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OSCURANTISMO SULLA PELLE DEI PIÙ DEBOLI

L’orologio della storia sta tornando indietro e l’oscurantismo è ormai nella pratica quotidiana di chi gestisce il potere.
Giovedì sera, nel Consiglio Comunale di Ceriano Laghetto, è stata approvata una mozione anti-abortista in cui si proclama Ceriano “Comune Pro Vita”.
La “meccanica grottesca del potere”, giorno dopo giorno, si palesa su vari fronti lasciando senza parole chi ha un minimo di razionalità e di buon senso.
Ormai nessuno è più libero delle proprie scelte; scelte, come quella dell’aborto, molto sofferte e difficoltose, che riguardano un’intimità e sentimenti che uomini grotteschi (ma rispecchianti la miseria del nostro tempo), come il sindaco Cattaneo, molto probabilmente non hanno mai provato.
Questi figuranti stanno cavalcando oggi questo ritorno al passato.
Non avere il ben che minimo rispetto nei confronti di donne che si ritrovano in situazioni di dover abortire è veramente troppo e non capiamo le stesse donne che fanno parte della maggioranza fascio leghista come non possano sentire qualche sussulto nell’approvare una mozione del genere.
Tanti auguri macchiette del potere, fate il pieno adesso che potete, ma gli esseri umani non si lasciano abbindolare a lungo e in quel momento la vostra popolarità sarà il vostro castigo.

L’ARTE DELLA MANIPOLAZIONE E L’AZIONE DIRETTA

Legalità: una questione di potere, non di giustizia

Alcuni fatti di queste ultime settimane ci danno l’occasione di parlare di certi nodi che puntualmente emergono nei discorsi, nelle riflessioni di chi agisce, o quanto meno si auspica, uno stravolgimento dello stato di cose presenti.

Ha destato molto scalpore la vicenda del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, arrestato perché accusato di aver violato la Legge per aiutare alcuni migranti a integrarsi nel suo paese. Un po’ il circo mediatico delle carogne razziste che non hanno perso tempo per attaccare un sindaco arrestato per aver violato la Legge non per interesse personale (vedi l’ex sindaco di Seregno della coalizione Lega Nord e Forza Italia) ma per seguire la propria coscienza; un po’ per quei rimasugli sparsi di sinistra – pericolosi come meteoriti nello spazio dotati di gravità e con la possibilità (spesso anche l’intenzione) di attirare a sé quanta più materia possibile – costretti a fare i conti con la scelta della deriva liberal-conservatrice che ha connotato ogni governo di centro-sinistra da almeno trent’anni, la stessa deriva che vede nella Legge e nella Costituzione le uniche armi a propria disposizione per combattere fascismo e razzismo.

Sul circo razzista non ci soffermiamo. Crediamo che in questi tempi ognuno con una testa pensante possa osservare cosa gli accade attorno, individuare chi sta traendo giovamento da questa situazione di guerra civile in potenza, chi soffia sul fuoco del razzismo e della reazione.
Pur riconoscendo nella pluralità del possibile intervento una forza, ci pare che con questo nuovo Decreto Salvini, in grado di peggiorare il già terribile Decreto Minniti, la linea tra umanità e cieco rispetto della legalità si sia ulteriormente marcata. Certo, la risposta secondo cui “ha ragione, ma ha violato la Legge” la sentiamo e la sentiremo ancora, ma ci pare l’ennessimo tassello volto a legittimare la barbarie razzista a cui stiamo assistendo.

Perchè?

Perchè l’Apartheid era legale, così come il Colonialismo, le Leggi Razziali in Italia, i Campi di Concentramento, la presa del potere di Hitler, il Delitto d’Onore.
In tempi bui come questi pararsi dietro l’apatia dettata dall’ossequioso rispetto della legalità significa abdicare a determinare la realtà per come è.
A chi si permette il lusso di dire che “un conto erano i lager nazisti, ora non siamo a quei livelli” rispondiamo con questo breve estratto da questo articolo:

Becky Moses aveva 26 anni quando è morta carbonizzata, nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2018, a causa di un rogo scoppiato nel ghetto di San Ferdinando, vicino Rosarno, in Calabria.
La sua storia forse non la ricorderanno tutti, per alcuni era probabilmente solo un’immigrata che si era trovata nel momento sbagliato al posto sbagliato. […] Becky Moses era arrivata in Italia nel 2016 dalla Nigeria.
A Riace era stata ospite di un centro di accoglienza straordinario: nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria stava mettendo radici ma la commissione territoriale le aveva negato la richiesta di asilo politico. Quindi, avendo ricevuto il diniego e non potendo essere trasferita in uno Sprar, Becky aveva fatto ricorso, ma non era riuscita a vincerlo.
Le cose si erano messe male, la vita nei Cas era diventata impossibile e aveva di andare via.
Lasciava Riace, sola e con in mano un diniego della prefettura. Decise di spostarsi a San Ferdinando, dove c’erano altri nigeriani suoi conoscenti. Lì, in uno dei ghetti più grandi d’Italia, Becky Moses ha trovato la morte dopo essere stata avvolta dalle fiamme di un braciere rimasto accesso per scaldarsi in una fredda notte d’inverno.
Becky a Riace abitava in un alloggio, condiviso con altre sue coetanee. La sua carta d’identità portava ancora la firma del sindaco Domenico Lucano, che all’epoca aveva voluto riconoscerle la dignità di essere umano
.”

