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- Ma non è il caso di
tirare in ballo gli hacker
di Carlo Formenti
da Il Corriere della Sera del 15.02.00
Secondo le statistiche, la Lombardia è la regione più
«cablata» d'Italia, robusto «nodo» che spicca fra le
fragili maglie d'una Rete nazionale tuttora lontana dagli
standard europei; perciò, sull'onda dei (presunti) attacchi
hacker a Yahoo! e altre società americane, c'è chi
profetizza che la crescente «visibilità virtuale» renderà
la nostra metropoli vulnerabile ad analoghe imprese, e già
tenta di tracciare l'identikit del pirata informatico
meneghino. Certo, l'idea della «regionalizzazione» della
cultura hacker potrebbe ispirare gustose macchiette ai
comici, come lo smanettone lumbard che, mentre tenta di
sabotare i server di Roma ladrona, ingurgita cassoeula al
posto di hamburger, o come il faccendiere virtuale che
lancia il suo micidiale virus per la raccolta di mazzette.
Ma se lasciamo da parte il folclore, non serve fantasticare
sulla pirateria «locale»: l'attacco in Rete, per
definizione, arriva da qualsiasi parte del pianeta, perciò,
se ne saremo bersaglio, non sarà il caso di «guardarsi
intorno» per identificare il colpevole. A meno che non
si cerchino soggetti per romanzi cyberpunk ambientati sui
Navigli. O a meno che si cerchi di preparare il terreno per
qualche caccia alle streghe. Prima che capiti qualcosa del
genere, vale quindi la pena di precisare alcune cose.
In primo luogo, gli smanettoni made in Italy appaiono
meno inclini degli americani al sabotaggio fine a se
stesso. Inoltre, il termine hacker viene impropriamente
identificato con la criminalità informatica. I primi hacker
erano solo fanatici della tecnologia con inclinazioni
libertarie, mentre le generazioni successive hanno prima
estremizzato le componenti ideologiche per poi ripiegare
sul gusto della performance fine a se stessa. Ma nemmeno
questi ultimi hanno quasi mai violato i sistemi per rubare
o danneggiare irreversibilmente programmi e macchine.
Quanto alla nuova criminalità in Rete, ha poco a che
fare con l'ideologia hacker: i suoi fini sono quelli della
«vecchia» criminalità organizzata, che si è attrezzata per
cogliere le opportunità del mercato globale.
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