CORTEO 13 APRILE
contro la pedemontana

Domenica 13 Aprile un corteo sfila per le vie di Lomazzo. Più che per protesta il corteo sembra voler sfilare nelle strade lomazzesi per permettere a chi, giunto dalle città limitrofe, voglia ammirare ciò che la creazione di un mostro ecologico come la Pedemontana provoca al territorio in cui viviamo. Chilometri e chilometri di cemento colato sopra a quelli che erano, fino a poco fa, alcuni dei pochi spazi verdi rimasti nel nostro territorio.

Il progetto della Pedemontana, dopo aver attraversato Lomazzo e tagliato in due il Parco Lura, continuerebbe per ancora un lungo tratto, passando addirittura sopra ai territori su cui nel 1976 si riversò una nube tossica di diossina a seguito della fuoriuscita da un reattore chimico della fabbrica ICMESA di Meda. Proprio a Seveso dove in alcune zone è ancora presente una contaminazione residua di TCDD, la movimentazione del suolo a seguito dell’apertura dei cantieri causerebbe l’aumento del rischio di esposizione alla diossina per la popolazione del territorio.

Qualcuno sembra determinato però nel cercare di fermare questo ennesimo scempio ambientale, impedendo alla Pedemontana di proseguire oltre e far scomparire un totale di 550 ettari di suoli agricoli e naturali.

Lo Stroligh

Cambiare il mondo non basta. Lo facciamo comunque. E, in larga misura, questo cambiamento avviene persino senza la nostra collaborazione. Nostro compito è anche d’interpretarlo. E ciò, precisamente, per cambiare il cambiamento.
Affinché il mondo non continui a cambiare senza di noi. E, alla fine, non si cambi in un mondo senza di noi.
Günther Anders, L’uomo è antiquato

 

Lo Stroligh: vagabondo, forestiero, girovago, scapestrato, piantagrane. Così ci sentiamo.
Sempre più forte sentiamo l’esigenza di uno spazio comune, in cui discutere e analizzare ciò che avviene dentro la società in cui viviamo, le dinamiche e le lotte dentro e fuori dalla stessa. Una società che leggiamo e recepiamo con lenti altre e che vogliamo raccontare servendoci di linguaggi, strumenti interpretativi diversi, per comunicare, condividere.
In questi anni una varietà di singoli e di gruppi si è trovata a discutere, anche animatamente, incrociando opinioni su ciò che accadeva sul nostro territorio. A volte si è raggiunta una sintesi, altre volte no.
Uno di questi incontri ha portato alla genesi di un progetto comune: un blog come strumento per cominciare, per porsi e porre domande prima di abbozzare delle risposte
, per insinuare criticità, mettere in luce problemi e percorsi possibili. Un luogo d’incontro tra punti di vista differenti nel quale affinare le analisi, ispirare l’azione, superarla.
Non siamo un gruppo chiuso e omogeneo: ognuno declina nella quotidianità le proprie scelte e pratiche secondo le proprie attitudini e risorse, ma viviamo insieme un’agorà, uno spazio di dialogo e scambio, senza mediazioni verticistiche.

Non ci interessa sovrapporci all’informazione già esistente: ci interessa proporre un punto di vista, che sarà inevitabilmente il punto di vista delle persone che si trovano a confrontarsi, che accettano e vivono le condizioni del libero pensiero, che rifiutano il pensiero unico, la subordinazione alle ideologie, l’accettazione di un sistema precostituito, necessario, considerato dai più come il migliore dei mondi possibili.
Daremo invece spazio a quelle notizie ritenute poco significative da chi ha come interesse prioritario vendere e guadagnare.
Non inseguiremo lo scoop, l’ultimissima, non ci saranno capo redattori e correttori di bozze. Non ci saranno
nemmeno firme, perché anche un articolo scritto a due mani sarà frutto di una dialettica comune.

Ci interessa partire ragionando e discutendo del territorio in cui viviamo, quello saronnese, senza che ciò ci impedisca di vagabondare liberi, tentando con gli strumenti che abbiamo scelto di incidere sul mondo in cui viviamo e quindi sulle nostre vite.

Vagabondi, forestieri, girovaghi, scapestrati, piantagrane. Così ci sentiamo.

 

 

Sfratto a Caronno

sfratto caronno

Caronno Pertusella, 7 aprile 2014: giorno stabilito lo sfratto esecutivo per un sessantenne.

8:00: lo sfrattando e una ventina di solidali, decisi insieme a resistere a questa ingiustizia, attendono l’ufficiale giudiziario e i fabbri che avrebbero cambiato la serratura dell’appartamento.
14:00: arriva l’ufficiale giudiziario, accompagnato da una quindicina tra carabinieri di Caronno, carabinieri di Saronno e digos di Varese. Oltre a loro gli operai, l’avvocatessa della proprietà che vuole lo sfratto,qualche giornalista e il sindaco di Caronno.

I solidali, posizionati sulla porta d’ingresso con uno striscione su cui scritto “Basta sfratti”, impediscono agli operai di entrare nella palazzina; si svolge quindi un lungo colloquio tra lo sfrattando, il sindaco di Caronno, l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, con attorno digos e carabinieri.
Dopo un’ora si riesce a ottenere il rinvio dello sfratto di un mese con la promessa/minaccia del sindaco: “mi sono impegnato, d’accordo con il signor Melis, che se entro un mese non si trova una soluzione lui uscirà con me dall’appartamento”.
Quello che senza la presenza della solidarietà sarebbe stato uno sfratto sicuro passato in sordina, è diventato un caso ed è stato rinviato di un mese.