La domanda è la più immediata e al contempo la meno semplice a cui rispondere: di fronte alla normalizzazione della catastrofe che avanza, che fare?

Vi sono delle persone che dicono: la rivoluzione dev’esser fatta dal paese. Ciò è incontestabile. Ma il paese è composto di individui, e se attendessero tranquillamente il giorno della rivoluzione senza prepararla colla cospirazione, la rivoluzione non scoppierebbe mai.
[…]
Si può non esser d’accordo sulla forma di una cospirazione,
sul luogo e sul tempo in cui una cospirazione debba compiersi:
ma non essere d’accordo sul principio è un’assurdità, un’ipocrisia,
un modo di celare il piú basso egoismo.
Io stimo colui che approva la cospirazione ed egli stesso non cospira: ma non sento che disprezzo per coloro, che non solo non voglion far niente ma che si compiacciono nel biasimare e nel maledire gli uomini d’azione.

Carlo Pisacane

Che fare?

La sensazione è di essere su di un piano inclinato, in cui ogni forza che imprimiamo alla sfera posta su questo piano non faccia altro che farla rotolare più velocemente verso il basso. Altro, a ben vedere, non potrebbe accadere.
La sensazione è che i tempi stiano inesorabilmente rotolando verso la barbarie di Stato.

La catastrofe non la avvertiamo solo quando apre la bocca Salvini (o Minniti), né solamente quando il vicino di casa calabrese ci dice che ha votato Lega, neppure quando assistiamo alla reintroduzione dello schiavismo sotto forma di caporalato nelle piantagioni del sud e poi man mano in tutta Italia.
La avvertiamo anche quando la vulgata diffusa ci dice che no, non è utile ribellarsi, perché a ogni forma di ribellione tocca due sorti: o viene tacciata di fascismo (secondo quella tanto nefasta quanto onnipresente propaganda democratica che ha trasformato la parola “fascismo” in un sinonimo di “violenza”; di questo passo finiremo a credere che la Rivoluzione Francese o i moti insurrezionali di metà ‘800 furono opera dei fascisti!) oppure viene ingurgitata dalla Lega (o da chi per essa) che ne trae giovamento.

Ma è vero?

Che la Lega sia una forza significativa, e abbia la capacità di crescere, crediamo sia fuori da ogni discussione. I sindaci leghisti del circondario primeggiano sui rivali nell’uso dei social network e nella capacità di generare fake news o di rigirare a proprio uso qualunque notizia che li riguardi da più o meno vicino.

La Lega mostra di sé il volto che più crea consenso, quello che cerca lo scontro, ed è nello scontro che cresce. Questo non siginifica che la Lega sarebbe pronta a gestire conflitto e propaganda/politica, ma anche in questo contesto si inseriscono le amicizie sempre più salde con l’estrema destra tout court. La Lega cresce perché la sua narrazione è diventata la narrazione più diffusa nel paese. Anche chi non è d’accordo con la Lega finisce per parlare la sua lingua. Nel dizionario leghista non esiste la solidarietà umana, esiste il buonismo. È con questo dominio della narrazione che la Lega ha ottenuto e ottiene sempre più consenso.
La Lega sembra cercare lo scontro perché ormai è forte e radicata, è lo stesso motivo, ma al rovescio, per cui invece i partiti di estrema destra, che hanno ben altro seguito (ad esempio Lealtà Azione su tutti) non cercano al momento lo scontro, semmai cercano realtà territoriali tranquille in cui poter crescere e aggregare forza. Quando una realtà è solida e robusta può permettersi, attraverso la ricerca dello scontro, di inglobare la forza di chi gli si contrappone, viceversa quando una realtà politica è in via di consolidamento, è alla ricerca della tranquillità per poter lasciare ai semi la possibilità di germogliare e rinforzare il tronco.

