Parigi: precisazioni sull’attacco alla sede della CGT e sulla “dissociazione anonima”

La notte del 24-25 giugno 2016 compagni/e di una “cellula tra le tante…” hanno attaccato la sede nazionale del sindacato CGT . Azione che è stata rivendicata per denunciare la collaborazione dei sindacati con la prefettura di polizia e in solidarietà con i prigionieri ribelli in Francia e con i membri della CCF il cui processo per il loro tentativo di fuga sta per finire; specificando sulla rivendicazione che c’erano alcuni /e gravemente feriti/e ricercati/e da parte dei poliziotti e in clandestinità.

Il 25 giugno 2016 è iniziata la frenesia mediatica, il rappresentante della CGT Martinez, diversi ministri, tra cui quello del Lavoro El Komhri, il ministro dell’interno B Cazeneuve ed il primo ministro M.Valls, oltre che tutti i rappresentanti di varie organizzazioni sindacali, a loro volta hanno fatto dichiarazioni pubbliche condannando questi atti (chi l’avrebbe mai detto…) e specificando che le forze di polizia sarebbero state rafforzate per proteggere le sedi dei sindacati ed i loro funzionari e per trovare i responsabili “evidentemente ben organizzati” dell’attacco.

Una tale mobilitazione politica e repressiva non può essere spiegata dal livello di violenza utilizzato durante quest’attacco di relativamente bassa intensità (pertanto trattata dai media con un’ampiezza non ancora uguagliata)se non per il target selezionato.

In effetti i compagni-e hanno dimostrato che era possibile attaccare e anche entrare nel palazzo della sede della federazione sindacale più video-sorvegliata di Francia, la più protetta da numerosi vigilantes professionali e da un dispositivo di polizia maggiorato in questi tempi di conflitto sociale e di stato di emergenza.

Malgrado quanto sostenuto da Martinez ,i compagni/e sono riusciti a entrare nell’edificio, al fine di portare avanti le loro passioni distruttive, come testimoniano le foto della porta fracassata. Non sono stati dunque né la mancanza di tempo, né il presunto sistema che si sarebbe stato attivato atti ad impedirlo.

Lo stesso giorno 25/6/16,in pieno battage politico-mediatico, il sito web anarchico “Bréves Du Disordre” si dissocia pubblicamente dai compagni-e con il pretesto che un’azione come quella non ha bisogno di essere rivendicata e che le prospettive in termini di solidarietà dei compagni/e non gli piacevano.

Ecco la breve risposta breve fatta da alcuni dei compagni responsabili dell’attacco dopo questa dissociazione (commento su Indy Nantes):

Dissociazione?

Dissociazione quindi, non dall’atto in sé, ma dalla rivendicazione- e quindi, per estensione, dagli individui che l’hanno redatta:
http://cettesemaine.info/breves/spip.php?article1746&lang=fr

Il motivo menzionato: non c’è bisogno di rivendicare un atto chiaro, quelli a cui che non è chiaro ed evidente sono solo “ciechi ed anestetizzati”.

Questo è anche il motivo per cui il nostro/i dissociato/i anonimo/i hanno ritenuto opportuno fare una tirata antisindacale – oltretutto abbastanza pertinente- molto simile ad una rivendicazione …

Inoltre i chiarimenti forniti sarebbero stati certamente apprezzati se il loro autore-i non avessero ritenuto necessario dare falsi intenzioni ai compagni-e autori della rivendicazione insinuando che gli usi della parola “tradimento” sotto intendono una connivenza passata con i sindacati attaccati.
Omettendo (volutamente?) le condizioni in cui i compagni/e hanno redatto la rivendicazione, seriamente feriti-e braccati-e dai poliziotti, senza, forse, aver avuto il tempo e la possibilità di analizzare il ruolo dei sindacati, assente dal comunicato, a quanto dicono i nostri-e amici-che dissociati.

Pertanto, è molto facile, quando siamo al caldo dietro i nostri computer, fustigare la rivendicazione che i compagni-e hanno dovuto fare molto rapidamente , certamente per ragioni mediche e di sicurezza molto comprensibili , prima di separarsi e per non lasciare che le dichiarazioni di Martinez (1) e quelle rilasciate dal dipartimento di polizia fossero le sole a parlare. In questa situazione, non c’è tempo per concentrarsi sulla forma per quanto riguarda la solidarietà, utilizzando il verbo “dovere” al posto della forma imperativa comunemente ammessa-come se questo cambiasse qualcosa in termini di “linguaggio autoritario” –

Alla fine, sarebbe stato possibile aggiungere tutta quest’analisi sul ruolo dei sindacati in parallelo alla rivendicazione, a cui ci si oppone in ogni modo, senza dire al nemico, anche involontariamente, “non siamo noi, guardate altrove” …
Avrebbe potuto essere, anche in fase di preparazione, nell’ambito di un testo proposto anonimamente e redatto in modo più ampio che avrebbe integrato l’azione e la sua rivendicazione ,per far emergere un’analisi chiara.
E che di colpo avrebbe potuto essere complementare con quella proposta nelle “Breves du disordre”, senza proprietà e senza esclusività, era anonimo.

Uno che ha agito nella “cellula tra le tante…”, creato per l’occasione, che non ha un nome, ma che ha la pratica (2).

(1) Presidente della CGT
(2) le pratiche di attacco e clandestinità, non di alcuna esclusività o proprietà fantasma “.

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Affermiamo che è intollerabile dissociarsi dal compagni/e in fuga, feriti /e sotto i riflettori dei media, al solo scopo di migliorare la propria comunicazione / propagazione dell’idea sovversiva.

Inoltre, crediamo che il dibattito sull’ anonimato, che i partigiani della non-rivendicazione pretendono abortito, continua al contrario a vivere attraverso le azioni e le loro rivendicazioni , attraverso i messaggi di solidarietà, le risposte agli appelli e alle proposte internazionali , lo stesso continuano a vivere, anche, in tutti gli atti anonimi, a volte fatta dagli stessi compagni, con qualche “religioso/a” a dissociarsi di nuovo.

Complicità con la cellula ACCA e la CCF che hanno entrambe sofferto le stoccate della “dissociazione anonima” nei momenti più difficili.

Una strizzata d’occhio particolare al Commando Anarchonihiliste Gianfranco Bertoli che si è rivendicato della FAI / FRI e alla cellula anarchica ”les Casseurs” che agiscono realmente con la complicità nel fuoco -tra gli altri con i “ribelli in Francia.”

Una strizzata d’occhio ugualmente, a tutti quelli/e, anonimi o no,che agiscono realmente attraverso la distruzione, il fuoco, la diffusione delle idee ed in ogni modo immaginabile senza mai dissociarsi dai compagni/e sotto il fuoco della repressione.

Per l’organizzazione informale e l’azione polimorfa,
Riprendiamoci il Chaos!

Alcuni anarchici, oggi anonimi …
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Tradotto dal francese