

PRIMO DASPO URBANO A SARONNO

Ennesima operazione anti-migranti e anti-poveri nel centro storico di Saronno della Polizia Locale targata Fagioli. Sei gli stranieri fermati, tutti nigeriani, sanzionati in base al regolamento comunale con un verbale da 100 euro. Come se non bastasse a carico di un 22enne è arrivato anche il primo Daspo Urbano emesso dalla giunta leghista.
Il motivo delle sanzioni e del Daspo Urbano? Bivaccavano! E qualcuno chiedeva l’elemosina. Bivaccare rimanda a un’immaginario che poco si presta per questo caso, infatti la Polizia Locale intende bivacco anche il solo stazionare senza apparente motivo da parte di individui non bianchi.
Il taglio razzista e classista è talmente evidente da non avere bisogno di ulteriori commenti. Il ragazzo colpito dal Daspo Urbano per le prossime 48 ore non potrà tornare nella zona dello scalo ferroviario e se dovesse essere sorpreso dagli agenti della fastidiosa Polizia Locale di Saronno rischia un nuovo verbale, stavolta da 200 euro, oltre a qualche conseguenza penale di cui è ancora difficile valutare l’entità.

Saronno, presidio contro i CPR (CIE)

Domenica 12 febbraio in piazza Portici a Saronno si è svolto un presidio contro i CIE (rinominati CPR: Centri Permanenti di Rimpatrio) in risposta alle dichiarazioni del ministro Minniti sulla volontà governativa di aprire uno di questi centri in ogni regione. Scopo di questa nuova politica sarebbe il velocizzare ed incrementare il processo d’espulsione dei migranti che arrivano “clandestinamente” sul suolo italiano. Durante il presidio è stato volantinato un testo per le vie del centro, ribadendo la totale avversione nei confronti di queste strutture, di chi specula sulla pelle dei migranti e della propaganda razzista che viene divulgata dai media.