Con queste poche righe vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai compagni arrestati e indagati per l’ennesima inchiesta partita dalla procura di Torino che stavolta prende il nome di “scripta manent”.

Un’inchiesta che persegue reati compiuti più di dieci anni fa. Attacchi, azioni dirette effettuate contro strutture del potere, quel potere che ci vorrebbe tutti automi, sottomessi a un unico volere, il suo. La società, nel preservare questo volere, reprime qualsiasi forma di dissenso senza andare troppo per il sottile. Chiunque non accetti o, peggio ancora, osi ribellarsi ne sperimenta sulla propria pelle le conseguenze, e di questo ne siamo consapevoli, lo abbiamo ben presente dal momento in cui cerchiamo di mettere in pratica il pensiero anarchico.

Quello che ci lascia interdetti è la quantità di tempo che gli inquirenti hanno impiegato per trovare gli elementi probanti da permettere l’arresto dei compagni. Sarebbe interessante sapere quali nuovi indizi sarebbero saltati fuori oggi, nel 2016, rispetto a delle azioni compiute nel 2003. Forse il tempo impiegato è stato quello necessario per trovare un mentecatto in cerca di gloria disposto a firmare le ordinanze di custodia?

Riteniamo importante non rimanere in silenzio, un silenzio che in un’epoca di forte pacificazione sociale e di estrema “politicizzazione” delle lotte (nel senso più squallido) sarebbe un’ulteriore facilitazione del lavoro che il potere compie quotidianamente per isolare e criminalizzare tutti coloro che non si piegano alle sue regole.

 

Il nostro abbraccio solidale va a tutti i compagni e le compagne rinchiusi nelle carceri di tutto il mondo.

 

Gruppo anarchico Louise Michel