Intervista allo Hacklab di Milano Ecco le prime domande che Aris ed io abbiamo pensato di porvi. Sandrino, puoi rispondere da solo o con Blicero. Se lo fate in due, Š importante di precisare chi dei due risponde alla domanda (potete ovviamente rispondere tutti due alla stessa domanda). Penso che vi chiederemo una nuova serie di domande dopo aver ricevuto le vostre prime risposte. Abbiamo un problema: il tempo. Quindi se potete rispondere ultra velocemente, sarebbe ideale... Ovviamente, se secondo voi, c'Š qualcosa che abbiamo dimenticato nelle nostre domande siete totalmente liberi di aggiungerlo. Non dovremmo andare oltre alle 20.000 battute. Se riuscite a mandarci una o due foto dell' Hacklab non sarebbe male... Grazie. Ci sentiamo Ludo ________________________________________________ * Cosa Š un Hacklab ? e pi— specificamente, cosa Š il Loa Hacklab di Milano? Un hacklab e' un luogo in cui si tenta di coniugare l'attitudine hacker, cioe' l'attitudine a comprendere il funzionamento di macchine complesse, per decostruirle e ricostruirle in maniera non convenzionale, con una volonta' di analisi del reale. Un luogo relazionale in cui persone con uno spiccato interesse per le nuove forme di comunicazione elettronica, per il digitale e per la telematica si possano incontrare per costruire un modo diverso di vedere le cose e di intervenire sui processi che determinano la realta'. UN hacklab e' un luogo di incrocio delle diverse identita' e volonta' dell'antagonismo digitale. Il LOA hacklab MI e' l' hacklab milanese nato dopo l'hackmeeting 99, tenutosi al LSOA Deposito Bulk. Nell' ultimo anno ci siamo attivati su tutta una serie di campagne che hanno vito protagonisti tutti i soggetti dell'antagonismo telematico italiano e non solo: libero accesso e libera circolazione dei saperi; liberta' di espressione; corsi e seminari; la costruzione di un nuovo servere che verra' presentato al prossimo hackmeeting;e molto altro. Attualmente la nostra lista interna di coordinamento conta 70 iscritti, e continuiamo ad ampliare i nostri progetti di collaborazione. * Ci puoi presentare succintamente il percorso che ha portato alla creazione di Hacklab in diverse citt… italiane? Qual Š il rapporto fra gli Hacklab e i centri sociali? In principio erano gli hackmeeting, momenti autorganizzati durante i quali gli attivisti telematici e gli smanettoni di tutta italia (e non solo) si scambiavano idee, pareri, consigli, hack, nonche' un'ottima occasione per conoscersi di persona dopo tanti byte. Il primo viene organizzato al CPA FI-sud, un centro sociale in quel di firenze, nel 1998 ed e' un successo. Il secondo viene organizzato a Milano e molte persone iniziano a chiedersi perche' non dare continuita' a quei momenti di scambio e di relazione tra un hackmeeting e l'altro. A firenze e a Milano nascono cosi' gli hacklab, titolo conferito honoris causa al Freaknet Medialab, in realta' gia' attivo da diverso tempo. Nei successivi due anni di hacklab ne sono nati e ne continuano a nascere molti (ormai siamo ad una decina) e la voglia di smanettare e di cambiare lo stato di cose presenti non sembra essere diminuita neanche un po' ;)) Il rapporto con i centri sociali ha sicuramente una componente storica: gli hackmeeting sono nati e si sono svolti nei centri sociali di Firenze, Milano e Roma, ed era naturale che le strutture che avevano tra i propri scopi fondamentali la continuita' tra gli hackmeeting delle attivita' degli hacari nostrani, avessero sede all'interno di simili strutture. Esistono anche motivazioni piu' profonde, legate soprattutto all'attitudine hacker e alle sue origini, profondamente convergenti con cio' che muove is oggetti dell'autorganizzazione. Due caratteristiche fondamentali dell'etica hacker sono la volonta' di dare massima possibilita' di circolazione ai saperi e il desiderio di comprendere il funzionamento di meccanismi complessi per poi detournarli a proprio piacimento. Se riportiamo queste caratteristiche in un ambito non tecnico, e' facilissimo ravvisare i centri sociali e gli spazi autoorganizzati come tentativi chiari e lampanti di reality hacking ;)) La convergenza di queste due motivazioni (storica e "attitudinale") hannoportato hacklab e realta' dell'autoorganizzazione a condividere sedi e percorsi. * Sandrino, tu chi sei un militante storico dei centri sociali (Leoncavallo, a Milano), ci puoi raccontare come e perch‚ sei arrivato a partecipare alle attivit… di un Hacklab. Cosa cambia di pi— secondo te tra il fare attivit… in un Hacklab e in un centro sociale? Cosa hanno in comune? * Uno degli aspetti particolarmente interessante dell'esperienza degli Hacklab Š l'organizzazione di "corsi" continui in cui provate a trasmettere "competenze e saperi" in materia di utilizzazione dei sistemi Unix e di linguaggi informatici (Perl, Html, C, ...) a "semplici utenti". Non solo a semplici utenti. I corsi in teoria hanno livelli diversi in modo che anche chi ne sa di piu' possa sentirsi motivato nel seguirli ;)) 1. come avviene? Abbiamo costruito una aula corsi da 486 e monitor recuperati dagli scarti di banche e uffici, 16 postazioni che offrono tutto quello che puo' servire per seguire i corsi e mettere le mani sulle macchine Ci siamo ingegnati e siamo riusciti a fare uno spazio didattico che non ha niente da invidiare ai corsi commerciali di informatica che ultimamente stanno proliferando, con materiale di recupero, un poco di ingegno e voglia di dimostrare che la continua rinocrsa di tecnologia sempre piu' avanzata e' una mero riflesso del processo capitalistico, che necessita la creazione costante di mercato per soppravivere. Oltre alla struttura fisica, diversi di noi si sono organizzati per produrre materiale didattico, programmi per i corsi e per i seminari, lucidi, dispense, cd e molto altro. Ultimamente ci e' addirittura passato per la testa di videoregistrarli ma ci e' sembrato un po' esagerato ;)) 2. chi frequenta i corsi - seminari del Loa Milano? La frequenatazione e' piuttosto variegata, e spazia dagli studenti ai professionisti, a smanettoni, a immigrati che attraverso i corsi riescono a garantirsi un impiego. I corsi e i seminari non sono solo dei momenti di apprendimento e di condivisione dei spaeri, ma soprattutto dei momenti di relazione. Duranto i corsi le nostre attivita' quotidiane si mischiano allapresenza e alle idee di chi viene a seguire cosrsi e seminari. Da un certo punto di vista i corsi e i seminari rappresentano per noi quello che la socialita' ha rappresentato epr le esperienze autogestite delle decadi precedenti. 3. pensate che la trasmissione di saperi, dell'expertise empirica sull'utilizzazione dei software sia una posta in gioco importante? Perch‚? In questa fase sicuramente e' un elemento chiave nella costruzione di prospettive altre per i diritti digitali e non solo. L'ambito digitale e' uno dei pochi ambiti in cui e' realmente possibile mettere nelle mani di tutti i mezzi di produzione (immateriale) e la condivisione di questo know-how e' uno degli elementi cardine per consentire a tutti di partecipare alla lotta. Cambiare la realta' passa anche attraverso la condivisione degli strumenti epr cambiarla e, in ambito informatico/telematico, e' esattamnete quello che stiamo cercando di fare. Non a caso il concetto di proprieta' privata e di sottrazione dei saperi, delle persone e delle cose alla libera circolazione e' uno degli elementi su cui si fonda il tardo capitalismo. La condivisione dei saperi e la disponibilita' dei saperi immateriali per le fasce piu' deboli della societa' costituiscono un passaggio importante nel dare a queste fasce la possibilita' di partecipare alla modificazione dello stato di cose presenti. Come si puo' vedere nell'ambito delle biotecnologie, un sapere chiuso, con alti costi di accesso e di "messa in produzione" fanno il gioco di chi vuole la globalizzazione per aumentare ancora di piu' i propri profitti e il proprio potere. La condivisione orizzontale e' una pratica "rivoltosa" anche solo per le sue origini diametralmente opposte alle origine del capitale ;) * Il Loa Š anche spazio in cui si realizzino progetti di creazione o di modifica di software. Con delle cose molto interessanti e anche sorprendenti come OBOE che ha come scopo di dare ai mal-vedenti un accesso alle tecnologie informatiche e alle culture digitali ^^^ non-vedenti 1. da dove nasce questo tipo di iniziativa? Le iniziative di "intervento" sul software sono una caratteristica innata della cultura hacker da cui gli hacklab sono nati. Durante questo anno e mezzo di vita ci siamo imbattutti in molte questioni che meriterebbero ognuna una trattazione approfondita e tutte le volte abbiamo tentato di affrontarle con la stessa serieta': da un lato costruire un discorso di critica e di analisi della situazione (come l'accessibilita' dei testi elettronici e gli interessi dei grandi editori nel caso Cavazza-Galiano di questo autunno), e dall'altro fornire soluzioni ed hack per offrire delle alternative. Questa e' una delle altre caratteristiche fondamentali, a mio avviso degli hacklab: il tentativo di coniugare prassi ed analisi politica teorica; e il lavoro di produzione di software (e gli stessi corsi) sono uno specchio perfetto di questo tentativo. 2. quali sono i vostri progetti in corso e le vostre realizzazioni? Molte cose in corso, poche cose realizzate completamente. Da un alto perche' e' difficile spesso mettere la prola fine ad un progetto e dall'altro perche' siamo sempre a corto di una risorsa fondamentale: il tempo. In corso abbiamo OBOE, un motore di ricerca per ebooks, un progetto di client IRC crittato e soprattutto la realizzazione di un server indipendente che dia libero sfogo alla nostra pazzia ;)) Tra le cose che abbiamo realizzato (o contribuito a realizzare) ci sono i corsi e i seminari (ormai attivi da oltre un anno), le scorse edizioni dell'hackmeeting, iniziative sulla GNU economy nel campo dell'editoria e del software, copyDOWN (un sistema di scambnio di testi elettornici che ha la prospettiva futura di diventare un naster editoriale e che si basa su gnutella), e svariate altre cosucce. L'elenco e; molto lungo ma chiunque se ne puo' fare un idea andando a vedere il nostro sito su www.ecn.org/loa (oppure su loa.hacklab.it o su www.autistici.org/loa, quello che preferite ;)) * Avete organizzato un incontro al centro sociale Bulk sul tema "Free software e No Copyright" nel novembre 1999, in cui si dava una forte importanza al tema del diritto di copia e dell'opposizione al progetto europeo di brevetto sui software. Ci sembra che il No Copyright metta soprattutto l'accento sul diritto di copia e quindi si sia fermato ad un passo dal copyleft proposto dal Progetto GNU, che insiste sull'importanza del diritto di copia e di modifica, fondandosi, appunto, sul "rovesciamento" del copyright. Non pensate che occorra, oggi, andare al di l… del No Copyright? In effetti poi tutta la serie di iniziative sulla GNU economy ha avuto un atteggiamento molto articolato sulla questione del copyright. E' evidente che il modello a cui ci rifacciamo e' il copyleft, che ha gia' dimostrato il suo successo nel campo del software e della documentazione. E' altrettanto chiaro che la prospettiva finale in cui sia tutto copylefted e' piu' che auspicabile, ma e' anche vero che la battaglia per forzare tempi e grandi interessi rispetto alla realizzazione di una libera condivisione dei saperi passa attreverso l'infrangimento delle leggi sul copyright e la volontaria sottrazione a delle regole che non si condividono e che si vogliono vedere eliminate. Da cui il motto no-Copyright. Sicuramente pensare ad un mondo futuro in cui lo spirito di comunita' renda inutile il concetto stesso di copyright, e' un bel punto di riferimento per sognare, ma e' anceh vero che la nostra tendenza pragmatica ci fa scegliere di forzare prima i passaggi piu' realizzabili per poi forzare ancora piu' in la'; in tempi e modi diversi: la prima fase si batte per qualcosa che cambia meccanismi che non dipendono dalle relazioni e dalle persone, ma che e' effettivamente compatibile con i meccanismi mercantili attualmente predominanti; la seconda fase e' una scommessa molto piu' grossa ma per la quale si combatte tutti i giorni, con ogni parola e con ogni atto: cercare di trasformare la logica di dominio in logica di comunita, il libero mercato in libera condivisione, l'alienazione in partecipazione, la delega in azione. Siamo veramente ancora all'inizio, ma viviamo proiettati nel futuro ;)