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- LE CONTROMISURE
«In Italia gli esperti anti millennium bug al
lavoro per tutelarci» di Alessandro Trocino
da Il Corriere della Sera del 11.02.00
MILANO — Dal millennium bug al «mail bombing». Gli esperti
del Comitato italiano antibaco, annuncia il governo,
lavoreranno in un gruppo per la sicurezza informatica.
Intanto si viene a sapere che anche molti siti aziendali e
pubblici italiani sono stati recentemente visitati e
violati da pirati. E che anche la Banca d’Italia in passato
è stata oggetto di attenzioni da parte di hacker, poi
individuati e rinviati a giudizio.
LOTTA AGLI HACKER
—.«Il Comitato antibug si scioglierà il 30 marzo, in
anticipo rispetto alla scadenza del 30 novembre e con un
notevole risparmio di denaro pubblico. Questo ci permetterà
di utilizzare i tecnici e le strutture per affrontare il
problema della sicurezza delle reti». Lo annuncia il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano
Passigli. «Dietro gli attacchi degli hacker —.spiega — ci
sono motivazioni simbolico-politiche o economiche. E non è
escluso che in alcuni casi ci si trovi di fronte a un vero
e proprio aggiottaggio telematico. Per fronteggiare questi
attacchi occorrono regole e strumenti europei e non solo.
Il gruppo di esperti avrà quindi compiti di studio e di
coordinamento con gli altri Paesi e con gli organismi
sovrannazionali».
ASSALTO A BANKITALIA — Ci hanno
provato anche con il sistema informatico della Banca
d’Italia. Lo rivela il procuratore aggiunto di Roma Italo
Ormanni, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio
degli hacker coinvolti. Nella Procura della capitale i
procedimenti in materia sono 15. Secondo Ormanni si tratta
per lo più di ragazzi che violano i sistemi di aziende per
poi cercare di farsi assumere come anti-hacker. Ma, tra i
casi segnalati dal pm, c’è anche un’incursione organizzata
da un’azienda concorrente.
L’IDENTIKIT DEI PIRATI —
«Quanti siano nessuno può dirlo con certezza. Ma possiamo
dire che si tratta per lo più di giovani che agiscono negli
ambienti universitari e in quelli della contestazione».
Giuseppe Messa, direttore del Servizio di Polizia postale
da anni si occupa di scovare nella rete gli hacker.
L’ultimo lo ha scoperto due mesi fa: «Era penetrato in un
sito istituzionale modificandone il contenuto. Anche in
questo caso, come spesso accade, il pirata ha detto di non
essersi reso conto di cosa stava facendo».
MILANO,
CAPITALE DEI NAVIGATORI — Milano è la città italiana più in
rete e quindi quella più esposta ai pirati informatici. Lo
sostiene la Camera di Commercio locale secondo la quale nel
’98 erano 81 mila i soggetti collegati a Milano, pari al
16% di tutta Italia.
LA LISTA NERA DELLE AZIENDE —
«Per evitare di essere paralizzate da bombardamenti di mail
— spiega Davide Salmistrato, esperto di sicurezza della
Novell Italia — esistono software "antispamming", che
rifiutano automaticamente quantità eccessive di messaggi da
singoli computer. Ma anche vere e proprie liste nere di
indirizzi sospetti». Eppure, nell’attacco dell’altro
giorno, i sistemi di sicurezza sono stati superati. «E’
vero — spiega Salmistrato — i pirati hanno aggirato i
controlli, utilizzando un software che consente loro di
sfruttare migliaia di computer, vittime inconsapevoli, per
spedire mail. Chiunque, quindi, può avere contribuito, del
tutto involontariamente, ad attaccare Yahoo!».
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