Tutti alla caccia dell'hacker. Dagli Stati uniti, dove con l'aiuto
di un tecnico universitario, l'Fbi avrebbe rintracciato uno dei
computer da cui sarebbe partito l'attacco dei giorni scorsi, alla
Germania, dove secondo il giornale Die Welt sarebbe stata
trovata una traccia ricollegabile agli arrembaggi di questa
settimana. In Australia il governo propone pene severissime (fino
a dieci anni di prigione) per i crimini informatici.
E tutti alla Casa bianca la prossima settimana: il ministro della
giustizia Janet Reno, il segretario di stato Madeleine Albright,
il potentissimo consigliere per la sicurezza nazionale Sandy
Berger. Tutti da Clinton per discutere di hacker e dei modi per
proteggere il commercio elettronico da quelli che il presidente
ha definito "persone animate da oscuri motivi". Clinton ha
avvisato le imprese: "Non aspettatevi soluzioni immediate, ma
faremo tutto quello che possiamo". Il portavoce dell'Fbi evita di
sbilanciarsi e rifiuta di commentare anche la notizia della
"traccia" trovata tra i computer dell'università di Santa
Barbara. "Le indagini continuano, stiamo seguendo tutte le piste
- ha detto Debbie Weierman - e stiamo parlando con le imprese che
hanno subito danni".
Qualcuno, però, sta già guadagnando moltissimi soldi da tutto
l'allarmismo di queste ore. Da martedì le vendite di software di
protezione e di antivirus sono salite alle stelle, con grande
gioia delle imprese che li producono e conseguente immediato
aumento del valore delle loro azioni in borsa: la WatchGuard
technologies, un'impresa di software di Seattle, ha
guadagnato il 60%; altre imprese si sono fermate al 25. E nel
loro stesso interesse alimentano la psicosi da hacker. "Abbiamo
ricevuto centinaia di e-mail di privati cittadini che temevano di
essere stati attaccati - ha dichiarato il portavoce di un'impresa
californiana - e abbiamo vednuto il 50% in più del nostro
software". Allo stesso modo si moltiplicano le segnalazioni di
siti colpiti dai "pirati" della Rete: prima il governo cileno ha
avuto la propria pagina web intasata da scritte contro l'aumento
del costo dei trasporti e contro il neoeletto presidente Ricardo
Lagos, poi la tv satellitare Eurosport, il cui sito è
stato coperto con slogan contro la Nato e contro la Cia, ma anche
il partito di Haider ha subito danni al proprio spazio virtuale.
Dagli Usa alcune piccole aziende di commercio elettronico
affermano di aver subito il furto dei codici delle carte di
credito dei propri clienti.
Dal Giappone invece arriva la notizia di un progetto finanziato
dalla Banca mondiale, assieme alla Softbank corporation,
per sviluppare il commercio elettronico anche nei paesi del sud
del mondo. Un affare da 500 milioni di dollari di investimento
iniziale. La Softbank già possiede azioni in 300
differenti compagnie legate al commercio elettronico. Nonostante
l'allarme hacker, dunque, Internet resta la serra ideale per far
crescere il commercio transanzionale.
Ma dagli Usa le organizzazioni di difesa dei diritti civili
avvertono sul rischio che lo spauracchio degli hacker venga usato
per introdurre ulteriori forme di controllo sul materiale che
circola in Rete. Il timore è che, insomma, in nome della libertà
delle merci e della sicurezza delle transazioni i governi
decidano di colpire la libertà delle persone e la circolazione
delle idee.