LOA hacklab MI 2 - Comune di Milano 0

Corriere della Sera - Sabato 7 ottobre - pag. 14

In rete i dati personali di centinaia di cittadini. L'anuninistrazione: sabotaggio
Milano, gli hacker violano il sito del Comune

Autogol o sabotaggio? Sul sito Internet del Comune di Milano ieri e' successo qualcosa di molto strano: bastavano due clic per avere accesso, da qualsiasi computer, a tutti i dati personali di centinaia di cittadini che si erano limitati a chiedere un certificato, ma che si sono ritrovati in rete nomi, cognomi, indirizzi, numeri di telefono, caselle di posta elettronica, luogo e data di nascita e altre informazioni in teoria riservate. Un incidente che nella maggioranza dei casi si estendeva a parenti e conviventi, anche loro indicati con nomi e generalita' complete in documenti come stati di famiglia e atti di matrimonio.
Il caso e' stato segnalato, naturalmente via e-mail, dal "Loa Hacklab Milano", il laboratorio di hacker del centro sociale "Deposito Bulk" di via Niccolini. Lo stesso gruppo di giovani di sinistra ieri ha spedito una denuncia al Garante della privacy, con tanto di documentazione della "grave violazione" commessa dal Comune di Milano. "Nel corso del netstrike, la nostra protesta digitale del 28 settembre - scrivono gli hacker - navigando nel sito Internet del Comune di Milano, ci siamo imbattuti in una sezione dove sono disponibili in chiaro, cioe senza alcuna forma di protezione della privacy, i nominativi e i dati personali dei cittadini che hanno fatto richiesta di un certificato. Questa grave mancanza e' verificabile da chiunque, collegandosi all'indirizzo web: www.comune.milano.it/ webcity/certificati.nsf/".
L'amministrazione replica ipotizzando un sabotaggio. "E stato forzato il sistema di sicurezza", si difende Emiliano Ronzoni, responsabile del sito comunale. E Giancarlo Martella, assessore ai servizi civici e all'informatica, contrattacca: "Risaliremo ai responsabili e li perseguiremo. Non e vero che il sito Intenet del Comune non e' protetto: durante l'attacco degli hacker del 28 settembre, eravamo assistiti dalla polizia postale: siamo tranquilli". Ammettendo pure il complotto, com'e' possibile che il Comune sia stato beffato da un centro sociale? "Persino il sito dell'Fbi e' stato violato", risponde l'assessore.
Dal "Deposito Bulk" la replica degli hacker e' sarcastica: "E voi del Corriere come avete fatto a leggere i dati personali dei cittadini? Avete violato anche voi i codici segreti del Comune? La verita' e' molto semplice: non c'e' nessuna password, basta cliccare e i dati di quella sezione sono accessibili a tutti. Il vero problema e' che questa amministrazione dimostra per il mondo di Internet la stessa incapacita' manifestata nelle politiche per i giovani".

P. B.

 

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