In queste settimane nel saronnese si è fatto un gran parlare di Lega Nord, l’occasione l’ha fornita la festa leghista a Dal Pozzo e le relative proteste degli abitanti.
I leghisti, tramite il sindaco Dante Cattaneo, hanno dapprima lamentato un tentativo di boicottaggio con delle strisce recanti “Evento Annullato” sui propri manifesti che pubblicizzavano la festa, poi un volantinaggio a tappeto che invitava i cittadini a non partecipare a quella che era a tutti gli effetti una festa razzista.
Il Sindaco leghista, per delegittimare la protesta, ha accusato i firmatari del volantino di boicottaggio della festa di essere dei criminali e di aver tentato di uccidere, collocando delle reti acuminate sulla carreggiata, chi transitava su una strada nelle zone limitrofe. Nei giorni seguenti un secondo volantino ha informato gli abitanti di Dal Pozzo che i due fatti sono scollegati e solo un sindaco in malafede poteva unirli.

Nella melma mediatica è difficile districarsi, è difficile riuscire a scorgere con lucidità cosa è vero, e cosa non lo è. Le cosiddette bufale, o fake news, esistono dall’alba dei tempi. Così come esiste dall’alba dei tempi la strategia di chi è al potere di tentare di delegittimare alcune proteste o ribellioni, incolpando di malefatte contro la popolazione gli stessi ribelli.
Ma questo ragionamento scivoloso non deve nemmeno portarci a considerare ogni fatto, ogni avvenimento, come strategia dei potenti. Questo ragionamento è doppiamente castrante, prima perché vede il “popolo” come dei semplici burattini da governare senza spina dorsale, la seconda è perché mostra i governanti come gli invincibili, cosa che invece non sono. La nostra storia recente, in particolare la seconda metà dell’800, è costellata di moti insurrezionali. Cosa se ne direbbe oggi? Che si direbbe oggi di un tentativo di insurrezione in una qualche campagna del meridione?
Siamo in due epoche storiche talmente lontane, e così diverse, da rendere impossibile una risposta, eppure l’esercizio può aiutare a districarsi tra ciò che accade.

Tornando ai giorni nostri: è vero che ogni azione contro la Lega non fa altro che darle nuova linfa?
Quello di cui siamo certi è che l’inazione, dettata dalla sensazione di non poter fare altro, sarebbe sinonimo di rassegnazione.
Quello di cui abbiamo timore è che la forza narrativa della Lega sia al momento inavvicinabile, ma che rimanga un tema su cui confrontarsi e da tenere in considerazione, perché ne va dell’agibilità, della solidarietà umana, della ricerca della libertà contro ogni sfruttamento e discriminazione, nei piccoli paesi come nelle città.

DAL POZZO CONTRO IL RAZZISMO

Dopo il lamentìo per il presunto boicottaggio, i leghisti di Ceriano Laghetto, Cogliate e Lazzate continuano con il piagnisteo.
Nella frazione Dal Pozzo, luogo scelto per la festa della Lega Nord nella zona delle Groane, è stato distribuito casa per casa un volantino, scritto da alcuni residenti, che mettono in guardia i compaesani dal partecipare a quella che è a tutti gli effetti una festa razzista.
Ecco il testo del volantino:

IL COMUNE DI CERIANO LAGHETTO PATROCINA I FASCISTI

Ci risiamo.
Il frizzante sindaco di Ceriano Laghetto, che 8 anni fa salì alla ribalta nazionale con l’ordinanza anti-kebab, prosegue sia con la sua carriera politica, ritagliandosi una sempre più ampia fetta sulla stampa locale, sia con il suo progetto politico, che persegue a livello locale la saldatura già nazionale tra Lega Nord e le squadracce fasciste dell’estrema destra.
Lo scorso giugno il sindaco si è fatto aiutare dalla sezione varesina di Casa Pound nella propagandistica ronda nel parco delle Groane.
Per il prossimo venerdì 21 settembre è invece stato organizzato nella Sala Consigliare e col patrocinio del Comune di Ceriano Laghetto un incontro organizzato da Accademia Diciannove (associazione di stampo fascista) e con ospiti Franco Nerozzi della Onlus Popoli e anch’esso legato a doppio fila con l’estrema destra e Federico Goglio, nome d’arte Skoll, cantante anch’esso legato direttamente all’estrema destra, con numerose serate organizzate nella tana dei naziskin di Bollate, area politica in cui milita e che si rivendica. A riprova della sua non celata appartenenza politica il fatto che Federico Goglio nel 2015 è stato inquisito per aver fatto il saluto romano durante la commemorazione a Sergio Ramelli a Milano.
In sostanza un incontro spacciato per culturale organizzato da chi sostiene o fa addirittura parte delle squadracce che aggrediscono chiunque capiti a tiro di diverso da loro.
La saldatura tra Lega Nord e estrema destra neofascista è evidente, sindaci come Dante Cattaneo non sono che fautori nel locale di un ampio progetto nazionale.